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Senofane – Vita e Filosofia

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Consigliamo – Eraclito – a cura di Giangiuseppe Pili e l’intervista al Professor Tagliagambe


Vita

Come per gli altri presocratici, della vita di Senofane sappiamo ben poco. La sua esistenza è databile tra il VI e il V secolo a. C.. Nato a Colofone, qui visse fino a che non fu costretto a emigrare a causa dell’invasione della città da parte dei persiani. La città era vicina a Mileto, altra patria natale di grandi filosofi. Giunse sino ad Elea, in magna Grecia, città che darà illustri pensatori. Prima di stabilirsi stabilmente viaggiò molto per tutta l’Ellade. Fu eminente poeta e gli si attribuiscono i poemi in versi La fondazione di Colofone e la colonizzazione di Elea ovvero i canti delle due città nelle quali il pensatore-poeta trascorse gran parte del suo tempo. Ma è per la trattazione critica della religione che è maggiormente ricordato, in un suo trattato “Sulla natura”.

Opere

Gli vengono attribuite tre opere: “la fondazione di Colofone”, “la colonizzazione di Elea” e “Sulla natura”. Solo quest’ultima è propriamente sulla sua filosofia.

Schema di ragionamento

Ipotesi S(enofane)1: l’arché, l’origine di tutte le cose, è la terra.

Ipotesi S2: gli dei sono antropomorfizzazioni di comportamenti naturali.

Inferenza: Se gli dei sono antropomorfizzazioni di comportamenti naturali, se l’arché è la terra allora per spiegare i comportamenti naturali non v’è bisogno della religione.

Tesi SI: per spiegare i comportamenti naturali non c’è bisogno della religione.

Filosofia

L’argomento su cui Senofane  si intrattiene è fondamentalmente di carattere religioso, per meglio dire, di critica religiosa. Egli però non si limita solo a interpretare il ruolo degli dei nel mondo, ma proporrà una sua visione del mondo. Infatti, se vuoi eliminare un’idea devi procedere in due modi: o attaccandola e proponendone una nuova e più valida, o ignorandola.

Se dici che un’idea è sbagliata non toglie la sua validità ma la riafferma in quanto, se non abbiamo nulla di più valido, teniamo il vecchio anche se sbagliato. La tua critica affermerà la vecchia idea al negativo, ma la affermerà e da sola non sarà sufficiente ad affermare un bel nulla: come la donna da sola a scacchi, pezzo più forte di ogni altro, è inutile se non la aiutati con altri pezzi!

Ma puoi anche ottenere un effetto ottimo affermando la tua idea senza tenere conto di quelle vecchie e insufficienti di altri. Mostri infatti che la tua idea non necessita di confronti per essere affermata, così procedi indisturbato nel tuo lavoro. Senofane sceglierà il primo metodo.

Egli sostiene che gli dei proposti dalla tradizione (greca…) ed in particolare da Esiodo ed Omero, quei due personaggi che dallo stesso Aristotele, nel primo libro della metafisica, verranno chiamati quelli “…che per primi teologizzarono”, erano delle antropomorfizzazioni della natura: gli uomini, ignoranti del mondo e della gente, sentivano la necessità di sopperire alla loro ignoranza additando negli dei quelle cause che non riuscivano a ritrovare nel mondo naturale. Gli dei venivano così ad assumere dei caratteri propriamente antropomorfi, attributi degli uomini. L’uomo, secondo Senofane, guardava agli dei come agli uomini stessi ma senza limiti di potenza.

Questa visione degli dei era, per Senofane, inaccettabile ed egli propone di eliminare questa visione mitica dal panorama della riflessione. E a questo scopo propone la sua visione delle cose: l’arché, principio primo di tutte le cose, la terra. Da questo elemento “materiale” hanno origine tutte le cose e ciò si può evincere non dall’emozione ma dalla ragione che disvela la verità: se ci lasciamo guidare dalle impressioni sensibili, giungiamo a non capire le forze della natura. Ma l’uomo cerca di rispondere anche a ciò che non può e così l’uomo ignorante e irrazionale finirà per attribuire agli dei quei fenomeni che non sono altro che il dispiegarsi dell’unico principio motore dell’universo.

Insomma, quella dicotomia, cioè quella divisione netta tra unica verità e molteplicità di opinioni, che abbiamo trovato in tutti i pensatori presocratici ( pensiamo soprattutto a Eraclito ), la ritroviamo anche qui, in Senofane. Senofane infatti mostra come la molteplicità degli dei sia sostanzialmente apparente in quanto, quegli stessi dei, non esistono. L’unico principio è l’arché, gli dei non sono altro che il frutto dell’opinare della gente che tanto dice e poco intende.

Sembrerebbe che non ci sia proprio spazio per alcuna riflessione sul divino. Ma è proprio così? La risposta per Senofane è negativa: si può parlare con cognizione di causa anche sui fatti divini. Tuttavia la domanda va spostata dalla questione della natura (alla natura basta se stessa) ad una più propriamente “teologica”, dunque sulla natura-divina. Il problema deve esser riformulato in questi termini: “può esistere (o come deve essere) la divinità per essere in accordo con la ragione?”

Una divinità che sia ragione non può essere al di là di questa: il divino è lo stesso logos. Illimitato e “vede, pensa tutto il dio”, ecco il dio di Senofane. Un dio unico, completo e compiuto. Esiste dunque una perfetta aderenza tra il dio e il suo stesso pensiero. Senofane ritrova l’accordo tra il divino e la natura nello stesso ordine che, dunque, diventa l’unità fondamentale della realtà tutta.

Il dio assume delle connotazioni propriamente razionali e, in questo senso, perde tutta la sua carica emotiva e personificante e si purifica per diventare un dio-natura del quale solo si può dire che è ordine, logos. Questa è la conciliazione tra natura divina e ragione. Tale operazione è del tutto impensabile nel mondo cristiano: il Dio cristiano è un Dio che crea dal nulla; la cesura tra creato e creatore è netta e, quindi, anche tra fede e ragione non può esserci sovrapposizione. Nel mondo greco, invece, dove “divino” è soprattutto un –aggettivo-, un attributo, più che un-essere a sé stante, è possibile trovare un accordo.

E Senofane si spinge sino ad affermare che il dio “esercita il suo dominio sulle cose senza sforzo, e col suo pensiero realizza tutto”. E con ciò vuole indicare proprio da una parte la potenza del dio e, dall’altra, la sua lontananza da una forma antropomorfa. Il distacco dalla mitologia è qui netto: ricordiamoci che gli dei, tutti, nella tradizione greca, compiono degli sforzi per raggiungere i loro scopi, spesso si servono addirittura di esseri mortali e il loro operato non è semplicemente senza scontro, gli dei infatti sono spesso in collera, come gli uomini, gli uni con gli altri.

Come prova finale dell’antropomorfismo religioso, il pensatore indica che persino tutte le divinità degli altri popoli sono pensate prima di tutto come immagine ideale dell’uomo: gli dei sono le immagini dell’uomo purificate da ogni imperfezione. Senofane ci ha già detto quali sono le sue proposte alternative alla mitologia.

Concetti

Morale, giustizia, divinità, religione, critica, antropomorfismo religioso, arché = terra. 

 

Riferimenti

Per avere un quadro generale del filosofo, suggeriamo la lettura de  “Manuale di storia della filosofia I” di Gregory, Verra e Adorno, in generale uno dei manuali più chiari e con ottime bibliografie.

Ho trovato questi frammenti sparsi in vari manuali ( di cui le ultime tre citazioni sono del manuale citato sopra –Ivi. Pag 12- ), ma, in quanto non so dove riuscii a trovarli di preciso, né, in questo momento posso scoprirlo, chiedo umilmente scusa della mia mancanza. Tuttavia, sottoscrivo la loro paternità al filosofo di Colofone.

« Il certo nessuno mai lo ha colto né alcuno ci sarà che lo colga, relativamente agli dei e relativamente alle cose di cui parlo io. Infatti, se anche uno si trovasse per caso a dire, come meglio non si può, una cosa reale, tuttavia non la conoscerebbe. Perché a tutti è dato solo opinare ».

« Gli dei non rivelarono sin dall’inizio ogni cosa ai mortali, ma questi, col passare del tempo, trovano cercando, ciò che è meglio ».

« Il dio, tutto intero, pensa, vede e ode ».

« I mortali immaginano che gli dei siano nati, che abbiano vesti, voce e figura come loro ».

« Esercita il suo dominio senza sforzo, e col suo pensiero realizza tutto ».

« Se qualcuno, là dove è il santuario di Zeus presso le correnti del Pisa in Olimpia, vincesse o per la velocità delle gambe o al pentatlon o alla lotta o affrontando il doloroso pugilato o quella terribile gara che chiamano pancrazio, certo apparirebbe più glorioso agli occhi dei suoi cittadini e ai giuochi avrebbe un posto d’onore e la città gli offrirebbe il vitto a spese pubbliche e un dono che sarebbe per lui un cimelio; oppure, otterrebbe tutto questo, anche se vincesse alla corsa con i carri, senza esserne degno come sono degno io: vale di più il nostro sapere che non la forza fisica di uomini e cavalli. Ben irrazionale è questa valutazione e non è giusto apprezzare più la forza che non il beneficio del sapere ».


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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