Vita
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Il predicato “essere bello” si usa in continuazione, soprattutto in una società che ha istituzionalizzato il suo uso per etichettare e distinguere dei fatti morali. L’estetica è sempre stato un risvolto della morale dominante, la cui chiarificazione e concretizzazione attraverso immagini serve a rendere materiale un particolare aspetto morale. L’arte, attività propria della realizzazione del bello, si è sempre trovata a suo agio tra finanziatori interessati da un certo punto di vista morale e, di fatto, nella gran parte dei casi, l’intenzione dell’artista è sempre guidata da un interesse profondamente etico. Tuttavia, esiste un campo puro in cui è lecito pensare ed analizzare i fatti da un punto di vista puramente estetico e “puramente disinteressato”, con ciò bisogna intendere: indipendentemente da tutto ciò che non riguarda puramente l’estetica. In altri termini, il predicato “essere bello” deve essere utilizzato nell’esclusivo senso estetico, indipendentemente dagli usi ibridi, parzialmente impropri, che legano il predicato ad altre proprietà, prime tra tutte, la categoria di “piacere” e di “realtà”.