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Tag: Stalin

2. Dalla seconda guerra mondiale alla morte di Stalin

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La fine della seconda guerra mondiale aveva lasciato l’Europa in una condizione di distruzione senza precedenti. Alla distruzione si aggiunga la difficoltà di organizzare i popoli, vinti e vincitori, sotto un nuovo ordine, un nuovo ordine che avrebbe dovuto garantire l’assenza di una nuova guerra mondiale totale. Per questa ragione, durante i primi anni del secondo dopoguerra si assiste ad una massiccia ridistribuzione della popolazione in aree territoriali omogenee per via etnica. Tra decisioni politiche, ridefinizione di confini e la presa di coscienza di alcuni dei risultati più deteriori delle politiche razziali, ci furono atti di espulsione di massa o di emigrazioni di grandi dimensioni. Oltre a ciò, al termine della seconda guerra mondiale si crearono nuove e più accese tensioni tra le colonie e il centro degli imperi.

La seconda guerra mondiale è stato il più grande massacro della storia e, in particolare, è stato il più grande disastro di civili: si stima che circa il 50% dei morti furono di civili. Il che non sorprende, perché nella guerra totale il civile è un obiettivo militare. Infatti, le infrastrutture che garantiscono il mantenimento di un esercito sono quelle della civiltà materiale a disposizione di uno stato, riallineate con i bisogni della guerra. Questa realtà era già implicitamente nota dalla prima guerra mondiale, ma durante essa non c’era ancora molto modo di sorvolare le linee delle trincee per giungere direttamente a colpire la popolazione, per quanto alcuni sforzi in tal senso furono fatti come dimostra il caso degli zeppelin e come dimostrano le prime dottrine dell’air power: già circolavano dottrine sui bombardamenti strategici che coinvolgevano la popolazione civile e le infrastrutture.

1. Eventi centrali della seconda guerra mondiale rispetto alla guerra fredda

La guerra fredda ha funzionato in modo metaforicamente simile alla pila atomica: una massa critica di materiale fissile si surriscalda e determina la reazione a catena. Si può dire che un simile meccanismo sia ciò che sta alla base della genesi della guerra fredda, che va fatta risalire ad alcune condizioni prebelliche e dello svolgimento del secondo conflitto mondiale.

Il 1941 fu l’anno di svolta per almeno due teatri di guerra, per via del fatto che gli USA entrarono in guerra contro il Giappone e contro la Germania, a seguito dell’unilaterale dichiarazione di guerra di Hitler contro gli USA. Gli USA avevano provocato, ma non avviato, la guerra contro il Giappone tramite un duro embargo, quello stesso Giappone che gli USA avevano costretto ad aprire i porti e al commercio occidentale nel 1853 e che, da allora in poi, avrebbe assunto un ruolo di peculiare interesse per gli USA. Dopo l’attacco a Pearl Harbor (7 dicembre 1941) gli USA avevano rischiato di perdere gran parte della flotta. Ma per loro fortuna, a Pearl Harbor non c’erano le portaerei. Sicché Pearl Harbor fu una vittoria tattica, ma un fallimento strategico perché non inibì la capacità operativa degli USA e consentì a questi ultimi di mobilitare un consenso generale per gli sforzi di guerra contro il Giappone. Il 1943 vide un’offensiva generale alleata in tutto il pacifico, consentita dopo alcune fondamentali vittorie nel ’42. In fine, il 6 e il 9 agosto gli USA sganciarono le loro bombe atomiche contro Hiroshima e Nagasaki, ponendo, così, fine alla seconda guerra mondiale e segnando in modo inequivocabile il rapporto con l’URSS, che stava pianificando l’invasione del Giappone, possibilmente da concertare insieme allo sbarco americano. Quindi una prima data fondamentale, a mio avviso, nella genesi della guerra fredda fu proprio il 6 agosto del 1945.

Stalin e il cinema: pratiche e memorie dello stalinismo nella cinematografia sovietica e post sovietica, attraverso l’analisi dei film La caduta di Berlino (1949) e Quando volano le cicogne (1957).

Per poter affrontare una sincera analisi di questi due film targati URSS, è prima doveroso e necessario fare una scheda accurata di entrambi per poi trovarne somiglianze e divergenze critiche, accennando ai due registi che hanno firmato queste importanti pellicole cinematografiche che ci tramandano quale fosse la visione, distorta dalla propaganda dittatoriale nel primo film, oppure contorta e rivisitata dalla visione chrusceviana nel secondo film, dello stalinismo stretto e delle vicende che caratterizzarono la seconda guerra mondiale, con le sue atroci sofferenze, vissute specialmente dalle donne, come avremo modo di analizzare nelle schede dei due film.