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San Fruttuoso: una gita in un angolo di paradiso, fra assente segnale del cellulare e scolaresche eccitate

What will we do with a drunken sailor?

What will we do with a drunken sailor?

What will we do with a drunken sailor? Early in the morning

Oggi, trovandomi a Genova da settimane per motivi di lavoro ed essendo oggi il mio giorno di riposo, malgrado la mia forma attuale di allergia o raffreddore, ancora non ho ben capito, ho deciso di partire per una gita fuori porta. La meta da me ponderata è stata Camogli con deviazione in battello verso il piccolo villaggio di San Fruttuoso.

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La mattina presto mi sono dunque recato a Brignole, la fatiscente stazione dei treni di Genova in perenne ristrutturazione: davvero una brutta immagine di presentazione per chi arriva da fuori, di disagio per chi vive da pendolare, di costernazione per il turista. Nonostante non sia proprio uno sprovveduto ho impiegato almeno sei minuti a trovare le biglietterie automatiche. E già questo non sarebbe stato un incentivo a comprare il biglietto. Tuttavia, preso dai buoni costumi sociali, dalle rimembranze della buona educazione ricevuta dai miei cari, e dal mio profondo spirito scout, decido di comprare nonostante tutto il biglietto: €2.70 sola andata per Camogli, laddove mi avrebbe atteso il battello.

Su “La causazione” di David Lewis

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Consigliamo – Introduzione alle teorie della verità – a cura di Giangiuseppe Pili


Abstract

Questo articolo considera la teoria della causazione di David Lewis nella sua formulazione basilare di On Causation (Lewis (1973)).Questo articolo ha una valenza puramente introduttiva e non pretende di esaurire un argomento che il lettore è invitato ad analizzare da solo nei dettagli e scartabellarsi un po’ di letteratura. La posizione di David Lewis è ormai un caposaldo della teoria della causalità, nelle sue varie formulazioni. Ha avuto un grande impatto sul dibattito e, in generale, nella filosofia. Basti considerare che anche in epistemologia, un campo notoriamente non impegnato in forti assunzioni metafisiche in senso stretto, analisi con echi lewisiani sono presenti. Per tutte queste ragioni On Causation fa senza dubbio parte dei classici recenti del pensiero filosofico.

6.1  Conclusioni: dove stanno le differenze?

Le opere presentate in questa mia relazione appartengono a periodi diversi fra loro. Tuttavia, nelle loro diversità, presentano una volontà comune di appartenere ad un genere che, sotto molti punti di vista, è alquanto eterogeneo. Il genere gotico ha, nelle sue intenzioni primarie, interesse a rifarsi al Medioevo come fonte dalla quale trarre ispirazione nel raccontare storie esotiche, dal sapore retrò (utilizzando un termine che va tanto di moda oggi), ma anche cariche di una forza propria, forse unica rispetto ad altri generi.

Questa forza, permette agli autori di raccontare di personaggi, spesso bislacchi e un po’ rozzi, quando, in quanto signori in possesso di castelli (come Manfredi de Il castello di Otranto) ci aspetteremmo tutt’altro comportamento.

Questa forza, permette anche di creare entità soprannaturali. Wolpole ce le ha mostrate per la prima volta, la Radcliffe e Lewis ne continuarono a farne uso. Quest’ultimi cercarono, però, di dare nuovo slancio al genere con un po’ di nuovi stratagemmi. La Radcliffe prese il soprannaturale e lo portò ad un livello reale, innestando nella storia l’elemento psicologico.

5.1  Il romanzo gotico americano

Ho ritenuto opportuno aprire una parentesi nella nostra presentazione riguardo la storia della letteratura gotica, perché il gotico americano è una rifrazione di quello inglese e può essere maggiormente compreso se analizzato separatamente.

Prima di tutto, il gotico americano guarda, sin dalle origini, con invidia alle opere europee. Questo perché, mentre in Europa gli scrittori potevano attingere da un passato, senza guardare molto lontano, in America si doveva guardare al vecchio mondo per ricercare elementi medievali da inserire nei propri romanzi. La mente degli scrittori doveva essere rivolta a luoghi lontani.

Per questa ragione, nascevano storie piene di vecchi europei malvagi, di odio, di repressione e con un persistente senso di oscurità e di ossessione. Ripercorrendo la storia della letteratura d’oltreoceano mi concentrerò, in particolar modo, su due autori che hanno reso grande la letteratura gotica americana, due nomi più che conosciuti: Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft.

4.1  I romanzi gotici nella modernità

Nella sua evoluzione il gotico incontrò intorno agli anni 80 e 90 del 1800 un’esplosione di energia, in nuovi libri, che uscirono in date molte vicine le une alle altre, in quegli anni. In undici anni vedono la luce i miti moderni, nonché romanzi intramontabili, della letteratura gotica: Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde (1886) di Robert Louis Stevenson, Il ritratto di Dorian Gray (1891) di Oscar Wilde e Dracula (1897) di Bram Stoker.

Accanto alla creatura mostruosa di Frankenstein, al vagabondo errante di Melmoth e al vampiro di Polidori, si aggiungono  il doppelganger, la maschera dell’innocenza e il nuovo vampiro di Dracula.

Nonostante i vari punti di vista diversi degli autori, tutti hanno in comune il tema della degenerazione e dell’assenza dell’umano. Tutti si chiedono, inoltre, quanto si può perdere, individualmente, socialmente, nazionalmente, per rimanere sempre uomini? Qual è il grado di “contaminazione” per rimanere sempre esseri umani?[1]

3.1 I classici della letteratura gotica

Per parlare dei successivi romanzi che hanno segnato questo genere dobbiamo arrivare all’ultimo decennio del Settecento. In questo periodo, le classi medie si erano sempre di più avvicinati alla lettura e, in grado sempre maggiore, al gotico. Quest’ultimo, infatti, aveva saputo esprimere interesse verso i problemi politici e sociali, che rientravano pienamente nelle convenzioni stilistiche del gotico, con un desiderio, spesso neppure velato, di superare tali problemi.

Fra le opere gotiche di questi anni, se ne distinsero tre, che presenterò analizzandole insieme, visto che tutte e tre si influenzarono l’una con l’altra: I misteri del castello di Udolfo (1794), L’italiano o il confessionale dei Penitenti Neri (1797) e Il monaco (1796). I primi due sono dell’autrice Ann Radcliffe, l’ultimo dell’autore Matthew Lewis.

Guerra rivoluzionaria La controinsurrezione nel pensiero strategico francese. Gagliano G..

Dopo Deception. Disinformazione e propaganda nelle moderne società di massa (2014), Stato, potenza e guerra economica (2014), Guerra economica e intelligence (2013) e tanti altri volumi su vari settori della guerra contemporanea e dell’intelligence, in particolare dell’intelligence economica, Giuseppe Gagliano, direttore del CESTUDEC, dedica il suo nuovo lavoro alla contro-insurrezione, inquadrata all’interno del pensiero strategico francese, di cui Gagliano è un frequentatore attento. In particolare, in questo senso specifico, il lavoro è particolarmente prezioso proprio perché il pensiero strategico francese (in particolare di David Galula e Jacques Hogard) si è fondato sull’esperienza sul campo (le guerre nell’Indocina tra Cambogia e Vietnam, e la guerra d’Algeria) ed è maturato proprio sulla base di ufficiali estremamente competenti e dotati da un punto di vista intellettuale. Guerra rivoluzionariaCome tutte le opere di Gagliano, anche questa ha un importante risvolto concreto, dato l’ambito scelto: il combattimento degli eserciti occidentali contro avversari di forza asimmetrica sembra incontestabilmente la principale forma di guerra del nuovo secolo. Ne è una testimonianza proprio il fatto che il generale Petraeus ha ripreso la teoria sulla controinsurrezione del pensiero francese, soprattutto di David Galula, in Afghanistan e in Iraq, come segnala appunto lo stesso Gagliano.

2.1  Il romanzo gotico nelle origini

Il castello di Otranto, di Horace Wolpole, viene considerato l’iniziatore della narrativa gotica. Pubblicato nel 1746, il romanzo si distingueva dagli altri precursori della narrativa gotica, in quanto caratterizzato da un’ariosità ed una leggerezza in grado di renderlo, rispetto ai romanzi che usciranno in seguito sotto l’etichetta di gotico, quasi una fiaba.

Il castello di Otranto si presenta come un revival delle antiche tradizioni letterarie, soprattutto dello stile romance, che si diffuse ampiamente nell’Alto Medioevo. Il romance ebbe grande successo e si impose sia in ambito aristocratico, sia in ambito popolare. Gli autori del genere portarono in Europa storie di ambientazione cavalleresca. Esse raccontavano di cavalieri erranti che, generalmente, partono per un viaggio, con la volontà di compiere gesta eroiche. Spesso riprendevano temi delle favole o delle leggende, raccontando, in una nuova veste, di eroi che fossero graditi ai gusti del pubblico e dei lettori dell’epoca.

In ambito popolare, il genere assunse alcune tinte ironiche o satiriche e vide la sua scomparsa nel 1600. Miguel de Cervantes ne riprese gli aspetti satirici nel suo Don Chisciotte.

1.1 Letteratura gotica Dalle origini alla contemporaneità

L’intento della mia relazione è quello di analizzare i vari aspetti della letteratura gotica, conscio che il lavoro da me svolto sarà comunque di notevole impegno, visto che il corpus letterario che mi appresto a presentare è alquanto vasto.

Con questa premessa intendo soffermarmi principalmente sui singoli aspetti mostrati dai vari romanzi di ambientazione gotica e come i classici elementi, che hanno reso famoso questo genere, si differenzino, con il passare del tempo, fra un’opera e l’altra. Gli stereotipi, ripresi da ambientazioni medievali e riproposti, spesso in maniera distorta, sono infatti presenti in numerose storie.

La letteratura gotica sarà, appunto, presa in considerazione sotto le caratteristiche che la contraddistinguono, in elementi presenti o quantomeno accennati nella narrazione: castelli infestati dagli spettri, sotterranei che si disperdono in numerose direzioni, cavalieri, eroine in preda a terrore, mostri e licantropi[1]. Questi sono i punti in comune, appartenenti all’insieme dei romanzi di ambientazione gotica, che presenterò e cercherò di analizzare.