“La società aperta e i suoi nemici” una introduzione
In questo testo presentiamo al lettore il capolavoro della filosofia politica di Karl Popper, La società aperta e i suoi nemici, che, insieme a L’origine delle specie e Moby Dick, tutti dicono di aver letto e capito ma in realtà ben pochi lo hanno letto, figurarsi capito. Attacchi da ogni parte arrivano alla visione di Popper, che nonostante tutto lo sforzo, continua ad essere un faro di intelligenza e speranza per un mondo in cui, vien da dire, i veri vincitori ideologici della guerra fredda sono stati i vinti, realizzando così una condizione di rovesciamento simile a quella considerata da Philip Dick ne La svastica sul sole.
Tesi – Storicismo 1 (T1): l’evoluzione sociale è prevedibile (ogni evento sociale E vale la proprietà essere prevedibile per un soggetto S, P(E,S)).
Tesi – Storicismo 2 (T2): posto T1, allora il futuro sociale al tempo t2 è prevedibile al soggetto S sulla base delle conoscenze sociali disponibili a S al tempo t1, dove il tempo t1 è precedente al tempo t2.
Tesi – Storicismo 3 (T3): per generalizzazione della T2, ogni evento sociale E al tempo t2 è prevedibile per ogni S solo se S al tempo t1 possiede le conoscenze necessarie e sufficienti per prevedere lo sviluppo degli eventi sociali.
Tesi – Storicismo 4 (T4): per (T2) e (T3), il futuro sociale è prevedibile per il soggetto S al momento presente.
Prima di venire a presentare il contenuto della Conferenza filosofica annuale tenuta da Popper alla British Academy nel 1960, in cui il filosofo discute la sua posizione epistemologica, delineo brevemente le linee essenziali della sua filosofia della scienza.
Tesi centrale della filosofia della scienza di Popper è che la conoscenza (in particolare quella scientifica) si accresce per mezzo dell’individuazione degli errori, ovvero per mezzo della critica, effettuata con gli strumenti della ragione e con gli strumenti di controllo sperimentale, dei tentativi fatti, sovente sbagliati (come dimostra la storia della scienza), per risolvere i problemi. La scienza è certamente fallibile, nondimeno progredisce verso la verità imparando dai suoi errori. Le fasi della progressione della conoscenza sono essenzialmente due: inizialmente si postulano delle congetture, ovvero si tenta di dare soluzione ai problemi formulati in modo tale che siano scientificamente trattabili, per mezzo di supposizioni ingiustificate (e ingiustificabili; ovvero, da una parte sono ipotesi in attesa di controllo, e dunque non ancora possibilmente giustificate, dall’altra sono ingiustificabili perché di fatto la maggior parte degli asserti non può essere giustificata), dopodiché si cerca di confutare tali congetture, ovvero si sottopone la supposizione al controllo della critica. Il massimo a cui può aspirare una teoria è superare tutti i controlli a cui viene sottoposta; una teoria non è mai oggetto di giustificazione positiva, ovvero non si dà mai il caso di una teoria sicuramente vera (Popper assume come valida l’idea della verità oggettiva, nel senso di corrispondenza delle asserzioni vere con i fatti della realtà) o anche probabile. Tutto quello che possiamo fare per procedere nella via della verità è sottoporre le nostre teorie a severi controlli, ed imparare dagli errori che commettiamo. In questo modo siamo in grado di chiarire e penetrare sempre più il problema di cui ricerchiamo la soluzione.