Plank La rivoluzione dell’infinitamente piccolo è un libro di divulgazione scientifica su una delle figure principali della fisica del secolo XX, Max Plank. Il libro è strutturato in modo da considerare la figura storica, oltre che scientifica, del grande fisico tedesco. In questo senso, la figura e la biografia di Plank è particolarmente feconda per tante ragioni. Da un punto di vista scientifico, egli formulò la celebre equazione (nota appunto come equazione di Plank), considerata uno dei risultati chiave per l’elaborazione della fisica quantistica.
Da un punto di vista storico, Plank fu uno dei più grandi scienziati prima della Germania guglielmina prima della prima guerra mondiale, fu a capo di importantissimi istituti scientifici e rimase in Germania anche durante il periodo nazista e anche successivamente.
Storicamente e scientificamente Plank, dunque, fu una figura chiave della Germania della prima metà del novecento. Ma la sua figura è interessante per almeno altre due buone ragioni ad uso e consumo per i non addetti ai lavori della scienza fisico-matematica. Proprio in quanto figura preminente di quel mondo scientifico che fece grande la Germania, egli era anche impegnato da un punto di vista politico, sia per quanto riguarda la vita accademica del suo tempo (che è sempre una posizione anche politica o almeno parzialmente se non essenzialmente), sia per quanto riguarda la sua personale vita privata. Egli, infatti, fu un fervente patriota, vagamente conservatore, venuto su da una famiglia agiata. Durante la prima guerra mondiale egli scrisse addirittura un manifesto di impegno patriottico a favore della Germania. Tuttavia, dopo aver toccato in prima persona i risultati dell’ingiustizia della guerra e il prezzo che la Germania dovette pagare per essa, come poi anche il resto d’Europa, non sostenne la Germania nazista sia nella politica razziale che nel militarismo ideologico. Ma non si oppose neppure. Egli tentò in più circostanze di mantenere buoni rapporti con gli altri scienziati del mondo, di salvare il salvabile per quanto riguarda i colleghi ebrei.
La scienza ha una sua dimensione politica, che oggi si sorvola allegramente per poter creare ancora legami più forti tra i poteri. Nel libro la complessità della vita accademica emerge in modo chiaro proprio dalla ragnatela di rapporti che Plank intrattenne con il resto della vita (politica e sociale) del suo tempo.
D’altra parte, il libro è interessante anche per un altro motivo. Esso parla della vita privata di Max Plank e delle sue esperienze personali. Nonostante fosse nato in una famiglia agiata, nonostante fosse sostenitore di ideali politici conservatori e patriottici, egli perse un figlio durante la prima guerra mondiale e dovette salvarne un altro durante la seconda. Egli non ottenne risultati scientifici quando era giovanissimo, nella misura in cui difficilmente in apparati burocratici (quali sono le organizzazioni scientifiche finanziate dalle istituzioni statali) si riesce in simili intenti, se non opportune ragioni extrascientifiche. I drammi personali di Plank furono molti e la sua principale occupazione fu quella di mantenere la scienza al di sopra di ogni possibile implicazione politica. Egli portò avanti ricerche importanti in quella che poi diventerà la fisica quantistica, si concentrò sullo studio dell’irradiazione di energia da parte di corpi neri, tentò di mantenere rapporti con i centri di ricerca dei paesi belligeranti durante la prima guerra mondiale, considerò le donne come sue pari e difese pubblicamente il diritto delle donne ad accedere ai centri di ricerca. Plank si interessò anche di filosofia della scienza e di filosofia applicata alla scienza.
Il libro di Izquierdo è corredato di schede integrative in cui si entra nel dettaglio (pur sempre nei limiti della divulgazione) degli esperimenti, di particolari storici o biografici particolarmente importanti per comprendere la complessa figura di Max Plank. In tal senso, sono molto utili anche una biografia essenziale e l’apparato bibliografico.
Alberto T. P. Izquierdo
Plank La rivoluzione dell’infinitamente piccolo
Le grandi idee della scienza
Pagine: 167.
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