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Tag: spirito

Hegel: Il riflesso dello spirito

Abstract: Un quadro sintetico del pensiero di Hegel che mira a focalizzare il senso del suo filosofare. Si intende offrire una veduta delle ragioni teoriche che caratterizzano lo svolgimento del sistema. La filosofia di Hegel è una grande metafisica, un tentativo di dare spiegazione dell’immanenza dell’intero nello spirito. Spirito che si fa concreto e pieno di significato e che si libera gradualmente da ogni particolarità unilaterale, superando così il vaglio della storia per venire a coincidere con il carattere di interiorità, scevra da rappresentazioni sensibili, dell’autentico sapere concettuale.


Il problema della conoscenza

L’idealismo è l’evoluzione coerente dei temi portati alla luce dalla filosofia nel periodo che va da Cartesio a Kant, quando il razionalismo e l’empirismo si impegnano, su fronti differenti, in una febbrile ricerca di chiarezza sulla capacità di conoscere dell’uomo.

I prodromi di tale interesse si fanno presenti con la nascita delle nuove scienze, all’inzio della Modernità. Il nuovo mondo, che si stava profilando sotto gli sguardi più attenti dell’epoca, stava erodendo i pilastri della conoscenza della cultura antica. La Modernità appariva come una frattura nella storia, una rivelazione, un affrancamento dalle illusioni.

Il COME SE di Ricoeur in una “coclea imperscrutabile” di Schelling

https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Ric%C5%93ur#/media/File:Paul_Ricoeur_Balzan.png

Noi conosciamo la distinzione di Kant fra il fenomeno ed il noumeno. Ciò che semplicemente ci appare ha un’essenza mentre sfugge alla nostra riflessione, dall’intelletto. L’idealismo di Fichte parte dal presupposto che si può pensare sia al fenomeno sia al noumeno solo perché esistiamo noi. Considerando il singolo uomo, si conclude che l’Io pone assolutamente il proprio essere. La soggettività di cui parla Fichte ha una qualità trascendentale. Esistendo prima di tutto, proprio per questo essa è assoluta. Ma l’Io si dà come tale solo perché si pone. Precisamente, la soggettività assoluta avallata da Fichte non è causa sui. Conta sempre il principio d’identità, per cui < A = A >. Se consideriamo questo, cogliamo bene la necessità del porsi. Ne deriva che l’Io esiste sempre e solo perché si limita, verso la sua esteriorità, denominata Non-Io.

La posizione dell’uomo nel cosmo (1928) – l’antropologia filosofica di Max Scheler

 

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1508926

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Consigliamo – l’intervista al Professor Tagliagambe


Il testo di Max Scheler (principale fonte d’informazione sulla sua antropologia filosofica) risponde alle domande che cos’è l’uomo e qual è la sua posizione nell’essere.

La mancanza d’un’idea unitaria dell’uomo è determinata in buona misura dall’incuranza reciproca tra antropologia teologica, filosofica e scientifica; ovvero, manca una concezione unificante. L’uomo appare a se stesso ancora come un enigma. Questi fatti giustificano il tentativo intrapreso da Scheler di sviluppare un’antropologia filosofica, basandosi su conoscenze provenienti da diversi campi del sapere, in particolare di integrare scienza e filosofia.

Per capire qual è la particolare posizione metafisica dell’uomo, dobbiamo chiarire il termine e il concetto di ‘uomo’. Il concetto di uomo è ambiguo. Di fronte ad un termine designante qualcosa di appartenente al (vertice del) genere animale, abbiamo un termine designante qualcosa che si oppone all’animale. Se l’uomo abbia una posizione particolare del tutto differente da qualsiasi altro essere vivente nel mondo, è la questione, risolta la quale avremo il concetto di ‘uomo’.