Nella sua evoluzione il gotico incontrò intorno agli anni 80 e 90 del 1800 un’esplosione di energia, in nuovi libri, che uscirono in date molte vicine le une alle altre, in quegli anni. In undici anni vedono la luce i miti moderni, nonché romanzi intramontabili, della letteratura gotica: Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde (1886) di Robert Louis Stevenson, Il ritratto di Dorian Gray (1891) di Oscar Wilde e Dracula (1897) di Bram Stoker.
Accanto alla creatura mostruosa di Frankenstein, al vagabondo errante di Melmoth e al vampiro di Polidori, si aggiungono il doppelganger, la maschera dell’innocenza e il nuovo vampiro di Dracula.
Nonostante i vari punti di vista diversi degli autori, tutti hanno in comune il tema della degenerazione e dell’assenza dell’umano. Tutti si chiedono, inoltre, quanto si può perdere, individualmente, socialmente, nazionalmente, per rimanere sempre uomini? Qual è il grado di “contaminazione” per rimanere sempre esseri umani?[1]