I numeri magici di Fibonacci è uno dei libri della collana La matematica come un romanzo che sta uscendo periodicamente per settimana con il Corriere della sera. Abbiamo già avuto modo di parlare della lodevole iniziativa di una delle più importanti testate italiane, ma in questa sede vorremmo considerare il volume di Keith Devlin. Non si tratta propriamente di un lavoro introduttivo ad una parte della matematica, quanto di un libro che racconta la storia di uno dei matematici più importanti del medioevo, per quanto uno dei più sconosciuti. Di Leonardo Fibonacci abbiamo pochissime attestazioni e la sua stessa opera viene riscoperta e tradotta in inglese solo di recente, per via del fatto che essa viene ripresa e rielaborata, quando non diventa così inclusa nella nostra normale prassi di calcolo da diventare scontata, ancorché non banale. Infatti, come molte opere di genio, ciò che è stato il frutto di grande lavoro e di grande studio spesso viene compattato in modo da acquisire i risultati senza la coscienza di ciò che ha potuto garantire quegli stessi risultati. D’altronde, nessuno che sappia fare due più due sa indicare il motivo per cui non fa tre o, per meglio dire, non sa esibire una dimostrazione rigorosa di questo fatto. Allo stesso modo, quando eseguiamo i calcoli delle moltiplicazioni presenti nelle tabelline nessuno sa quali sono le ragioni che ci danno fiducia su quei calcoli. Per questo il libro di Keith Devlin risulta essere così interessante: perché riconsidera la storia non di un artista, non di uno scrittore o di un uomo d’arme, ma di un matematico che ha avuto talmente tanti influssi da essere presto dimenticato in nome dei suoi risultati così acquisiti da venire considerati ovvi. Ed è sempre dal presunto ovvio che si scoprono le più grandi novità perché è esattamente ciò che sembra banale senza esserlo.
Devlin è professore di matematica a Standford, dove svolge anche il ruolo di direttore per lo studio della tecnologia e delle scienze umane. Il suo intento programmatico è enunciato sin dalle prime pagine: “Come mai gli uomini (come specie e come società) hanno acquisito una tale familiarità con queste astrazioni [i numeri e altri enti matematici] – inventate dai nostri antenati solo qualche migliaio di anni fa – fino a diventarne completamente dipendenti?” Per rispondere a questa domanda non è possibile evitare la figura di Leonardo da Pisa, altrimenti noto come Fibonacci. L’argomento, dunque, è quello di un’archeologia del pensiero matematico, capace di riportare il lettore di fronte agli aspetti non banali e affascinanti della matematica, quale che sia il suo livello di competenza in questo campo. Infatti, si tratta di un libro che può essere interessante per vari aspetti e sotto varie angolature: si presta ad essere una ricostruzione storica di una parte della matematica, si può leggere come parziale biografia di Leonardo da Pisa ma anche come gradevole ricostruzione di un mondo complesso fatto di uomini, numeri e storia. Lo stile, agevole ed accessibile, risulta affine ad altri lavori virtuosi del settore, in cui la semplicità cerca di sfrondare gli elementi dei ragionamenti formali, al massimo inoppugnabili ma sempre rischiosamente aridi.
I numeri magici di Fibonacci è senza dubbio un libro interessante, la cui inclusione nella collana La matematica come un romanzo ci rincuora del fatto che è sempre possibile trovare, anche nei momenti di crisi, soluzioni originali nel mondo dell’editoria italiana.
15 Luglio
Keith Devlin
I numeri magici di Fibonacci
in edicola a € 7,90
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