Il lago Mulargia è un lago artificiale posto nel centro della Sardegna e suddiviso territorialmente fra i paesi di Siurgus Donigala, Nurri, Goni e Orroli. L’unico lago non artificiale in Sardegna è il modesto lago Baratz, vicino ad Alghero, che con una profondità media di 5 metri e una grandezza più simile a quella di una laguna, non è assimilabile di certo all’importanza degli altri invasi sardi, come il Coghinas, l’Omodeo, il lago dell’alto Flumendosa e il suddetto lago Mulargia, tutti però non bacini naturali.
“In sintonia con le direttive europee e gli orientamenti internazionali, anche la Sardegna è doverosamente chiamata a proteggere e conservare l’acqua, risorsa unica, limitata e fragile, di alto valore ambientale, culturale ed economico, bene pubblico da utilizzare in maniera sostenibile e da tutelare in quanto bisogno fondamentale dell’umanità, chiave dello sviluppo e del benessere per le generazioni contemporanee e future.” Maria Luisa Di Felice, Dighe della Sardegna, Sassari, Poliedro, 2011.
Il lago Mulargia, esso è stato realizzato in un periodo successivo alla seconda guerra mondiale, precisamente fra il 1951 e il 1958: i lavori furono dati in appalto dall’Ente dell’Alto Flumendosa alla ditta Sogene (Società generale di lavori di pubblica utilità) con maestranze che arrivavano perlopiù dal paese di Siurgus Donigala, che era il più vicino al futuro grande invaso. Il paese dista circa 6 km dal principale approdo. La superficie del bacino è di 12,45 kmq circa con una quota massima sul livello del mare di 259 metri e una profondità massima che in alcuni punti supera gli 80 metri. È considerato l’invaso più importante del sud Sardegna in quanto dà provvigioni idriche a tutti gli abitanti e a tutti gli agricoltori del sud Sardegna, assieme alla più modesta diga del Cixerri (5 kmq circa) posta in territorio di Siliqua. Per ciò che concerne fauna e flora, il Lago Mulargia costituisce un ecosistema di notevole importanza nel vasto panorama della regione sarda: i monti circostanti, quelli della vicina Barbagia, ospitano una notevole quantità di cinghiale, nonché maiali selvatici, e animali più rari come la martora, il ghiro sardo e il gatto selvatico; molto importante è anche l’avifauna: sono numerose le pernici, le tortore, il picchio rosso, il corvo e, seppur con rari avvistamenti, l’aquila del Bonelli. A livello del lago abbiamo la tipica avifauna lacustre: dunque aironi, cormorani, gabbiani, germani, tartarughe d’acqua dolce e nutrici dal collare; le acqua sono ricche di pesce persico, trote e cavedani, animali che rendono diffusa l’attività di pesca in questa parte della Sardegna.
Percorso: Lato Ovest lago Mulargia, territorio di Siurgus Donigala
Distanza: 3 km (circa, solo andata).
Tempo: 60’-90’.
Difficoltà: Moderata.
Area di accesso proposta: unico approdo segnalato arrivando da Siurgus Donigala (seguire indicazione “Escursione Battelli”)
Il giorno di Natale ci siamo cimentati in un itinerario in kayak totalmente nuovo per le nostre esperienze concentrate negli spazi infiniti del mare aperto. Il lago Mulargia ci si è presentato davanti ai nostri occhi in una giornata uggiosa che prometteva precipitazioni, per fortuna scongiurate nell’arco di tempo della nostra escursione.
Arrivati con la macchina all’approdo, dove d’estate partono le escursioni col battello, ammariamo le canoe in un Lago Mulargia evidentemente con meno acqua del previsto. È infatti vero che negli ultimi due anni la Sardegna sta subendo un periodo di grave siccità: poche precipitazioni e grandi sprechi da parte dell’unico gestore delle acque in Sardegna hanno portato gli invasi sardi a registrare minimi storici, portando gli enti a delle inevitabili restrizioni d’acqua. Ammarati nelle acque di colore rosso-marrone (malgrado tutto i giorni prima ci sono state delle precipitazioni torrenziali e fangose), di digradiamo verso tutti i piccoli fiordi che il lago ci offre. La navigazione è piacevole: all’andata si naviga controcorrente e controvento (uno sferzante maestrale a 20 nodi circa) tanto è vero che in qualche punto si creano delle divertenti onde, mai pericolose.
Il paesaggio è quello tipico del centro Sardegna: aspro, agricolo, bucolico e la navigazione la si affronta in modo molto piacevole. Una bella pagaiata, che senz’altro ripeteremo nelle varie sponde di questa parte incontaminata di Sardegna.
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