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Proseguendo nell’analisi del trucco come fenomeno dell’esibizione, va dunque notato che esso assolve principalmente il ruolo di marcatore sessuale. Gli esempi all’estremo sono chiari. Il trucco è, in generale, un modo per far apparire qualcosa in modo che sembri diverso da quello che è o, nel migliore dei casi, sembri esattamente ciò che è. Un paio di labbra carnose possono semplicemente richiedere se stesse per essere avvertite come sensuali, ma un paio di labbra sottili potrebbero richiedere un qualche genere di trattamento per apparire diversamente.
Lo scopo del trucco è quindi triplice: serve a mostrare ciò che già c’è, serve ad enfatizzare qualcosa che c’è ma non è come si vorrebbe che sia (ovvero, che sia percepito così com’è), serve a segnalare qualcosa a qualcuno. In generale, un x è un trucco a condizione che x posto sull’oggetto y ne mantenga invariate le proprietà e ne amplifichi la percezione da un punto di vista intersoggettivo, sicché posti due soggetti S1 e S2 il trucco x mostra y in modo che S1 e S2 idealmente riconoscano x attraverso y allo stesso modo. Se per l’esistenza del trucco è richiesto soltanto questo, cioè che si veda qualcosa in un modo specifico e intersoggettivamente avvertito, allora la chirurgia plastica è un caso estremo di trucco.