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Tag: Wolfgang Pili

La letteratura latina in cinque capitoli storici

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Premessa e annotazione personale

Il 17 gennaio 2013 ho iniziato lo studio della letteratura latina: uno studio che si è dimostrato più difficile e lungo del previsto. È stato un percorso complesso, ma oggi posso dire di averlo concluso e di averlo approfondito adeguatamente. In questo articolo conclusivo, con cui saluto definitivamente questa branca della letteratura, lo staff di scuolafilosofica.com vuole darvi tutti i punti storici della letteratura latina, con annessa bibliografia interna al sito, dove possibile. La parte più lacunosa è stata, per soli motivi di tempo, la parte sulla prima età imperiale, dove mancano all’appello importanti articoli su Quintiliano, Tacito, Svetonio e Apuleio. Cercheremo comunque altrove sul web, articoli di qualità da consigliarvi. Ma non tutto è perso: il sito, come sapete, è sempre alla ricerca di collaboratori che completino la nostra ricerca enciclopedica e ben venga, se qualcuno di voi lettori, voglia aiutarci in questa missione. Buona lettura.

Ricordi. Di Pili W.

Di Pili W.                      www.scuolafilosofica.com

Dalla mia vita è sempre emersa una verità inoppugnabile, ovvero come io sia una persona incline al movimento, al gioco, all’osservazione, all’avventura. Ed è infatti per questo motivo, che posseggo un luogo a me più caro rispetto ad altri. In questo caso, voglio parlarvi della casa al mare di mia nonna, in particolare di una sorta di capannone, ormai entrato nella leggenda dei più, che fungeva un tempo da magazzino, ora funge a farmi sentire felice, un motivo molto nobile oserei dire.

I ragazzi della via Pàl – Ferenc Molnàr

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Consigliamo il Don Chisciotte della Mancia di Cervantes


Nella capitale ungherese, Budapaest, una via, quella nota via Pàl, è sede di una delle più importanti e forti bande di ragazzini. Al comando di questa un fanciullo noto come Boka, attorniato da altri bambini, qualcuno coraggioso, qualche altro un po’ meno, tutti rispettosi delle regole della banda. Nessuno si cura di Nemecsek, il protagonista, soldato semplice destinato a un immeritevole derisione generale. Non lontano dalla via Pàl c’è l’orto botanico, tanto amato dai cittadini della città del Danubio, sede di un’altra temuta banda: quella delle Camice rosse, capitanata dal grosso e cattivo Pastzor, ma che, come i migliori e più saggi cattivi, dimostrerà di avere qualità umane ben più fini di quanto potrebbe non apparire. La storia si impernia sulla guerra di queste due bande. Le Camice rosse, gelose del fatto di non possedere un campo dove giocare a pallone, cercano in tutti i modi di accaparrarsi quello dei ragazzi della Via Paal, che invece con le unghie e con i denti tentano in tutti i modi di difendere la loro roccaforte, protetta dalla vecchia falegnameria. Fra sortite di strada, sguardi malefici, bagni in laghi gelati, corse che lasciano senza fiato negli infiniti viali di Budapest, avventure mirabolanti con un finale emozionante, non privo della potenza della verosimiglianza, questo romanzo è capace di lasciare al lettore le lacrime sul viso.