Desidero segnalare a tutti i lettori di SF2.0 l’uscita del mio nuovo libro L’eterna battaglia della mente Scacchi e Filosofia della guerra con prefazione dell’autorevole Mario Leoncini, pubblicato per Le Due Torri, casa editrice di scacchi e non solo di Bologna. Chiunque desideri comprare il volume, per il momento rimando esclusivamente al sito della casa editrice. Il prezzo di copertina è attualmente scontato. A seguire la quarta di copertina:
Ancora oggi gli storici non sono in grado di dire la parola definitiva sull’invenzione degli scacchi. Si sa che nel VI secolo gli scacchi erano presenti in India, ma non sappiamo se sono stati inventati o piuttosto siano il frutto evolutivo di qualcos’altro. Non c’è bisogno di scomodare la storia o l’archeologia per capire che la partita a scacchi è, innanzitutto, un combattimento in cui si affrontano due eserciti di forza uguale. Gli scacchi sono il primo wargame della storia e hanno una prerogativa evidente rispetto ai tradizionali giochi da tavolo: sono una simulazione di guerra, un simbolo stilizzato di quello che capita durante le battaglie. Ad iniziare dalla sua codifica estetica che ha soggiogato gli uomini di ogni tempo. Ogni singola partita di un torneo rappresenta una battaglia di una guerra.
Come il libro racconta, gli scacchi si prestano a rappresentare la guerra in molteplici aspetti: massa combattente, strategia, tattica, psicologia e attività di conoscenza. Ma la compenetrazione tra il più ampio fenomeno della guerra e l’attività scacchistica è ancora più radicale di quanto possa apparire a prima vista.
In questo lavoro, l’autore ha voluto tracciare in modo compiuto la metafora degli scacchi come wargame e come battaglia militare, ma anche indicarne il limite.Ha voluto sottolineare come gli scacchi, benché metafora di guerra, siano anche e soprattutto, tramite la condivisione della bellezza del gioco, uno strumento di pace e di fratellanza (Indice).
Autore: Pili Giangiuseppe
Anno: 2014
Pagine: p. 168
Editore: LE DUE TORRI
ISBN 9788896076521
Siegbert Tarrasch (1862-1934), di professione medico, fu uno dei più forti scacchisti del suo tempo; nel 1908 giunse addirittura a sfidare l’allora campione mondiale Emanuel Lasker (il quale fu anche matematico e filosofo) ma questi mantenne il titolo, con otto vittorie, tre sconfitte, cinque patte.
Robert J. Fischer (1943-2008) ha detto di Tarrasch: «Come una lama di rasoio, ha sempre seguito le proprie regole. Malgrado la devozione a un metodo presumibilmente scientifico, il suo gioco era spesso arguto e brillante» [citazione tratta dal libro “GLI SCACCHI, LA VITA. Lezioni di strategia dal campione che è diventato il principale oppositore di Putin” di Garry Kasparov, Ed. Mondadori 2007, capitolo “Calcolo”].
Per quanto riguarda la fede religiosa, Siegbert Tarrasch dall’Ebraismo si convertì al Cristianesimo.
Egli espresse in maniera molto efficace ciò che il gioco degli Scacchi può significare per la vita di una persona: «Gli scacchi, al pari dell’amore e della musica, possiedono la capacità di rendere felice l’uomo» [citazione riportata sia nel libro di Kasparov, sia in apertura del capitolo conclusivo (“Gli scacchi, uno strumento di pace”) del libro “L’ETERNA BATTAGLIA DELLA MENTE. Scacchi e Filosofia della guerra” di Giangiuseppe Pili].
Scacchi, Amore, Musica: presenza di Dio…
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Giorgio Della Rocca
Ti ringrazio, caro Giorgio, dei tuoi delicati commenti. Tarrasch fu un grande scacchista, soprattutto come persona che ha dedicato il suo tempo a capire e far capire gli scacchi. Alla fine, l’importante è comprendere appunto come gli scacchi siano uno strumento e non uno scopo e, allora, vedere la vera vittoria alla portata di mano.