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Vita
La vita di molti presocratici è scarsamente documentata e ciò è valido pure per Empedocle per il quale le notizie storiche assai scarse: Nasce ad Agrigento nel 490 a.C., data approssimativa, e muore nel 430 a.C.. Fu studioso sia delle cose scientifiche che di quelle arti più propriamente magiche, cosa che allora non doveva essere una distinzione molto chiara. Fu capo della fazione democratica e per cause politiche fu costretto a lasciare Agrigento con una nutrita schiera di fedeli. Una leggenda vuole che morì dentro il cratere dell’Etna, c’è chi dice che si gettò volontariamente dentro di esso per dimostrare la sua immortalità. La leggenda vuole che il vulcano, schifato dalla puzza di Empedocle, con uno sbuffo, rispedì all’esterno i calzini del filosofo. Altri dicono che andò su, nell’Etna, per studiare i diversi tipi di magma.
Scrisse due testi di cui il primo in versi, riprendendo Parmenide sia nei contenuti che nella forma, il secondo espone una teoria per purificare il corpo e troviamo esposte in maniera sistematica e piuttosto bene le sue tesi e i suoi assunti a tal punto che Aristotele indicherà proprio in Empedocle il fondatore della retorica.
Filosofia
Dopo le problematiche e le risoluzioni proposte dalla scuola eleatica, la filosofia è così configurata: da una parte ci sono i sostenitori della ragione come logos-verità che tutto ordina e alla quale non bisogna trascurare l’importanza, ma d’altra parte vi è anche la presa di coscienza che l’esperienza non è un mero nulla: nella molteplicità c’è un qualche principio reale irrefiutabile il quale è tanto vero quanto il logos, o meglio, entrambe sono parte dell’unica verità.
Quindi il pensiero successivo a Parmenide, in particolare, mira proprio alla conciliazione di quei due temi che in apparenza sembrano essere inconciliabili. Il tentativo di Empedocle mira proprio alla conciliazione delle due linee; egli riprende l’idea dell’essere come uno, perfetto ma dice che da questo si generano i quattro elementi (termine improprio perché non ancora coniato): aria, acqua, terra e fuoco. Gli elementi uniti e combinati danno origine a tutta la molteplicità. All’inizio dell’essere vi sono due forze che agiscono e creano il divenire costante: l’amore e l’odio. L’essere, da uno stato di perfezione, si disgrega e si scinde nei quattro elementi, i quali si combinano e generano le cose e per processo opposto, di disgregazione, le cose si disgregano. Gli einti simili tenderanno ad unirsi l’uno con l’altro fino a che dall’imperfezione alla molteplicità non si ritorna all’unità.
Questo processo che porta dallo sfero (immagine dell’essere perfetto e compiuto) ordinato al caos e viceversa è continuo ed inarrestabile, ciclico. L’idea del tempo è chiaramente quella della circonferenza nel quale la lancetta dei minuti ricompie sempre lo stesso giro. Il divenire è così spiegato: la continua attrazione-disgregazione dello sfero provocata dalle due forze, determina la nascita dei quattro elementi da cui poi tutto trae tanto l’origine che la fine.
Concetti/Parole chiave
Divenire, molteplicità, sfero, perfezione, ciclicità, degradazione e progresso.
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