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Tag: anima

Eros: Il Demone Mediatore tra Divino e Umano – Erotica, Giustizia e Passioni in Platone

 

https://www.worldhistory.org/image/1165/plato/

Introduzione

Si ritiene che la Repubblica di Platone abbia dato la prima e più influente formulazione filosofica della divisione tra la ragione e le passioni: Platone si riferisce loro con i termini pathe o pathêmata.

Nella Repubblica le passioni sono ciò che contraddistingue la parte irrazionale dell’anima, il cui tratto distintivo è l’inferiorità e la necessità di mantenerla sotto il controllo della ragione. Platone precisa inoltre che ogni parte non razionale è denominata per la sua peculiare passione, la parte concupiscibile (epithumêtikon) per l’appetito (epithumia) e la parte vigorosa (thumoeides) per la collera (thumos).

Eppure, nella Repubblica, sorge una difficoltà che non concerne tanto la divisione tra parte concupiscibile e collerica dell’anima quanto il fatto che Platone assegna anche alla parte razionale dell’anima, che dovrebbe contrastare quella irrazionale, passioni come desideri, piaceri ed eros.

Non sarebbe dunque da rintracciare nella Repubblica una distinzione matura tra ragione e passioni. Tale distinzione è rintracciabile in contesti differenti dalla Repubblica, vale a dire nel Simposio, nel Fedro e nel Timeo, fermo restando che le teorie espresse nei dialoghi menzionati rappresentano un naturale sviluppo o elaborazione di quanto espresso nella Repubblica per quanto riguarda desideri, piaceri ed emozioni della parte irrazionale dell’anima.

La scultura è una fiamma all’esistenzialismo con la febbre

Il filosofo Bachelard ci ricorda che un tempo i sapienti solevano meditare di sera, leggendo i libri posti su tavoli ed illuminati da una candela. La fiamma costituiva l’apertura d’un mondo, guidando l’ispirazione degli intellettuali contro il “vuoto nero” dello sfondo (della mente). La candela evocava immagini senza limite, attraendo in modo indefinito (verso la sua fonte, impossibile da vedere con chiarezza). Bachelard così si convince che la fiamma gode “di vita”. Ciò vale perché la candela andrà a “combattere” contro l’oscurità, e trasfigurata di continuo la sua fonte (essenza). Ambedue le condizioni renderanno la fiamma simbolicamente intima.