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L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un libro di divulgazione scientifica, in particolare, si tratta di divulgazione delle neuroscienze. Oliver Sacks, i cui critici (ma molto discutibili nella loro critica) lo soprannominarono l’uomo che scambiò le neuroscienze per una montagna di soldi, è un fisico, neurologo e autore di numerosi lavori di varia natura.
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è una raccolta di report su casi clinici neurologici reali, pur nella loro assurdità, che ne costituisce sia l’elemento umoristico, che l’elemento drammatico. Il lettore, infatti, è spesso colto da una sensazione mista tra il divertimento, il senso di spasso ma anche l’angoscia. Infatti, da un lato, i casi clinici che Sacks riporta sono decisamente interessanti, da un punto di vista strettamente neuroscientifico.
Tuttavia, per un lettore disinteressato agli aspetti tecnico-clinici, essi risultano semplicemente una raccolta di racconti grotteschi per chi ha un amore per i fenomeni freaks. Infatti, nonostante Sacks sia un buon divulgatore, egli non aggiunge molto alle conoscenze sulla neuroscienza (o sulle neuroscienze), se non il fatto che i neuroscienziati si trovino (talvolta) di fronte a casi realmente difficili da capire per via della loro controintuitività (come l’uomo che si dimenticava ogni singolo ricordo a breve termine, ma ricordava benissimo cosa era accaduto una ventina di anni prima) e passino molto tempo in lunghe attese di simili “casi”.
Per trattarsi di un libro di divulgazione, risulta un po’ troppo scarno rispetto a ciò che è la neuroscienza (o le neuroscienze). O comunque anche per quanto riguarda la sola neurologia. E’ vero che Sacks dice che, nonostante gli uomini siano composti di parti, anche quando si debba cercare una soluzione al malfunzionamento di una parte bisogna pur sempre ricordarsi che l’uomo è un’entità complessa da considerare come un tutto organico, come se avesse “un’anima”, quale che sia il significato della parola. Tuttavia, se gli insegnamenti didattici di Sacks si limitano a questo, il libro non risulta poi così informativo come si vorrebbe. Ed è proprio questo il punto. Perché leggere una raccolta di casi clinici, di cui i neuroscienziati possiedono oltretutto resoconti più dettagliati, non ha molto senso se non perché uno può essere incuriosito dalle stranezze delle malattie mentali. Sarebbe un po’ come leggersi dei resoconti di patologie di traumi fisici in sede di “divulgazione”… E’ evidente che l’interesse può nascere esclusivamente da qualche fattore non proprio chiaro.
Il libro, dunque, bestseller in tanti paesi, si presta, così, ad una lettura ambigua laddove può vedersi come una introduzione alla neuroscienza o alla neurologia, oppure una raccolta di casi grotteschi. E non è escluso che molto del successo sia dovuta a questa peculiare ambiguità che sarebbe, forse, da comprendere all’interno di ciò che era negli intenti di Sacks e su cui non è facile trarre conclusioni che non siano pure congetture, cosa che noi eviteremo di fare. In ogni caso, si tratta di una lettura godibile, quando non grottesca e angosciante, favorita da una prosa piana, come quella di gran parte della divulgazione strettamente scientifica.
Oliver Sacks
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Adelphi
Pagine: 320
Euro: 11,00
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