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Poe è solitamente associato alla narrativa gotica figlia di tante suggestioni romantiche. Ma pochi sospetterebbero che un uomo dalla vita sregolata e dalle abitudini letterarie più volte al macabro e al misterioso che al ragionamento, sia il fondatore del filone “razionalista” del racconto con enigma.
Poe è il fondatore del giallo classico, una narrativa che premia il gusto della ragione nel scoprire il mistero più che l’evocazione di emozioni primordiali da dipanare nella storia. Nei due racconti “Due delitti in via Morgue” il macabro è soltanto il mezzo per spiazzare psicologicamente il lettore ma la ricostruzione è puramente affidata alla razionalità-onniscente del personaggio principale, Dupin. L’importanza di questa dettagliata analisi di genere induttivo è mostrata dalla lunghezza: quasi la metà dell’intero racconto è la ri-costruzione della verità oggettiva.
Per chi non lo sapesse, Sherlock Holmes non fumava la pipa di schiuma. Egli fumava, sì, ma non dalla pipa eburnea, con il bocchino lungo. Ma Dupin sì. Così, coloro che pensano al grande Sherlock come all’investigatore dalla pipa di schiuma saranno sorpresi di scoprire che, in realtà, era il suo antenato a fumare con quel pregiato arnese di piacere. E sempre in relazione a Sherlock, c’è un passo in chi Holmes parla esplicitamente di Dupin, vantandosi di essere infinitamente meglio di lui, quanto a capacità di risolvere i problemi mediante il “metodo”. Aggiungiamo che i romanzi di Doyle sono, nel loro genere, migliori dei due racconti di Poe, sebbene siano proprio figli del grande genio americano. Il gotico sotto l’alone quotidiano tipico dei romanzi con Sherlock Holmes, il gusto del mistero e della razionalizzazione di esso sono proprio il risultato di quel sodalizio che in Poe era solo accennato ma già presente. Due racconti che meritano di esser letti per tutti gli amanti del genere.
EDGAR ALLAN POE
DUE INCHIESTE DI DUPIN
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