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Tag: Liddell Hart

Percorso di filosofia della guerra

La filosofia della guerra è una disciplina sostanzialmente ignorata dalla gran parte degli studiosi di warfare, di filosofia politica o di filosofia morale. Infatti la filosofia della guerra non ha ancora assunto un ruolo istituzionale preciso, motivo per il quale si può ancora far finta che essa non sia di interesse accademico nelle sue varie forme. Prima o poi ci si accorgerà del contrario, motivo per il quale noi presentiamo quanto è possibile trovare in questo ambito, soprattutto all’interno di SF2.0. Consigliamo la visione dei video nella playlist:

La filosofia della guerra è una disciplina che indaga i fondamenti e le ragioni della guerra: come e perché nasce una guerra, cosa è la guerra, come categorizzarla, quali sono le sue ragioni morali e soprattutto non morali sono le principali aree di interesse della disciplina. Per tanto essa si situa tra quegli ambiti su cui si riflette da millenni ma su cui non regnano risposte convincenti. Studiare filosofia della guerra significa imbarcarsi in un territorio multipolare in cui più discipline concorrono a illuminare dei pezzi particolari ma si stenta ancora a vedere l’intero. Le discipline più coinvolte sono gli studi strategici, gli studi sull’intelligence, la storia, la filosofia politica e la filosofia della storia.

Il controllo indiretto globale

Abstract

Il controllo indiretto globale è una strategia applicabile ad ogni ambito che preveda conflitti di interesse. Già Liddell Hart propone una particolare forma di indirect approach. Come mostreremo, essa è una particolare istanza del più generale controllo indiretto globale. Per definire la nostra impostazione strategica abbiamo dovuto individuare alcuni principi generali della buona strategia, principi già ben conosciuti dagli specialisti del warfare.


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Per avere un vantaggio ottimale sul nemico bisogna essere primi ad arrivare sul campo di battaglia. Il nemico andrà dove vuoi se saprai fargli immaginare di trarre vantaggio operando una certa mossa, ovvero il nemico è suscettibile alla logica dei premi e delle punizioni, tanto quanto lo sei tu: “Ciò che fa muovere il nemico dove vuoi tu, e di sua iniziativa è la prospettiva dei vantaggi. Se invece vuoi impedirgli di andare in un certo luogo, prospettagli un danno”. Per colpire un nemico attaccalo dove non si può difendere e scegli di difendere ciò che sai che ti attaccherà. Per combattere un nemico non dargli mai delle tue intenzioni e valuta e compara sempre tutte le alternative: “E così, se desidero intraprendere la lotta, il nemico non potrà sottrarvisi: perché attaccherò ciò che è costretto a salvare”. Non dare la possibilità al nemico di leggere le tue mosse implica che il nemico dovrà difendere tutto e contemporaneamente, così egli dovrà concedere debolezze: la guerra non si vince se non sfruttando le debolezze dell’avversario. Bisogna temere il nemico in ristrettezza numerica perché tenderà ad organizzarsi con più precisione che se avesse molte truppe: “La scarsità di forze induce a preparare la propria difesa. Persino un nemico superiore numericamente può essere indotto a non combattere”. La tattica prevede la scoperta dei piani dell’avversario attraverso ricognizioni e pungolamenti che costringono il nemico a effettuare mosse che mostrino i suoi piani. Così “la vittoria si consegue adattandosi al nemico”.

La storia militare della seconda guerra mondiale – Basil Liddell Hart

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Essere edotti delle strategie adottate dai generali è una cosa inutile per tutti coloro che non amano il fascino oscuro della guerra. E’ anche inutile per tutti coloro che non credono che la storia vada capita ma solo buttata giù a memoria. Così come può essere una lettura superflua per chi si rifugia nell’ignoranza delle dinamiche della realtà.

La guerra è come il sesso: fa parte della nostra vita, non solo della nostra evoluzione sociale. Che piaccia o non piaccia, questa è la verità.