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Alice nel paese delle meraviglie è un classico della narrativa anglosassone ed europea edito nel 1865, scritto da Lewis Carroll, autore celebre noto sia al grande pubblico, sia ai filosofi per i suoi giochi linguistici con feconde implicazioni filosofiche. In particolare i logici hanno sempre trovato molte ragioni di soddisfazione nei libri di Carroll e, in particolare, in Alice. Va detto che tutti i più grandi logici erano amanti delle fiabe, da Turing a Gödel. Mentre su Russell non ho informazioni precise a riguardo. Lo stesso Lewis Carroll ha elaborato un celebre paradosso logico.
Detto questo, nonostante tutto, va detto che tutte le connessioni che passano normalmente sotto il cielo delle meraviglie, tra il romanzo e la logica, potrebbero non apparire al lettore ordinario. Né potrebbero apparire a qualunque genere di lettore. D’altra parte, si tratta di una fiaba. Lewis Carroll, infatti, amava il mondo dell’infanzia ed è certo che Alice fosse un racconto fiabesco ad uso e consumo dei più giovani. Ma è proprio così?