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La Storia Infinita di Michael Ende è un capolavoro della letteratura fantastica. Non si tratta di un fantasy propriamente inteso perché sebbene abbia diverse caratteristiche proprie del genere (ci sono molte razze non umane, le storie del mondo alternativo sono più importanti di quelle del mondo attuale, cioè del “mondo normale”) non può considerarsi di questa categoria. Non fosse altro perché il mondo di Fantasia, il mondo del fantastico in cui si svolge principalmente la narrativa di Ende (e non il romanzo), è legato a doppio filo, per la sua stessa esistenza al mondo attuale (considerato il “nostro” mondo usuale): senza gli umani e il mondo stesso degli umani Fantasia non potrebbe esistere, mentre forse sarebbe possibile il viceversa, non senza un pericoloso contraccolpo. In fine, La storia infinita non è neppure del genere gotico e tanto meno un romanzo storico, per quanto abbia alcuni tratti del gotico (si pensi alla fortezza di Xayde o agli strani esseri Acharai). Si tratta, in realtà, di un romanzo sostanzialmente unico nel suo genere o, per lo meno, non mi risultano lavori affini per tipologia e profondità.
La trama del romanzo è difficile da ricostruirsi. Nel mondo degli uomini un ragazzino, brutto e impacciato, Bastiano Baldassarre Bucci ruba il libro La Storia Infinita (sic!), che ha la medesima copertina del vostro libro,[1] in un negozio di libri di Carlo Corrado Coriandoli. Coriandoli stava proprio leggendo La Storia Infinita quando viene interrotto da una telefonata, che offre l’opportunità a Bastiano di prendere il libro. Bastiano è un bambino orfano di madre, con un padre odontoiatra apparentemente isolato dal dolore della perdita della moglie. Bastiano finisce presto per essere lo zimbello di tutti, dagli insegnanti ai bulli. Lui stesso finisce quasi per convincersi di essere un reietto. Ma lui aveva una dote irresistibile. Quella di inventare continuamente storie, narrazioni, finzioni e nomi alternativi alle cose. Quel giorno decide, dunque, di marinare la scuola e si nasconde proprio a scuola (così da non destare alcun sospetto nel padre): voleva rimanere isolato per potersi gustare la lettura senza dover essere, come sin troppo spesso, insultato dai bambini e umiliato dagli insegnanti. E ci riesce.
Sin da subito viene catturato dal libro La Storia Infinita che è un libro assai strano. Innanzi tutto non ci sono immagini, ma in compenso le lettere iniziali di ogni capitolo sono in sequenza (il primo inizia con la A, il secondo con la B… l’ultimo con la Z). Inoltre esse sono disegnate con mano esperta, luoghi esotici si trovano come intagliati all’interno delle prime pagine di ogni capitolo con una lettera come bassorilievo. Bastiano odiava i libri noiosi, in cui si raccontano proprio le cose della vita da cui tutti i giorni veniamo assaliti. Non era questo il caso. La storia narrata ne La Storia Infinita non era di questo genere.
La storia de La Storia Infinita inizia con la riunione di alcuni messaggeri che devono andare al palazzo della Infanta Imperatrice, sommo essere supremo di Fantasia, perché ogni angolo dell’infinito spazio di Fantasia è in pericolo. I messaggeri scoprono che tutte le loro terre sono affette dal male più terribile possibile: il nulla sta avanzando. Non si può descrivere neppure questa piaga, se non con l’idea che intere porzioni di territorio tendono a scomparire letteralmente lasciando lo spazio al vuoto. Intere regioni, interi esseri vengono quotidianamente divorati da questo terribile male. Una volta arrivati a destinazione l’Infanta Imperatrice decide di mandare a chiamare l’unico essere di fantasia in grado di trovare la soluzione, che comunque non si trova dentro il mondo di Fantasia…
Il giovane cacciatore Atreiu viene chiamato all’arduo compito di trovare una soluzione per questo problema e gli conferisce l’uso del magico talismano AURYN. Così inizia l’interminabile vagabondaggio del giovane coraggioso Atreiu, il quale conosce i più terribili pericoli ma anche fa conoscenza con alcuni esseri portentosi di Fantasia, tra cui il drago della fortuna Fucur, senza dubbio uno dei personaggi più amabili del regno. Lui e il drago finiscono per scoprire che non c’è rimedio per il nulla, cosa che, tra l’altro, l’Infanta Imperatrice già sapeva. Ma sapeva anche che per trovare il nuovo salvatore occorreva una storia fuori dall’ordinario per convincerlo ad arrivare in Fantasia. E il salvatore non era altri che… Bastiano Baldassarre Bucci. Infatti, l’ultima possibilità per il mondo di Fantasia è che un giovane uomo, dotato dell’arte di inventare nuove storie e nuove parole, donasse a lei, l’Infanta Imperatrice, un nuovo nome.
Bastiano da principio non sa come entrare in Fantasia, è confuso e impaurito all’idea di lasciare il mondo degli uomini. Ma alla fine riesce ad accedere ed accetta il suo ruolo. Dona un nome nuovo all’Infanta Imperatrice, Fiordiluna, ed inizia così il suo viaggio personale e in prima persona in Fantasia. Dal mondo degli uomini, però, non ha lasciato tutto: conserva ancora i ricordi. L’Infanta Imperatrice gli dona il talismano AURYN, il quale ha il potere di far avverare ogni desiderio di Bastiano.
Inizia così un viaggio lungo intorno e indentro al mondo che non ha fine e perciò non ha neppure un centro. Tuttavia, ogni qualvolta Bastiano esprime un desiderio e progressivamente dimentica un pezzo del suo passato umano. Questo lo conduce sino al limite dell’ultima pazzia, quella di voler diventare lui l’imperatore di Fantasia. Guidato dalla maga Xayde, finisce per rinnegare quasi tutta la saggezza e si sente tradito dai suoi migliori amici, Atreiu e il drago della fortuna Fucur. Quando arriva alla città degli imperatori, cioè di tutti quegli umani che hanno dimenticato tutto il loro passato, si rende conto dell’errore: una volta dimenticati tutti i ricordi non si può più uscire da Fantasia e si rimane come matti all’interno di quella città di tutti coloro che avevano perso il senno e i ricordi del mondo degli umani. Gli umani, infatti, non possono rimanere in Fantasia troppo a lungo, non dopo aver ridato la salvezza al mondo in disfacimento: lui non era il primo ad essere stato invocato per tale compito.
La fase finale de La Storia Infinita è la via che deve percorrere Bastiano per uscire da Fantasia e ritrovare, così, il mondo degli umani. Ma non tutto ciò che accade in Fantasia finisce e muore in Fantasia e Bastiano Baldassarre Bucci scopre che non è più identico a sé stesso.
Come detto La Storia Infinita è un romanzo nel romanzo, in cui la storia del mondo attuale, “umano”, è scritta in rosso. Mentre la storia in Fantasia è scritta in verde. Come si capisce, allora, esistono almeno due mondi, distinti ma l’uno accessibile all’altro. Tanto è vero che Bastiano è un umano e non è neanche l’unico ad aver avuto accesso a Fantasia. Lo stesso librario, Carlo Corrado Coriandoli, confessa che l’accesso a Fantasia è possibile in tanti modi. Inoltre, oltre ad essere un romanzo nel romanzo, c’è anche la copertina che è la stessa copertina descritta all’interno della storia: Bastiano diverse volte scopre correlazioni tra quanto scritto nel suo La Storia Infinita e quello che trova nella copertina che, casualmente, è anche la copertina che voi avete tra le mani. In questo senso, allora, si può intuire che il romanzo nel romanzo rimanda anche al “vero” mondo attuale, quello in cui il lettore sta leggendo la storia nella storia infinita.
Innanzi tutto, chiariamo quali sono tutti i mondi considerati direttamente e indirettamente nel romanzo. Prima di tutto c’è il nostro mondo, vale a dire quello in cui il lettore reale (io, voi…) legge il libro e trova la copertina de La Storia Infinita. Chiameremo questo il mondo “base” o mondo 1. Il secondo mondo è quello che riproduce il mondo 1: è il mondo degli uomini, quello di Baldassarre Bastiano Bucci, della sua classe di scuola, di suo padre etc. Si tratta di un mondo in cui vigono le stesse leggi del mondo 1, con la differenza che siamo nella finzione. In questo senso, questo è il mondo “attuale”, perché quello in cui si svolge la vicenda, il mondo 2. In fine, esiste anche il mondo di Fantasia, cioè quello delle storie, il mondo 3. Si faccia caso: “il mondo delle storie”, non della storia al singolare. Perché Fantasia è il regno di tutte le storie possibili! In esso, infatti, compaiono elementi della mitologia classica (le sfingi o i satiri, ad esempio), della mitologia nordica (i Troll, per esempio) o della cavalleria (cavalieri erranti, maghe, città incantate…). Inoltre, pur essendo un mondo fantastico, è dominato dal conflitto, dalla guerra e dallo scontro. Quindi in Fantasia resistono solo due generi di necessità: la necessità logica e la necessità della logica degli stati di interesse (più sorprendente, se si vuole). E in un certo senso, anche la necessità biologica, visto che esistono solo due generi e il maschile è permanentemente attratto dal femminile (l’ovvio corollario del viceversa è comunque asimmetrico, dato che è sempre il maschile ad essere irresistibilmente condotto verso il femminile. Si pensi alla ricerca dell’Infanta Imperatrice da parte di Bastiano, all’amore provato dal cavaliere per l’amata donzella rapita dal drago etc.).
Questi tre mondi sono, per così dire, lo sfondo metafisico della vicenda. Metafisico proprio perché la narrazione di La Storia Infinita, per essere compresa, richiede un genere di analisi noto in filosofia: data la narrazione, perché abbia un senso, bisogna operare delle selezioni sulle entità di base che la rendono plausibile (vera?, forse è troppo forte la nozione di verità, ma qualcosa di simile). Se non si separano con chiarezza i mondi non si può comprendere la profondità stessa del lavoro di Ende.
Ogni mondo ha, dunque, qualcosa di profondamente comune con tutti gli altri, ma anche qualcosa di diverso. Innanzi tutto la logica formale e la logica degli stati di interesse rimangono in tutte e tre le dimensioni: ci sono amori, amicizie, alleanze e rifiuti. Inoltre, i ragionamenti che valgono in un mondo, valgono anche nell’altro. Tanto più tra mondi “vicini”: un ragionamento corretto nel nostro mondo, vale anche in quello del 2, ma non necessariamente nel 3. Ciò che cambia sono le leggi “fisiche” dei tre mondi, dove nell’ultimo le infrazioni alle leggi della fisica ordinaria sono diffuse ma non totali (quasi tutti gli esseri di Fantasia, ad esempio, rispettano la legge di gravità, mentre l’infrazione alle leggi della conservazione della massa/energia sono continuamente infrante). Inoltre, i mondi sono comunicanti ed è questo un punto fondamentale.
Dal nostro mondo possiamo accedere al mondo 2, cioè quello di Bastiano e della sua scuola. E grazie al mondo 2 possiamo accedere al mondo 3, cioè a Fantasia. Si faccia caso che il romanzo inizia con il mondo 2 e finisca nel mondo 2… Questo è un chiaro sintomo del fatto che per poter concepire la logica stessa dei mondi di La Storia Infinita è necessario il secondo mondo di raccordo perché rende possibile l’introduzione e del terzo mondo e rende sensata la relazione tra i mondi 1 e 3, i più importanti. Di questo si chiarisce subito il significato.
I mondi sono effettivamente comunicanti. Esistono esseri che passano dal mondo 2 al mondo 3 (ad esempio Bastiano e Carlo Coriandoli), ma esistono anche esseri che passano dal mondo 3 al mondo 2 (ad esempio, il lupo mannaro). Solamente pochissimi esseri possono passare dal 3 al 2 senza diventare menzogne! Questo è il punto: le storie che esistono in Fantasia, fintanto che esistono in Fantasia, sono storie genuine, fanno parte di quello che funziona bene. Ma quando le storie passano da Fantasia al mondo 2, al mondo di Bastiano, ecco che diventano menzogne. Che è, poi, quello che capita dal mondo 2/3 al mondo 1! Quando un uomo nel nostro mondo racconta una storia falsa sta raccontando appunto una menzogna, la cui realtà è diventata impalpabile: essa era plausibile, in qualche senso “reale” in Fantasia. Ma solo in Fantasia. Poi diventa menzogna. In questo senso, chiaramente, c’è qualcosa che si mantiene nel passaggio da un mondo all’altro, ma anche qualcosa che si perde. E ciò che si perde è il riferimento, la realtà della storia. Una storia che non ha riferimenti è vera in Fantasia ma non nel nostro mondo. Una storia vera nel nostro mondo ha valore sin tanto che rimane nel nostro mondo, ma non in Fantasia.
Il pericolo che correva Fantasia era quello di scomparire. Perché, si diceva, che nel mondo 2 gli uomini volevano abbatterla. Ed è per questo che ritroviamo, qui, una connessione con il mondo 1: qui Ende si sta riferendo al mondo base, in cui i veri uomini non vogliono più accedere a Fantasia, il mondo della fantasia, il mondo del tutto possibile, di tutte le storie. Per questo l’Infanta Imperatrice, nel mondo 3, invoca un uomo del mondo 2 che ridia la parola a Fantasia. In altre parole, la bontà di Fantasia, la sua stessa esistenza, è possibile sin tanto che un nuovo uomo la reinterpreta. I fatti della fantasia sono tutti già presenti in Fantasia, ma quali diverranno reali in Fantasia? Per questo serve un intervento esterno, una nuova parola, cioè una nuova versione di una delle infinite storie possibili in Fantasia. E qui si comprende, allora, perché esistano solo tre mondi.
Il mondo base, il nostro mondo, lo conosciamo e non insisto. Il mondo 2 è l’artificio letterario, vicino al mondo di Fantasia perché non ha consistenza. Ma non è ancora fantastico. Rispetta tutte le leggi del mondo 1, per questo è una sua finzione, finzione per altro resa indispensabile per rendere possibile la costruzione del mondo 3, altrimenti impossibile (non si può scrivere un libro in cui… il lettore di volta in volta entra in Fantasia!). Il mondo 3, invece, non è niente di definitivo. Esso è la somma di tutte le infinite possibilità a disposizione della fantasia, cioè dell’immaginazione umana. Esso non ha altri mondi (un mondo 4, 5… n) perché esso è il mondo di tutti i mondi ed è un mondo che vien detto “eterno” ma allo stesso tempo “con un passato e un presente e un futuro”. Questo perché esso diventa di volta in volta quel che uno vuole, quel che si impone al solo volere. E’ presente ma con passato, perché all’atto del desiderio si retroagisce anche sul passato, quindi ammette anche il futuro, in base al nuovo desiderio. Ma è anche eterno, perché la storia costruita non ha età rispetto a Fantasia. Era sempre già possibile, già sempre formulata, come un teorema che viene scoperto ma non inventato.
La Storia Infinita si scopre infinita in una moltitudine di significati talmente ampi che è impossibile da raggruppare. Innanzi tutto è un infinito attuale perché gli orizzonti di Fantasia non sono finiti e non ha un centro (e probabilmente una parte di Fantasia può essere rapportata con il tutto… Questo lo aggiungo io, ma non è del tutto inverosimile). Inoltre, Fantasia può essere reinterpretata non soltanto da una persona, ma dalla stessa persona più volte. In altre parole, se una persona può accedere al mondo di Fantasia, allora quella stessa persona può accedere n volte a Fantasia. In fine, non esiste un numero finito di interpretazioni possibili di Fantasia: infatti esso è il mondo di tutte le storie possibile, è l’insieme di tutti i mondi possibili che non siano né il mondo 2 né, ovviamente, il mondo 1. Per questa ragione ultima Fantasia è inesauribile, e, dunque, infinita. Il mondo 3 è, dunque, infinito in almeno questi sensi: non ha dimensioni finite, né nel tempo né nello spazio, è eterno, ammette tutte le possibilità (ogni storia) ed è, quindi, inesauribile. In fine, Fantasia è infinitamente reinterpretabile, un mondo che può essere reinterpretato infinite volte addirittura dalla stessa persona.
Il libro di Michael Ende è, in questo senso, un potente artificio letterario che si impronta sulla logica? In un certo senso lo è, evidentemente. Ma quello che è il vero punto è lo scopo. Ed è questo che distingue il lavoro di Ende da altri, per esempio Tolkien o Asimov. Lo scopo di Ende è quello di mostrare che la fantasia è infinita, il regno di ogni possibile, di ogni forma, di ogni pensiero. Esso è infinito, esso è l’infinito che salva continuamente la razza umana dall’abbruttimento. E il modo principale per accedervi è quello del libro, quello della finzione narrativa scritta che sin dalla copertina rende possibile al lettore il salto nell’iperuranio che, però, deve terminare. Se non termina, se il lettore si perde in Fantasia, diventa semplicemente un folle. E allora la parabola è quella della scala a V rovesciata: si sale, si entra in Fantasia, si esce. Non è consentito rimanere in Fantasia troppo a lungo, ma è possibile ritornarci ogni qualvolta lo si desideri davvero, magari grazie alla lettura di un libro.
In definitiva, l’architettura di Michael Ende è solo l’espediente narrativo per insegnare al lettore adulto quanto ancora abbia sempre bisogno di quella fantasia, che si scopre così importante proprio quando la si rinnega di più, proprio quando la logica del mondo 1 e al massimo del mondo 2 prende ogni sopravvento. E allora un libro può riaccendere quella luce che ci ricorda che vale sempre la pena di sognare, anche se quel sogno che prima avevamo avuto, non è più lo stesso. Ma non poteva essere lo stesso, perché non ci si bagna due volte nella medesima acqua. Che è l’acqua salvifica e rigenerante della fantasia. Solo un uomo che ha amato, ama e amerà la lettura e la letteratura può comprendere fino a che punto La Storia Infinta è uno dei massimi capolavori della storia che ingloba tutti i generi. Perché La Storia Infinita è l’espressione ultima dell’uomo che non può fare a meno del suo infinito, inesprimibile e ineluttabile bisogno di sognare.
[Consiglio di comprare il libro con la copertina originale. Ne vale la pena]
Michael Ende
La Storia Infintia
Corbaccio
Pagine: 446.
[1] Per questo la copertina del vostro libro è importante: consigliamo di acquistare l’edizione con la copertina simile all’originale.
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