Il linguaggio algebrico dei quattro angeli della devastazione
L’Apocalisse di Giovanni mostra di sé un fatto nuovo che non è stato mai rilevato sul conto dei quattro angeli della devastazione. Leggiamo il trafiletto AP 7,1-4 dell’Apocalisse C.E.I. Nuova Diodati che vi riguarda:
1 «Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti della terra perché non soffiassero sulla terra, né sopra il mare, né sugli alberi.
2 Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio vivente; e gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo:
3 “Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio”.
4 E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele: … »
Ciò che sembra trasparire è un’imprecisione nella suddetta descrizione che sembra irrilevante, ma se vista con occhio matematico fa sorgere ambiguità nella soluzione dell’effettivo intervento dei quattro angeli, in merito alla devastazione in corso ad opera dei quattro venti. Si tratta di una vistosa contraddizione in relazione al comando del quinto angelo che saliva dall’oriente.
Esaminiamo uno per uno i primi tre versetti, il quarto, per ora, non interessa sulla questione suddetta:
- I quattro angeli trattengono i quattro venti perché non soffiassero sulla terra, sul mare e sugli alberi (trascuriamo il né che sembra disorientare).
- Ai quattro suddetti angeli era stato concesso di danneggiare la terra e il mare (vi consegue che le piante vi sono escluse).
- il quinto angelo del sigillo del Dio vivente (quello in alto che regge una croce) ordina ai quattro angeli suddetti di «Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio».
Ma c’è qualcosa che non torna
Il punto è che il quinto angelo ha ordinato ai quattro angeli di fare una cosa che non potevano fare assolutamente, cioè di «danneggiare gli alberi».
Perché?
Occorre ragionare come se gli angeli siano delle macchine predisposte per operare con sole due funzioni, cioè danneggiare la terra e il mare e non con una terza ai danni degli alberi.
Questo è un primo aspetto della questione in corso, ma immaginando che la questione trovi soluzione, allora il programma informatico cui attendono i comandi dei quattro angeli è attuabile solo se l’algoritmo che vi riguarda, ragioni con codici secondo una procedura algebrica.
Infatti procediamo in questo modo ponendo dei segni + o ‒ ad ogni funzione usando questi codici per tutti e quattro gli angeli in modo che non devastino la terra, il mare e gli alberi:
– f dev. Terra ⇛ +
– f dev. Mare ⇛ +
– f dev. Piante ⇛ ‒
Poi il quinto angelo dà il comando di devastare Terra, Mare e Piante, e per questo si devono invertire i segni, per cui il quadro delle nuove funzioni operative dei quattro angeli è il seguente:
– f dev. Terra ⇛ ‒
– f dev. Mare ⇛ ‒
– f dev. Piante ⇛ +
Ecco che con sorpresa, emerge una situazione che non ci si aspettava, riscontrando che sono le piante ad essere devastate dai quattro angeli.
L’Algebra si rivela anche nella xilografia “I quattro angeli della devastazione” di Albrecht Dürer
Potrà sembra inverosimile ma c’è modo di capire che a questa ipotesi sia giunto anche il famoso Artista e alchimista Albrecht Dürer, esaminando attentamente la sua xilografia dei quattro angeli della devastazione mostrata all’inizio con l’illustr. 1. Questo artista, come tanti altri artisti del suo tempo predisponevano un telaio strutturale su cui poi sviluppavano l’opera. Mostrerò ora in che modo Dürer deve aver sviluppato il suddetto telaio, con la nuova illustr. 2.
Non sapremo mai su che basi Albrecht Dürer sia giunto ad ipotizzare che siano le piante ad essere oggetto della devastazione ad opera dei quattro angeli della devastazione, la stessa mia ipotesi appena espressa. Forse anche lui attraverso l’algebra? Ma c’è modo di capire come l’artista abbia espresso questa ipotesi attraverso il suddetto telaio strutturale con una peculiare geometria che ho chiamato düreriana.
Descrivo di seguito le operazioni geometriche per tracciare il telaio strutturale riferito all’illustr. 2.
- Si tracciano le seguenti linee dei tre angeli rivolti verso l’angelo della croce in alto. Essi aspettano il suo ordine per operare la devastazione e le loro spade sono rivolte verso il basso. Il quarto angelo è invece rivolto verso uno dei quattro venti opponendosi col suo scudo e con la spada pronto a colpirlo.
- La linea AB ricalca l’asse della spada dell’angelo di centro in basso.
- La linea CD ricalca l’asse della spada dell’angelo di sinistra.
- La linea EF che ricalca l’asse della spada dell’angelo di centro in alto. Si riscontra che la suddette tre linee AB, CD ed EF passano per il punto G. È il segno della perfetta concordia dei tre angeli rivolti all’angelo della croce del «sigillo del Dio vivente».
- La linea HI dell’angelo rivolto contro uno dei quattro venti, nel far questo rivolge la spada contro il fusto dell’albero retrostante. Inoltre la direzione della spada passa per un albero simbolico segnato in verde come a confermare un’occulta azione devastatrice delle piante.
- La linea HI coincide nel punto I con la linea verticale passante per il calice in mano all’angelo di destra che distribuisce la comunione ai “centoquarantaquattromila“. È il segno dell’ordine di devastazione dell’angelo della croce, non prima di aver «segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio».
Riflessioni sui paragrafi 5 e 6
Ecco due fatti che non sembrano spiegarsi. Il punto è questo.
Innanzitutto è il verso delle spade degli angeli della devastazione che segna il loro agire per la “devastazione”, ma i tre angeli delle linee AB, CD ed FG sono concordi nel rivolgerle nel punto G, quindi nulla di fatto ancora pronte per questo scopo, il quarto angelo però, vi contravviene. Egli, inconsapevolmente, rivolge la sua spada, prima verso il grosso tronco d’albero dietro di lui e successivamente verso il piccolo abete che ho evidenziato in verde.
Albrecht Dürer, così facendo, deve aver voluto far rilevare in modo occulto l’interpretazione da parte di Giovanni, della descrizione dell’episodio dell’azione della devastazione da parte dei quattro angeli in questione. Cioè far rilevare che il loro linguaggio non è come quello comune a noi viventi, ma si esprime in termini algebrici, così come ho supposto e descritto io in precedenza. Tanto più che il quarto angelo, tutto preso per la devastazione, involontaria però, non poteva vedere il quinto angelo con la croce dare l’ordine di devastazione, a differenza degli altri tre angeli. In questa circostanza l’intenzione sua era di agire, ma contro uno dei quattro venti, perciò la sua spada era attiva, ma contro le piante purtroppo e in modo anticipato rispetto alla momentanea inattività degli altri tre angeli che aspettavano l’attuarsi della segnatura dei «centoquarantaquattromila». Come a capire che questo fatto risiede nel mistero della casualità solo noto nell’oscurità del mondo divino, la «devastazione» delle innocenti «piante». Meglio ancora detto “acasualità” secondo il principio della “sincronicità” junghiana.
La sincronicità è un concetto introdotto dallo psicoanalista Carl Gustav Jung nel 1950, definito come «un principio di nessi acausali» che consiste in un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro, ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro; essi apparterrebbero piuttosto a un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che siano stati sincronizzati su una stessa ora.1
Ora si capisce anche che nel novero della piante volte al “massacro”, Albrecht Dürer, attraverso la geometria, vi comprende i «centoquarantaquattromila» segnati. Cibarsi dell’Eucarestia significa portare l’analoga croce del Cristo. Infatti viene detto nell’Apocalisse su di loro:
« Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. » (Ap 7,14),
e dopo la loro tribolazione:
« Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro.
Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura;
perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi ». (Ap 7, 15:17)
1 https://it.wikipedia.org/wiki/Sincronicit%C3%A0
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