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Uno scorpione voleva attraversare un fiume e chiese ad una rana di portarlo. “No”, disse la rana “no grazie. Se ti portassi sul dorso tu potresti pungermi e la puntura di uno scorpione è mortale”. “Ma, non è logico” disse lo scorpione, gli scorpioni cercano sempre di essere logici “se io ti pungessi, tu moriresti e io affogherei.” La rana si convinse e lasciò che lo scorpione gli salisse sul dorso. Ma proprio nel bel mezzo del fiume la rana sentì un dolore terribile. Si rese subito conto che lo scorpione l’aveva punta. “E la logica?” chiese la rana nel mentre che incominciava a discendere verso il letto del fiume insieme allo scorpione “Non è logico quello che hai fatto”.“Lo so” disse lo scorpione “ma non posso farci nulla. E’ il mio carattere.”[1]
Orson Welles
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Ho sentito e letto critiche ai danni di quei pochi, ma importanti, “sistemi scacchistici”, critiche che si sviluppano attorno a due nuclei argomentativi distinti. Uno è lo scetticismo sulla qualifica delle mosse (definite in termini di “buone” o “cattive”), l’altro è l’osservazione che qualunque sistema di scacchi si sia dimostrato incompleto o, ancora peggio, incoerente.