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Consigliamo – La finestra sul vuoto di Raymond Chandler
Un marinaio provetto, Ulf, conosce per caso un personaggio misterioso, Mcduff seguito da un altro uomo altrettanto avvolto dall’ignoto, un certo Pekka, un finlandese. Pekka ha attraversato il mare del nord in inverno con una donna di nome Mary. Il finlandese era spaventato a morte da Mcduff e decide di fidarsi di Ulf, donandogli il suo diario di bordo. Dopo qualche giorno, Pekka viene ritrovato morto, senza testa. Che sia stata opera di Mcduff? In ogni caso, Ulf decide di scoprire di più e chiama il suo amico Torben e gli chiede se lo vuole accompagnare. Un po’ per diffidenza, un po’ per paura di non essere creduto, Ulf non dice all’amico il vero motivo della sua partenza, ma Torben è un uomo razionale al cui fiuto infallibile è impossibile negare la verità. Così, i due amici si mettono alla ricerca di quel che era il mistero di Pekka. Attraverso il diario di bordo del finlandese, scoprono l’esistenza di qualcosa chiamata “Il cerchio celtico” di cui non si sa nulla. Sarà il Cerchio ad aver causato la morte di Pekka e chi era quella donna misteriosa di nome Mary e perché Mcduff li stava cercando? Tra sospetti, il magico mare e il Rustika, la barca di Ulf, i protagonisti arriveranno a scoprire il mistero attraverso un’avventura che segnerà indelebilmente le loro vite.
Un romanzo dallo stile cristallino la cui speditezza lascia senza fiato. La bellezza delle descrizioni dell’ambiente riesce in pieno a rendere preziosa l’atmosfera di mistero e avventura. Il protagonista, Ulf, che racconta la vicenda, è l’Io narrante stesso e alter-ego dello scrittore che mette inscena se stesso sottoforma di persona curiosa e invincibilmente bisognosa di libertà. Che si tratti dello scrittore stesso non c’è adito a dubbio giacché Ulf/Larsson hanno vicende biografiche identiche, salvo l’avventura in se stessa. Ma anche Mcduff è un altro alter-ego dello scrittore il quale rappresenta un po’ un altro possibile sé.
I personaggi del libro sono pochi: Mary, Torben, Mcduff, Junior, Dick, O’Connell, il Rustika e il Cerchio celtico. Tutti, sebbene pochi, riescono a sostenere la trama e la necessità dell’atmosfera. Mary rappresenta la donna, la sapienza e, allo stesso tempo, il grande ignoto. Torben è la ragione in sé, pura e semplice, sebbene non sempre impermeabile. Mentre Dick e O’Connell sono gli onnipresenti cattivi, capaci anche nell’assenza di gravare sulla coscienza del lettore. Il Rustika, la barca a vela (uno sloop di fabbricazione inglese e dalle caratteristiche peculiari) è un organismo complesso ma vivo, capace di catturare la simpatia e l’affezione di chi legge.
Tutto sommato, sembra andare tutto bene: un romanzo d’avventura con una buona atmosfera e dei buoni personaggi, uno stile cristallino e capace di catturare con dei momenti di straordinaria intensità nelle descrizioni di vita di mare e nelle visioni introspettive assolutamente magistrali. Tuttavia, rimane il terribile dubbio dell’artificiosità e della costruzione del romanzo: un mistero da risolvere, un Watson affiancato da uno Sherlock, una donna affascinante e dei cattivi veramente implacabili. Nonostante tutto, non si riesce a cancellare il senso di artificiosità dietro all’edificio narrativo: siamo di fronte ad un capolavoro del genere oppure ad un buon romanzo di cui si può apprezzare l’orpello ma se ne rimane dubbiosi all’interno dell’architettura? Un dubbio difficile da sciogliere ma che, tutto sommato, non toglie il piacere della lettura che questo libro offre indiscutibilmente.
BJORN LARSSON
IL CERCHIO CELTICO.
IPERBOREA.
PAGINE 409.
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