Carissimi lettori e lettrici di Scuola Filosofica, si è svolto in data 16 febbraio all’Accademia d’Arte di Cagliari il seminario “La guerra fredda: il conflitto più caldo del XX secolo” basato sul libro “La guerra fredda. Una guida al più grande confronto del XX secolo” della collana SF.
Ringraziamo di cuore l’Accademia, e in particolare il caro Giorgio Binnella, per la collaborazione in questa importante iniziativa, senza la quale nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile!
Ringraziamo altresì tutti i presenti all’evento per la loro attenzione e ci auguriamo di vedervi ancora più numerosi per i prossimi incontri! Consigliamo inoltre la visione del filmato caricato sul nostro canale Youtube a tutti coloro interessati all’argomento!
Dottor Andrea Molinari, le do il benvenuto su Scuola Filosofica. Lei è uno storico, in particolare uno studioso di storia militare, è socio della Società Italiana di Storia Militare e ha svolto ricerca in questo ambito. In questa vece ha collaborato al volume “La guerra fredda. Una guida al più grande confronto del XX secolo”. La ringraziamo di aver accettato di farsi intervistare da noi.
Cosa la attira di più nello studio della storia militare?
Essenzialmente, mi hanno sempre affascinato da una parte il rapporto tra guerra e politica, con la conseguente riflessione sulla natura della guerra e, dall’altra, l’evoluzione tecnologica. In modo particolare, come la tecnologia ha influenzato il fenomeno bellico, sia un punto di vista operativo sia da quello, più ampio, legato alle dinamiche sociali e culturali dell’epoca presa in esame.
Nel volume si tratta nello specifico la guerra fredda. Trova che questo conflitto, per la sua particolarità definito appunto “freddo” rappresenti un unicum nella storia? E dobbiamo aspettarci che esso sia il modello per i conflitti futuri?
E’ con nostro immenso piacere segnalare l’uscita del primo libro della collana dei libri di Scuola Filosofica, La guerra fredda – Una guida al più grande confronto del XX secolo, edito dall’editore Le Due Torri di Bolgona, e presente alla fiera del libro di Francoforte, una delle più grandi e rilevanti al mondo! Questo lavoro, editato da me, Giacomo Carrus, e da Giangiuseppe Pili, fondatore del sito, nasce all’interno del progetto di www.scuolafilosofica.com. All’interno del libro troviamo Matteo Bucalossi, uno dei nostri collaboratori, Andrea Molinari e l’illustre prefazione di Giuseppe Gagliano. L’acquisto di questo volume aiuta la crescita del sito e ci consente di continuare a lavorare per difendere gli ideali che abbiamo sempre portato avanti: democrazia, ragione e cultura. Speriamo che questo tema possa appassionare il lettore e restituire i migliori valori condivisi all’interno del progetto di Scuola Filosofica! Vi auguriamo una buona lettura e vi invitiamo a scoprire i prossimi numeri di questa collana rivoluzionaria nel panorama filosofico e culturale italiano.
La guerra fredda è un libro di Stanislas Jeannesson edito per Donzelli nel 2002. Si tratta di una sintesi estrema della storia del conflitto tra il blocco occidentale, guidato dagli USA, e il blocco sovietico, a cui capo era l’URSS. Il libro non ha alcuna pretesa esaustiva ed è piuttosto stringato, nelle sue 124 pagine di contenuti, in una edizione piuttosto comoda da leggere per la grandezza del carattere e per la dimensione dei margini. Considerando che la guerra fredda è durata circa cinquant’anni, ogni pagina più o meno tratta quattro mesi. Se poi si aggiunge che quasi la metà del libro è spesa per ricostruire i primi anni, pur fondamentali, dell’avvio della guerra (cioè dai primi incontri di Teheran e Jalta al 1953, data della morte di Stalin), possiamo comprendere quanto stringato sia questo volume.
La guerra fredda ha funzionato in modo metaforicamente simile alla pila atomica: una massa critica di materiale fissile si surriscalda e determina la reazione a catena. Si può dire che un simile meccanismo sia ciò che sta alla base della genesi della guerra fredda, che va fatta risalire ad alcune condizioni prebelliche e dello svolgimento del secondo conflitto mondiale.
Il 1941 fu l’anno di svolta per almeno due teatri di guerra, per via del fatto che gli USA entrarono in guerra contro il Giappone e contro la Germania, a seguito dell’unilaterale dichiarazione di guerra di Hitler contro gli USA. Gli USA avevano provocato, ma non avviato, la guerra contro il Giappone tramite un duro embargo, quello stesso Giappone che gli USA avevano costretto ad aprire i porti e al commercio occidentale nel 1853 e che, da allora in poi, avrebbe assunto un ruolo di peculiare interesse per gli USA. Dopo l’attacco a Pearl Harbor (7 dicembre 1941) gli USA avevano rischiato di perdere gran parte della flotta. Ma per loro fortuna, a Pearl Harbor non c’erano le portaerei. Sicché Pearl Harbor fu una vittoria tattica, ma un fallimento strategico perché non inibì la capacità operativa degli USA e consentì a questi ultimi di mobilitare un consenso generale per gli sforzi di guerra contro il Giappone. Il 1943 vide un’offensiva generale alleata in tutto il pacifico, consentita dopo alcune fondamentali vittorie nel ’42. In fine, il 6 e il 9 agosto gli USA sganciarono le loro bombe atomiche contro Hiroshima e Nagasaki, ponendo, così, fine alla seconda guerra mondiale e segnando in modo inequivocabile il rapporto con l’URSS, che stava pianificando l’invasione del Giappone, possibilmente da concertare insieme allo sbarco americano. Quindi una prima data fondamentale, a mio avviso, nella genesi della guerra fredda fu proprio il 6 agosto del 1945.