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Vita
Di Talete non si sa né data di nascita né di morte. Si calcola, visse tra il VII-VI secolo a.C., più precisamente tra il 640 e il 540 a.C.. Le date sono incerte e puramente indicative, di fatti non c’è giunto nulla della sua vita che non sua ammantato di una certa aria di leggenda. Visse a Mileto e si spostò in diverse parti del Mediterraneo; Egitto, Grecia. Si dice che fosse di interessi molto vari e Diogene dice che fu un grande capo politico, i dossografi riportano la previsione dell’eclisse di sole del 585 a.C., in Egitto calcolò l’altezza delle piramidi con un metodo ingegnoso: aspettò che l’ombra delle cose fosse uguale all’altezza stessa dell’oggetto, questo ci è riferito da Plutarco. Si dice che abbia introdotto egli stesso la geometria in Grecia e fu anche un matematico e alcuni gli attribuiscono le dimostrazioni di alcuni teoremi ma è piuttosto improbabile che ciò sia realmente avvenuto.
Opere
Non c’è giunta alcuna opera.
Schema di ragionamento
Ipotesi T(alete)1: l’arché,l’origine di tutte le cose, è l’acqua.
Specifica: l’acqua è da intendersi come principio astratto più che come materia fisica ( anche perché il nostro concetto di “materia fisica” è senz’altro ben diverso da quello che poteva avere Talete ).
Ipotesi T2: l’arché è il principio di vita e principio motore di tutto ciò che esiste.
Ipotesi T3: l’arché è un unico principio in contrapposizione al molteplice.
Filosofia
E’ tradizionalmente considerato il primo filosofo e indicato come il “più saggio dei sette sapienti” da Aristotele. Difficile è stabilire se abbia mai scritto qualcosa. Inizialmente visse a Mileto così era certamente al corrente delle filosofie orientali del vicino medio oriente. Queste filosofie rappresentano una alternativa importante alle spiegazioni della religione greca, fuor di dubbio è che ciò fu motivo di grande stimolo alla riflessione. Il mondo religioso greco, caratterizzato da miti e dai riti, privo di un testo sacro unico depositario della verità rivelata, era favorevole alla riflessione autonoma e critica. La religione greca lasciava ampi spazi di possibilità interpretative anche in virtù della diversità dei racconti sugli stessi miti.
A prescindere che dietro al nome di Talete ci sia stato o meno un uomo, senz’altro possiamo affermare che in quel periodo la ragione iniziò il suo lento e mai certo cammino.
Talete si pone con uno sguardo razionale nei confronti della realtà nella quale ravvisa una unità in antitesi rispetto all’apparente molteplicità. La dicotomia realtà/apparenza è da lui indicata e potremmo dire che è una delle grandi costanti di tutta la filosofia dell’occidente.
Egli pone l’arché, principio ( principio sia come origine che come ragione di movimento, di sviluppo ) di tutte le cose, l’acqua.
Inizialmente i filosofi cercheranno negli elementi fisici il comune principio a tutte le cose. Quel che non deve trarre in inganno è l’apparente natura materiale di tale principio, infatti questa parola designa un motivo astratto dell’esistenza delle cose.
La filosofia non è solo, dunque, ragionamento, ma anche costruzione di un lessico adeguato all’astrazione stessa. Questo si può ben vedere all’inizio, quando ancora questo sforzo notevole agisce, da un lato, verso una maggiore astrazione e, dall’altro, verso una maggiore precisione. L’”arché” è da Talete fatto coincidere con quella che chiameremo “l’acqua”. Ma la parola vuole essere intesa come qualcosa di più: essenza comune e originaria, fonte di ( ogni ) essere.
Perché Talete abbia indicato nell’acqua il principio piuttosto che in altro non si sa di preciso, e Aristotele, che congetturando anch’egli, indica due possibilità: 1) i semi di ogni cosa sono umidi, 2) tutti i cibi sono umidi. Potrebbe anche essere perché nessun essere vivente vive senz’acqua. E così via.
Riferimenti
Aristotele, Metafisica I, Laterza, Roma-Bari – A cura di E. Berti e Cristina Rossetto.
Di Talete non abbiamo molte informazioni e quelle che abbiamo non sono che informazioni indirette, di altri filosofi e scrittori. Riporteremo qui quelle che Aristotele ci fornisce nel libro sopraccitato: si tenga conto che egli è colui dal quale conosciamo più informazioni su Talete.
« Non tutti sono d’accordo su numero e sulla specie di tale principio, ma Talete, iniziatore di tale tipo di indagine filosofica, dice che esso è l’acqua ( perciò asseriva che anche la terra galleggiava sull’acqua ), e forse questa sua opinione gli fu suggerita dall’osservazione che è umido ciò di cui ogni cosa si alimenta e che anche il caldo nasce dall’umidità e sopravvive per mezzo di essa ( principio di tutte le cose è appunto ciò da cui queste traggono l’origine ); in base a ciò, egli si formò una tale opinione, ma anche in base al fatto che hanno natura umida i semi di tutte le cose, e l’acqua è appunto il principio della natura delle cose umide.» P. 75. Cp 3, 983 b.
« … di Talete invece si dice che così egli ha parlato della prima causa… » P.77 Cp. 3, 983 b -984 a.
Spunti di riflessione
Uno dei problemi più affascinanti di tutta la filosofia antica è quello dell’origine del movimento. Perché le cose si spostano?, da cosa traggono la loro capacità di essere ( in un posto e in un momento ) e di non essere più ( in quel posto e in quel momento )? E, soprattutto, come fate a dimostrare che il movimento esiste?
Ci sembra una cosa ovvia ma vi sottopongo a questo problema, che formulerò sotto due spoglie diverse: siete in macchina col vostro fratellino di quattro anni.
Lui: “Hai visto? Fuori dalla macchina il mondo si sposta e noi siamo fermi!”
Voi: “Come siamo fermi?? Ma se stiamo andando a novanta chilometri orari!, guarda il contachilometri…”
E per avvalorare la vostra tesi gli mostrate il contachilometri.
Ma lui non vi crede: non sa nemmeno cosa significhi contachilometri!
Lui: “Scusami, ma noi non siamo forse fermi? Io sono seduto e so che mi sposto solo quando cammino. Dunque sono immobile!”
Voi: “Ma che c’entra! Adesso ti faccio vedere…”
Fermate la macchina per mostrargli che dipende da voi il fatto che vi state spostando e non dal mondo esterno. Ma lui è ancora scettico:
“Ecco, hai visto? Il mondo si è fermato!”
Questa storiella mostra una cosa: che dalla sola apparenza voi non riuscirete a dire se siete immobili e ciò che si sposta è il mondo oppure se siete in movimento e il mondo è fermo. In altre parole, come fate a dimostrare che il movimento esiste? O, forse meglio, come fate a definire il movimento senza definire cosa è immobile ma come fate a dire ciò che immobile senza dire ciò che è in movimento?
Altro spunto di riflessione: siete in aereo a una velocità di migliaia di chilometri orari sopra gli uomini e le cose. Portate con voi vostro fratellino che sta male e lo conducete in aereo che sta ancora dormendo.
Lui si sveglia e tutto assonnato guarda fuori del finestrino e dice:
“Caspita!, siamo fermi!”
Come fate a dimostrargli, senza riferimenti che siete in realtà in volo ad una velocità paurosa?
Come la scienza ha risposto a questo problema?: semplicemente non ha risposto!… ha dato una definizione del movimento come il rapporto tra massa e accelerazione e l’ha affermata fino a che qualcuno non l’ha smentita.
Ma questa, da un punto di vista filosofico e da un punto di vista privo di pregiudizi, si può dire che è una risposta soddisfacente?
Sono esempi limite ma mostrano quale è il problema di fondo: le domande non sono mai scontate, le risposte possono esserlo.
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