Periodo: 1600-1700.
Temi: Gusto dell’avventuroso, improvvisazioni su canovacci, maschere.
Scheda
La commedia dell’arte è il raccordo tra la commedia rinascimentale la cui forma è debitrice della commedia classica plautina. Il nome “commedia dell’arte” è dovuto agli attori che la inscenavano: questi erano attori professionisti e si specializzavano nella rappresentazione di un particolare carattere, strutturato su una “maschera”, la quale era un particolare personaggio dotato di particolari peculiarità caratteriali specifiche. Gli attori, salvo alcuni, recitavano vestiti in modo peculiare, col volto coperto dalla loro maschera. Ogni maschera aveva una serie di qualità morali del tutto specifiche, che lo spettatore era capace di intuire immediatamente vedendola. In questo senso, la commedia dell’arte sarebbe una struttura scenica e scritturale decisamente rigida , se non fosse che ogni attore aveva un certo margine di libertà per improvvisare. Tuttavia, l’improvvisazione si fondava su trame già stabilite in precedenza, i canovacci: i canovacci dovevano avere una posizione fondamentale in quanto non erano le analisi o costruzioni psicologiche a determinare il principale divertimento, ma le situazioni inscenate dallo sviluppo degli eventi. Nella commedia dell’arte confluivano varie influenze: in primo luogo era presente un richiamo alla cultura arcaica e pagana, come suggerisce la maschera di Arlecchino. Ma c’è pure il gusto per i movimenti acrobatici e per la cultura popolare. In fine, si aggiunge anche un certo gusto per lo spirito avventuroso. Il pubblico di riferimento era quello della piazza dei paesi in cui gli attori girovaghi andavano ad inscenare la loro rappresentazione, così che un film come La strada mostra con una buona approssimazione come doveva svolgersi l’attività degli attori raminghi. Fellini, non a caso, riprende concettualmente le tematiche popolari della commedia dell’arte, con il suo amore per la semplicità popolana, per le maschere e per gli acrobati, tutti elementi che, sebbene si fondano su elementi reiteranti e strutturalmente fissi, lasciano u buon margine per le capacità puramente improvvisatorie dei vari artisti.
Bibliografia
Casadei A., Santagata M., (2007), Manuale di letteratura italiana medioevale e moderna, Laterza, Roma-Bari.
Dizionario Critico della Letteratura Italiana, UTET, Torino, Voll. 1.
Dizionario Garzanti della Letteratura, Garzanti, Milano.
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