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Consigliamo le Polis e la civiltà micenea
La storia di Creta è una storia molto antica. Infatti, popolazioni abitavano l’isola di Creta già a partire dal Neolitico. Per motivi di tempo e importanza partiremo dal 2200 a.C. circa quando i nativi cominciarono a costruire i primi palazzi, in quello stesso periodo in cui i Micenei cimentavano le loro doti nelle arti funerarie. Questo è un periodo molto importante perché segna la cesura fra un momento iniziale in cui si viveva in grossi villaggi dediti all’agricoltura e alla pastorizia, e un altro momento in cui comincia a nascere l’agglomerato urbano. Si crea dunque un architettura pianificata con rete stradale, rete fognaria, acquedotto, fontane e spazi riservati, al cui centro di tutto c’era il palazzo.
Nasce così dunque l’età dei palazzi, a cui probabilmente i cretesi si rifecero come modello alle civiltà del vicino Oriente, anche se gli studiosi non si azzardano a trarre conclusioni definitive a riguardo: sono troppi pochi infatti i riscontri e non abbiamo certezza che la nascita dei palazzi a Creta non sia dato da un’evoluzione delle tecniche native.
Il palazzo cretese è composto da un insieme di ambienti costruiti attorno a un pianta ortogonale e raggruppati attorno a un cortile rettangolare che risulta essere il centro del palazzo. Il palazzo poteva essere a uno o più piani a cui si accedeva attraverso delle grandi scale. Tutto era costruito con cura e i dettagli erano molto importanti. Le grandi sale del palazzo erano tutte circondate da colonne e ciò per caratterizzare l’imponenza della struttura; gli architetti inoltre cercarono in tutti i modi di approfittare del clima ad alta esposizione di luce solare presente in quell’isola creando grandi pozzi di luce per illuminare il pianterreno altrimenti buio. Erano presenti cisterne e magazzini per le derrate. Era un luogo insomma in cui era possibile essere autosufficienti dal resto delle strutture fisiche e sociali ed era un po’ questo il concetto del palazzo: un luogo di custodia, di difesa e di prestigio. Era un luogo amministrativo: sono state trovate infatti, diverse tavolette di argilla dove su scritti c’erano dei dati amministrativi e anche dei sigilli per le merci da immagazzinare. Il palazzo ospitava anche degli artigiani specializzati, i quali avevano un loro “appartamento” nel quale vivere con la loro famiglia; gli artigiani senz’altro erano presenti per assicurare all’elite presente nel palazzo un costante supporto di merci di qualità.
Non sappiamo bene come fosse gestito il sistema politico di Creta, ma sicuramente il palazzo non era un luogo per le classi disagiate. Il palazzo era, come detto, la struttura centrale della società cretese che caratterizzava la città da un villaggio semplice: sembra che Creta a quell’epoca fosse già divisa amministrativamente in regioni, ognuna delle quali era appunto dominata da un palazzo.
Esisteva, con tutta probabilità, un solo re, come ci tramanda la narrazione del re Minosse. Anche se non è chiaro quest’ultimo dato (sembra infatti il termine minos significasse “re” generalmente), sicuramente ciò che portò molta prosperità nell’Isola di Creta furono i lunghi periodi di pace che regnarono al suo interno, preservandola e facendo di essa un polo dove poter gestire l’economia e il commercio in tutta serenità. I Cretesi di ogni epoca sono stati abili navigatori, ed è lecito pensare che attuassero nel mar Egeo una pratica della pirateria. Il commercio era senz’altro uno dei fattori dominanti di questa civiltà: infatti, le terre di quest’isola erano abbastanza povere specialmente di metalli come rame, argento, stagno e piombo. Dovettero sviluppare l’arte della marineria per raggiungere la Grecia e non solo: documenti importanti di scambi commerciali ci indicano che i Minoici (secondo nomo dei cretesi dal nome del re Minosse) abbiano viaggiato anche in Mesopotamia e in Palestina e malgrado tutto l’Egitto fu la terra in cui si insediarono maggiormente. Nel 1700 a.C. assistiamo a un generale decadimento dei palazzi di cui abbiamo parlato, non si sa bene per quale motivo, probabilmente però il lungo periodo di pace che era durato per cinque secoli cessò o forse la causa potrebbe essere riportata negli agenti calamitosi della natura. La devastazione non durò a lungo: in un periodo poco più successivo, i palazzi furono ricostruiti in un modo ancor più magnifico che in passato.
La Creta dei secondi palazzi (1600/1450 a.C. per l’isola, 1600/1375 a.C. per la città di Cnosso) vede delle differenze rispetto al periodo precedente più sulla forma che sull’utilizzo del palazzo stesso. La ricostruzione che vede la rinascita e la rifioritura di questa civiltà, rispecchia un nuovo periodo di serenità interna. L’isola è ricca: le sue produzioni si internazionalizzano e viaggiano per tutto il mondo conosciuto attraverso gli scambi commerciali. I legami con l’Egitto e il vicino Oriente (Palestina e Siria) si intensificano, portando importanti influssi artistici anche all’interno della stessa isola. Questo periodo è caratterizzato da quattro grandi palazzi: il palazzo di Cnosso era il più importante con una superficie doppia rispetto a tutti gli altri, quello di Festo, quello di Mallia e infine quello di Zakro che era il più piccolo di tutti a sud-est dell’isola.
La natura del potere politico in questi anni continua ad essere di difficile comprensione. Tuttavia l’esistenza di una classe dirigente aristocratica, vista la struttura delle varie città, è innegabile, per lo meno all’apparenza.
Ancora anche la religione è un elemento oscuro di questa civiltà: lo studio dei sigilli detto “glittica”, degli affreschi e dei vasi, è stato tuttavia molto importante. Infatti, grazie ad esso abbiamo potuto constatare che spesso c’erano delle cerimonie il cui preciso significato è per noi sfuggente; ad esempio processioni, danze collettive, le tauromachie, sono tutti scenari di cui non possiamo approfondire oltre.
Ancora una volta come in passato, nel 1450 a.C. (a Cnosso successivamente) si assiste al declino e al rapido crollo definitivo dei grandi palazzi. La ragione storica del declino è un enigma al quale gli storici immaginano varianti e ipotesi da più secoli: un’ondata di distruzioni devasta tutti i siti, i palazzi e le residenze di lusso. Gli insediamenti esterni all’isola verranno subito rioccupati dai Micenei. Questa potrebbe essere infatti una delle soluzioni all’enigma della distruzione, vale a dire l’occupazione violenta dell’isola da parte dei Micenei. Il 1375 a.C. è la data che convenzionalmente segna la fine totale dei palazzi cretesi: a Cnosso sembra però essere stato un terremoto la causa della distruzione.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Mossè C., Storia dei Greci, Carocci Editore, Roma, 1997
Musti D., Storia Greca, Meridiani Mondadori, Milano, 1989
Lotze D., Storia Greca, il Mulino, Bologna, 1995
Cordano F. e Schirippa P., Le parole chiave della storia greca, Carocci Editore, Roma, 2008
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