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Tag: Guerra e filosofia

[Segnalazione: Guerra, storia e conoscenza – Un seminario sulla filosofia della guerra

SeminarioSeminari sulla guerra

Giovedì 16 Aprile 2015
Ore 14:00 – 16:00
Aula Pasteur (Dibit 1)

Locandina_guerra

Guerra, storia e conoscenza

Interverranno:
Giangiuseppe Pili – Università Vita-Salute San Raffaele
Federico Leonardi – Università Vita-Salute San Raffaele

Federico Leonardi: Guerra: dalla psicologia alla filosofia.

Giangiuseppe Pili: Guerra: dalla conoscenza strategica alla filosofia

 

Alexander Moseley – A philosophy of war (una filosofia della guerra)

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Un libro sulla filosofia della guerra? Filosofia pura della guerra!


Abstract

A philosophy of war del filosofo inglese Alexander Moseley, autore di alcuni articoli sulla influente Internet Encyclopedia of Philosophy, è una delle poche opere filosofiche dedicate esclusivamente alla guerra. L’opera è edita nel 2002 e rimane ancora uno dei pochi esemplari di filosofia applicata alla guerra. Nonostante Moseley cerchi di rimanere fedele al suo proprio imperativo di non tratteggiare la guerra da un punto di vista morale, egli, come vedremo, in realtà è profondamente impegnato nella difesa di una peculiare prospettiva antropologica, capace di fondare una forma radicale di pacifismo. Tale visione antropologica difende l’idea che l’uomo sia libero di scegliere in base alle sue proprie idee, le quali sono determinate dal contesto storico-ambientale, ma non sono tali da annullare la sua volontà, il cui libero arbitrio è il baluardo che garantisce la libertà stessa. Moseley, poi, cerca di portare argomenti economici e sociali a favore della pace, la cui razionalità si impernia attorno al riconoscimento della superiorità della cooperazione, collaborazione e integrazione sia tra singoli esseri umani che tra gruppi sociali.


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Struttura dell’articolo

  1. Considerazioni metodologiche
  2. Premesse individuali e premesse sociali: enunciazione e disamina
  3. Definire la guerra: un obiettivo chiaro
  4. La guerra non è inevitabile e argomenti a favore di un pluralismo metafisico, descrittivo ed esplicativo
  5. Alternative alla guerra: cooperazione individuale e internazionale sulla base della ragione, delle idee e della cultura
  6. Conclusioni

Bibliografia citata

 

L’arte della guerra di Publio Flavio Vegezio Renato – Considerazioni analitiche e metastoriche

Abstract

L’analisi de L’arte della guerra del tattico romano Publio Flavio Vegezio Renato risulta ancora oggi di grande attualità. Assumendo un punto di vista metastorico, abbiamo cercato di rintracciare i fondamenti ultimi dell’analisi di Vegezio in modo da comprendere la logica fondamentale da cui poter trarre utile conoscenza ad uso e consumo del lettore contemporaneo.


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L’arte della guerra (De rei militaris o Epitoma de rei militaris) è un classico degli studi del warfare, in particolare degli studi descrittivi e non propriamente strategici, cioè normativi. Publio Flavio Vegezio Renato (da ora solo Vegezio, come è universalmente noto) non è sostanzialmente interessato ad elementi generali e strategici della guerra e dell’arte militare, quelli che oggi diremmo i maggiormente connessi con la politica di uno stato (o di un impero) o che riguardano la natura della pianificazione strategica della campagna militare. Piuttosto egli è uno storico e un tattico dell’epoca classica romana. Sia detto subito che L’arte della guerra di Vegezio non è un testo scritto nel periodo repubblicano ma durante la fase epigonica dell’impero (IV secolo d.C.). L’influsso del periodo classico romano (inteso nel periodo a cavallo tra il periodo monarchico e quello repubblicano fino ad Augusto incluso in questo concetto ampio di classicità latina) si estende per tutte le pagine dell’opera di Vegezio, il quale, infatti, lungi dal considerare terminato il mandato imperiale come centro di gravitazione della civiltà, cerca di trovare i motivi per cui gli antichi eserciti romani avevano reso l’urbe il centro del mondo conosciuto (dai romani).