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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia
Abstract
In questo articolo si considerano le linee generali della Embodied Cognition, un nuovo fertile campo di ricerca sulla mente e sulla cognizione. Il rifiuto dell’impostazione classica alla filosofia della mente, la riconsiderazione del ruolo del corpo all’interno della cognizione fanno di questa relativamente nuova disciplina un campo di analisi per il presente e per il futuro.
L’Embodied Cognition è l’ultima Revolution in Academic Affairs ed è un settore di ricerca che si situa all’interno della filosofia della mente, dell’intelligenza artificiale e della fenomenologia. Il suo primario campo di indagine risulta essere la relazione mente/corpo e, soprattutto, come questa relazione influenzi la cognizione. L’idea principale, riportata in modo generico e vago ma fa capire, è che il corpo influenzi la cognizione in quanto il corpo stesso è parte attiva del processo cognitivo. Da questo principio, da cui l’Embodied Cognition prende avvio, si evince immediatamente: (a) il rifiuto dell’impostazione classica alla mente e (b) l’interesse dell’Embodied Cognition per tutti quei settori di ricerca che studiano la natura della relazione mente/corpo soprattutto dal punto di vista del corpo.Prima di tutto, dunque, l’Embodied Cognition non è una disciplina nuova, quanto una nuova prospettiva per il vecchio problema che investe la filosofia della mente sin dall’elaborazione cartesiana del cogito. Mentre sin da Cartesio la visione della mente è stata considerata soprattutto in modo indipendente dalla natura del corpo che l’implementa, l’Embodied Cognition rivendica il principio contrario, almeno da un punto di vista metodologico: l’idea non è tanto quella di eliminare la mente dal panorama di ricerca, al contrario l’obiettivo è quello di considerare la mente solo come una parte del processo cognitivo in cui il corpo gioca un ruolo fondamentale. L’impasse della filosofia della mente, sia essa funzionalista che dualista, era proprio quello di non riuscire a integrare in modo compiuto il corpo all’interno dei processi cognitivi in quanto, di per sé, la mente veniva concepita come una descrizione di un sostrato materiale, la cui natura poteva variare. L’Embodied Cognition sostiene, invece, che il corpo faccia parte della catena causale che porta alla formazione di una certa cognizione ed esso assume diverse funzioni e diversi ruoli all’interno dell’attività cognitiva.
Le evidenze portate dai sostenitori di questo nuovo approccio a sostegno delle loro tesi sono tipicamente quattro (così nella voce Stanford): (1) normalmente i soggetti gesticolano quando parlano a qualcuno e questo gesticolare aiuta la comunicazione e il processo linguistico; (2) la visione è integrata con altri movimenti corporei; (3) i neuroni specchio sono eccitati sia quando noi compiamo un’azione, sia quando altre persone compiono una certa azione; (4) spesso per aumentare la nostra potenza cognitiva ci avvalliamo del corpo e di movimenti corporei. Nella posizione della Embodied Cognition il corpo assume un valore di mezzo e fine della ricerca. In particolare, esso assolve alcune funzioni fondamentali nella cognizione. (I) Molte caratteristiche della cognizione sono direttamente incorporate nel corpo del soggetto e ciò rende la cognizione un’attività che va oltre il cervello, sicché il corpo assume un significativo ruolo causale nel processo cognitivo del soggetto. (II) Il corpo vincola l’attività cognitiva del soggetto, sia rispetto alla sua natura che al contenuto delle rappresentazioni processate dal sistema cognitivo del soggetto. (III) Il corpo ha anche la funzione di distribuire il carico computazionale e rappresentazionale tra strutture neurali e non neurali.
L’Embodied Cognition si declina in alcuni settori di ricerca specifici: l’analisi della coscienza, l’analisi dei concetti, del rapporto tra i sensi, la memoria e la conoscenza, la cognizione morale e il rapporto che il soggetto intrattiene con le altre menti. In ognuno di questi ambiti, il tentativo è quello di mostrare di volta in volta che gli assunti dell’Embodied Cognition riescono a mantenere le promesse, sicché l’obiettivo non è soltanto fornire una valida alternativa al paradigma classico della filosofia della mente, ma anche quello di riuscire a mostrare come questa nuova prospettiva riesca a risolvere le difficoltà intrinseche al panorama classico delle scienze cognitive.
L’Embodied Cognition è nata dalla insoddisfazione generale della mancanza di riconoscimento del ruolo della cognizione del corpo all’interno delle varie scienze della mente, ad iniziare dalla filosofia funzionalista, per finire all’intelligenza artificiale forte e forse anche parzialmente a quella debole. Essa ha preso avvio da una congerie variegata di testi critici ed alternativi alla filosofia della mente classica (ad esempio, il paradigma della mente estesa con le critiche di principio al paradigma classico) e cerca di rimodellare la teoria sulla mente in modo che questa sia più vincolata ai limiti fisici e corporei propri del soggetto cognitivo, che poi si riassume con la parola “essere umano” sempre o per lo più, giacché il corpo ritorna a costituire un punto di arrivo, più che una scatola nera. Simili punti di svolta non si contano più, ormai, all’interno di questo magmatico mondo. D’altronde, dalla rivoluzione americana le rivoluzioni politiche fanno sempre il capolino nella scena politica, sicché da ciò se ne conclude che ogni rivoluzione è tale sino a che non ne arriva un’altra. Solo il tempo potrà dirci se e fino a che punto siamo di fronte ad un affascinante sequenza di simboli, oppure siamo di fronte ad un nuovo, rivoluzionario settore accademico della ricerca sulla mente e sull’uomo. Non è questo il mio compito qui e lo lascio ad altri.
Bibliografia
Dautenhahn K., [1996], “Embodied Cognition in Animals and Artifacts”, AAAI Technical Report FS-96-02.
Krueger J., [2010], “Extended cognition and the space of social interaction”, Consciousness and Cognition.
Orestis Palermos S., [?], “Active Externalism, Virtue Reliabilism and Scientific Knowledge”.
Orestis Palermos S., [?], “Spreading the credit: Virtue Relabilism and Weak Epistemic Anti-Individualism”.
Wilson, Robert A. and Foglia, Lucia, “Embodied Cognition”, The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2011 Edition), Edward N. Zalta (ed.), URL = <http://plato.stanford.edu/archives/fall2011/entries/embodied-cognition/>.
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