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Tag: Metaetica

L’etica naturalistica di John Stuart Mill

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Consigliamo Thomas Hobbes Percorso di etica e metaetica


  1. Tutte le proprietà morali sono proprietà naturali
  2. Tutte le proprietà morali sono ricondotte agli stati psichici di piacere e dolore
  3. Piacere e dolore sono dei termini morali naturali dunque, sono passibili di calcolo
  4. Le proposizioni in cui compaiono i termini di “piacere” e “dolore” hanno valore prescrittivo
  5. Esistono differenze nei piaceri
  6. Per discernere i vari tipi di piacere si può ipotizzare la presenza di giudici imparziali che emettano sentenze imparziali sui vari piaceri
  7. Quantità di uguali di piacere sono desiderabili per persone diverse

Se tutte le proprietà morali sono proprietà naturali e tutte le proprietà morali sono ricondotte agli stati psichici di piacere e dolore allora tutti i moventi per ciascuna azione nascerà o dalla massimizzazione del piacere o dalla minimizzazione del dolore. Mill accetta pienamente l’idea utilitaristica, ben radicata nella cultura empiristica inglese, secondo cui il bene consiste esclusivamente nel piacere. Che ciò sia vero è dato dal fatto che gli uomini agiscano in base a quel presunto assunto, sempre o per lo più. Di conseguenza, tale principio è assunto sia come movente reale delle azioni sia come movente universale: ogni massima pratica equivale ad un imperativo categorico, nel suo genere.

Intuizionismo razionalista

intuizionismo razionalista
Joachim von Sandrart, Public domain, via Wikimedia Commons

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Consigliamo Percorso di etica e metaetica e Capire la metafisica dei costumi di Kant


  1. Le nozioni morali sono termini semplici
  2. Il riconoscimento della virtù è anteriore a qualunque legge
  3. L’obbligo di rispettare le regole morali nasce dalla ragione
  4. Le virtù morali sono di diversi generi. Ci sono:
    1. Virtù morali verso sé
    2. Virtù morali verso gli altri
    3. Virtù morali verso Dio
  5. Le qualità morali sono di diversi generi. Sono:
    1. Grazia
    2. Giustizia
    3. Veracità
    4. Gratitudine
  6. In caso di conflitto di norme morali si deve procedere nella disamina del singolo caso

L’intuizionismo razionalista nacque in risposta alle tesi volontariste secondo cui la morale non sia anteriore alle leggi ma successiva. In poche parole, l’etica si fonda e si sostanzia sull’ordinamento giuridico vigente che richiede, come unica base, una volontà legislatrice che sia anche in grado di far rispettare le leggi che essa stessa pone. D’altra parte, le obiezioni forti al volontarismo sono due ed entrambe piuttosto incisive: se gli attributi morali (bene, giustizia etc.) sono definiti posteriormente alla legge e se la legge distingue ciò che è bene da ciò che è male, allora le leggi non sono né buone né cattive e così pure la volontà che le determina. La seconda è che non si può pensare ad un ordinamento più giusto essendo l’ordinamento stesso definito dalla legge.

Volontarismo – Una introduzione all’etica volontarista

https://www.flickr.com/photos/66351465@N00/13888108157/

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Consigliamo Thomas Hobbes Capire la fondazione della metafisica dei costumi


  1. La legge sancisce la morale
  2. La norma è posta dal legislatore
  3. La giustificazione della norma è posta dal legislatore
    1. La giustificazione può non essere espressa
    2. La norma non è giustificata in termini di utilità di coloro che ricadono in essa
  4. Le leggi morali sono prescrittive in quanto imposte da un’autorità e l’autorità ha la forza per farle applicare
    1. Le leggi non sono entità fisiche
    2. Le leggi non hanno valenza causale
    3. Le leggi morali sopravvengono rispetto alle leggi naturali
  5. Il bene è la qualità di un’azione aderente alla legge
  6. Il male è la qualifica di un’azione non aderente alla legge

L’idea cardine del volontarismo è che il bene e il male non siano precedenti alle leggi ma successivi. Essere al di là del bene e del male significa essere al di là della legge. Di conseguenza, non c’è moralità là dove non ci sia una norma.

La norma è posta da una volontà e in tale volontà non solo risiede la sua ragion d’essere ma pure la sua possibilità di diventare operativa (e da questo atto primo della volontà si pone il nome “volontarismo”). La legge viene imposta con la forza dell’autorità la quale ha sia il potere di inventarne di nuove sia quello di farle applicare. Esempi di autorità capaci di fondare le leggi sono Dio e lo Stato. Quest’idea fu posta, ad esempio, da Hobbes nel Leviatano.

La giustificazione di una legge non nasce da un valore atteso di utilità da parte di chi ne è soggetto: se Dio avesse voluto, avrebbe potuto far le leggi più inique e insensate. Allo stesso modo, se l’autorità statale determina le leggi più ingiuste, nessuno è autorizzato a trasgredirle per la sola ragione che non c’è una giustizia e un bene sovraordinato alle leggi ma le norme depongono ogni ordine inferiore.

Etica descrittiva e normativa e i tre generi dell’etica normativa

Foto di Tumisu da Pixabay

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Consigliamo Volontarismo e Capire la metafisica dei costumi di Kant


L’etica è, in generale, lo studio dei comportamenti dell’uomo pensato come persona e non come entità puramente fisica. Le analisi possibili dell’uomo in quanto persona sono diverse: si può descrivere il comportamento umano per quello che è, da un punto di vista fisiologico, da un punto di vista psicologico, da un punto di vista sociologico o storico. Tutte queste analisi partono dall’assunzione che il comportamento dell’uomo possa essere descritto in termini scientifici e, ciascuna scienza per sé, indaga una regione particolare della realtà umana. Quest’approccio all’etica si può dire “descrittivo” perché non si domanda come le cose dovrebbero essere ma come le cose stiano. La base di studio è il dato empirico e, da questo, si verificano le ipotesi dalle quali si parte per cercare di prevedere, poi, il comportamento umano (a grandi linee).

Descrizione e norma in etica ed in epistemologia

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Consigliamo I tre generi dell’etica e Introduzione all’epistemologia


Prendiamo due questioni apparentemente diverse ma entrambe accomunate dalla tecnologia filosofica utilizzata per risolverle: cosa è giusto?; cosa è la conoscenza? Per rispondere alla domanda “cosa è giusto” entriamo all’interno del discorso metaetico, vale a dire una disquisizione intorno a ciò che si può considerare giusto oppure no, vale a dire stabilire quale sia il significato, se c’è, di enunciati contenenti termini morali come “giusto”, “sbagliato”, “buono”, “cattivo”, “virtuoso” etc.. Mentre, per rispondere alla domanda “cosa è la conoscenza” ci addentriamo nel discorso epistemologico. Etica ed epistemologia sono due campi della filosofia che, fin dal principio, hanno visto dei tentativi opposti di soluzione. Descrizione e norma, ovvero la differenza tra le due è il nucleo del problema.

Critica alla morale edonistica dell’empirismo da Hobbes a Hume

David Hume
Bandan, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

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Consigliamo – La verità della relatività – Critica al relativismo


(1)   Tutti gli x, se x è un agente morale, allora x è egoista.

(2)   Tutti gli x, se x è un agente morale, allora x agisce in vista del proprio utile.

(3)   Dunque, tutti gli x, se x è un agente morale, allora x è egoista e x agiste in vista del proprio utile.

Tali definizioni semiformali chiariscono l’assunzione di base della morale edonistica assunta da Hobbes e poi rivista da Locke e, soprattutto, da Hume. Sebbene sia Hobbes che Hume non arrivano ai paradossi della teoria dell’uomo-economico moderno che non esclude la possibilità dell’altruismo, sebbene solo a partire da un egoismo radicale, entrambi riducono l’intero comportamento umano ad un agire puramente egoistico, vale a dire che ogni soggetto agente motiva le sue azioni in base ad un principio normativo che si fondi sulle proprie inclinazioni personali e soggettive. L’idea è molto semplice, in effetti, essa sostiene che ciascun individuo ricerchi il piacere o rifugga il dolore. La ragion-pratica assume la dimensione di un calcolo, dove essa ha la sola funzione di preordinare in modo corretto i mezzi coi fini.

Antirealismo in etica – Una breve rassegna delle varie posizioni

MARCO AURÉLIO ESPARZ… / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

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In metaetica ci sono due possibili approcci alla domanda fondamentale hanno significato i giudizi morali?: si, e gli enunciati morali rispettano la logica bivalente in tutto simile ai giudizi scientifici oppure, no e gli enunciati morali non sono né veri né falsi. In generale, l’antirealista sosterrà non tanto che non esistano i giudizi morali o che essi siano del tutto insensati, quanto che (1) non esistano fatti morali ontologicamente distinti dai fatti fisici, (2) non esiste un’etica che affermi verità, dunque, non è lecito porsi la domanda se esiste (e perché) un’etica migliore di un’altra.

In realtà, esistono molti tipi distinti di antirealismo. In questo breve articolo riportiamo gli assunti fondamentali e qualche ragionamento esemplificativo, lasciando al lettore un eventuale approfondimento.