Philosophia perennis. Platone e l’aporetica linguistica: Federico Croci: “Il nome della cosa. Il problema del linguaggio nella filosofia di Platone” – Giangiuseppe Pili: “I problemi…
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Philosophia perennis. Platone e l’aporetica linguistica: Federico Croci: “Il nome della cosa. Il problema del linguaggio nella filosofia di Platone” – Giangiuseppe Pili: “I problemi…
Abstract
In questo articolo cercheremo di riportare alcune tra le principali teorie della verità presenti nell’attuale panorama della filosofia del linguaggio. La trattazione è essenziale e di natura prettamente divulgativa. Essa non ha la pretesa né di esaustività né di completezza. Per tanto, il lettore è invitato a leggere quanto gli serve solo come avvio di una più profonda e proficua ricerca personale.
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Pragmatica del linguaggio o Filosofia della mente?
Struttura articolo
1. Premessa indispensabile
2. Strumentalismo-pragmatismo e relativismo
3. Approccio epistemico alla verità (AEV)
4. Realismo, antirealismo e verità
5. Deflazionismo: svalutazionismo, teoria svalutativa prosentenziale e minimalismo deflazionista
5.1 Svalutazionismo
5.2 Teoria deflazionista prosentenziale
5.3 Minimalismo deflazionista
5.4 Critiche alle teorie deflazioniste
6. Teoria della verità come corrispondenza
7. Conclusioni
Bibliografia
1. Premessa indispensabile
La filosofia del linguaggio si fonda su due problemi fondamentali: teoria del significato e teoria della verità. Fornire una teoria del significato (riferimento o denotazione) non determina necessariamente una teoria della verità. Il significato, o riferimento, di una proposizione è ciò a cui una proposizione si riferisce, quale che sia la nozione del “significato” che supponiamo intesa. Caratterizzare la nozione di riferimento è una delle due sfide fondamentali della filosofia del linguaggio classica, che vanta un’illustre tradizione e una letteratura plurimillenaria.
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Di seguito si propone un sunto, ragionato ma fedele, del discorso Concetti filosofici e risultati pratici, tenuto da James nel 1898 all’Unione Filosofica dell’Università di California. Il testo del discorso, pubblicato nel 1904 con il titolo The Pragmatic Method, secondo una visione diffusa «sancisce ufficialmente la nascita del pragmatismo» (Vimercati, 2000).[1]
In via introduttiva è utile chiarire quale sia la posizione di James nei confronti del pragmatismo di Peirce. Posto che, come afferma Peirce, il significato di una concezione (metafisica, ad esempio) è chiaribile solo attraverso la comprensione della condotta (o dell’abito) che essa ispira o comunque che da essa discende, per James è naturale allora prendere in esame, nella considerazione e di fronte ai dilemmi metafisici o più in generale filosofici, la condotta pratica, ovvero propriamente la vita, piuttosto che la logica. In sostanza, James si propone di ampliare il messaggio e il metodo di Peirce; dove Peirce intende il pragmatismo come un metodo sperimentale non tanto volto a stabilire verità, quanto piuttosto a chiarire concetti e dissolvere problemi, mostrandone l’inconsistenza, James opera uno spostamento di obbiettivo: il praticalismo o pragmatismo, o meglio, la massima pragmatica di Peirce, servirebbe a chiarire e distinguere il vero dal falso. Di fronte al dilemma, il filosofo deve stabilire quali siano le condotte che discendono da entrambi i corni, e stabilirne le differenze, per poi operare una scelta in favore della concezione che implica per noi la condotta più conveniente e a noi più consona: e questo corno del dilemma sarà quello vero, dal momento che la nozione di verità è chiarita nei termini delle conseguenze pratiche sensibilmente apprezzabili prodotte dalla teoria. Ma vediamo con maggior chiarezza come si delinea, nello scritto, questa visione ed evoluzione del pensiero di Peirce.[2]
Providing an hypothetical synthesis between contemporary evolutionary theories and the main chomskian paradigm, and starting from a comparison among a Code Model of Language (tailored around an integration of Fodor’s L.O.T. view) and an ongoing original prospective about human language, Ferretti (2007) introduces many theoretical concepts. In this paper I will propose acritics of thosesolutions, underlining some uneasy consequences of his theoretical assumptions (with special regards over the notion of “intelligence”) trying, in the end, to sketch a personal proposal.
Human Language is not totally social driven and conventional, rather its basis is structured beyond a strictly generative process that take part from given set of principles and parameters. With this simple[G1] idea in mind, Noam Chomsky (1959) wiped away most of the behaviorist approach ambitions[1], changing the rules concerning not only research programs in linguistics but also giving an important impetus to cognitive science in its childhood.
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John L. Austin nasce a Lancaster il 26 marzo del 1911 e muore a Oxford nel 1960. Egli fu uno studioso di Aristotele, di cui tradusse opere in inglese. Fu traduttore di testi filosofici importanti, come I fondamenti dell’aritmetica di Frege. Tenne diversi cicli di conferenze, di cui uno ad Harward e da cui fu tratto il libro Come fare cose con le parole.
Are there a priori concepts? (1959)
Other minds (1946).
Truth (1950).
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Aldo: Però, dopo aver fatto l’amore, non lo so…
Giovanni: Eh, non si sa, in queste cose non si sa mai.
Aldo: Lo so. Sto dicendo non lo so è un modo di dire.
Ho detto non lo so però lo so.
Giovanni: Hai detto non lo so e pensavo…
Aldo: Stavo dicendo: ho finito di fare l’amore, non lo so…
Giovanni: Lo vedi che non lo sai.
Aldo: Miii, sto dicendo che non lo so per dire che lo so.
Giovanni: Ma allora dici lo so per dire non lo so.
Aldo: Eh che è tu quando dici non lo so
se voglio andare al mare non è che non lo sai![1]
Aldo, Giovanni e Giacomo
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Il nostro lavoro mira a mettere in luce la centralità della convenzione negli atti illocutori. Faremo questo solo dopo aver ricostruito i punti fondamentali del saggio di Strawson (1). Nella seconda parte (2) ci ripromettiamo di portare argomenti convincenti a favore della nostra tesi. Dopo aver posto le critiche, vediamo brevemente se ci siano ulteriori problemi della teoria di Austin non presi in considerazione (3). In fine terminiamo traendo le fila del discorso (4).
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Consigliamo –Le ricerche filosofiche e il secondo Wittgenstein
Opera | Data |
Saggi sui fondamenti della geometria. | 1897 |
Esposizione critica del pensiero di Leibniz | 1900 |
Principi della matematica | 1903 |
Sulla denotazione | 1905 |
Principia Matematica | 1910-13 |
Elementi di Etica 1910 | 1910 |
I problemi della filosofia | 1912 |
La nostra conoscenza del mondo | 1914 |
Filosofia dell’atomismo logico | 1918-19 |
Introduzione alla filosofia matematica | 1919 |
Teoria e pratica del bolscevismo | 1920 |
L’analisi della mente | 1921 |
Perché non sono cristiano | 1927 |
Matrimonio e morale | 1927 |
L’analisi della materia | 1927 |
Teoria e organizzazione | 1932 |
Educazione e ordine sociale | 1932 |
Storia delle idee del XIX | 1934 |
Il potere | 1938 |
Ricerca su significato e verità | 1940 |
Storia della filosofia occidentale | 1945 |
La conoscenza umana | 1948 |
Logica e conoscenza | 1956 |
Il mio sviluppo filosofico | 1959 |
Autobiografia | 1967 |
Teoria della conoscenza ( abbandonato ) | 1983 |