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Scuolafilosofica Posts

3.2 Colonia penale agricola di Sarcidano (Isili)

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Tre anni dopo la fondazione della colonia di Castiadas, nel marzo del 1878, sorgeva nelle campagne di Isili una nuova colonia. Isili, posto al centro della Sardegna nel Sarcidano, non lontano da Laconi, aveva una economia basata prettamente sull’agricoltura e ancor di più sull’allevamento e pastorizia: infatti, la morfologia del territorio non prospettava la possibilità di grandi coltivazioni, come invece era nel Sarrabus a Castiadas. Era sorto come succursale del penitenziario di Cagliari, però divenne presto autonoma. A differenza di altre zone della Sardegna, specie quelle pianeggianti, il Sarcidano non era flagellato dalla malaria, anche se non si doveva mai trascurare la ‘potenza’ di questa malattia. Tuttavia la bonifica era necessaria: i terreni incolti, appartenenti ai vecchi ademprivi, erano sempre consistenti, e per questo da bonificare e da rendere fruibili ai futuri coloni.

Si estendeva su una superficie di circa 734 ettari, dei quali soltanto 250 coltivabili: il podere di Isili stava sopra delle rocce “giuraliassiche e il suolo era formato da macigni grandi e piccoli, più o meno emergenti. […] Il terreno destinato alle colture si hanno il calcare, l’argilla e l’arena, variamente mescolate. […] nel suolo roccioso si tengono il sughero, le querce, il leccio e nel sottobosco sono presenti lentischio, fillirea, erica, e via dicendo”[1]

La metamorfosi – Franz Kafka

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Consigliamo Il castello di Franz Kafka


Il racconto La metamorfosi (1912) è probabilmente tra le opere più importanti del XX secolo, per quanto riguarda la letteratura mondiale. Si tratta di un racconto di un certo respiro, per quanto la sua estensione rimanga, comunque, piuttosto contenuta. La metamorfosi è senza dubbio l’opera più nota di Franz Kafka ed è anche tra quelle poche edite in vita, motivo per il quale il racconto assume una importanza peculiare, anche per via del suo stato rifinito. Inoltre, si tratta indubbiamente del racconto che ha dato vita ad una letteratura sconfinata anche se, per alcuni aspetti, non si può dire l’opera più rappresentativa di Kafka. Probabilmente è tra i risultati migliori della sua prosa, forse anche il migliore (ammesso che abbia senso doverne sempre e comunque trovare uno) ma non può essere considerato il più rappresentativo.

Infatti, esso è sostanzialmente concepito come un racconto di fantascienza, ovvero quei racconti di fantasia al cui avvio potrebbe stare la domanda ipotetica: come sarebbe il mondo se questo dettaglio fosse diverso? Nel caso de La metamorfosi la domanda potrebbe essere: come sarebbe il mondo se diventassi di punto in bianco un insetto? E la risposta di Kafka è la seguente: sarebbe diverso, ma non molto. E la differenza tra questo e quel mondo si gioca sulle inezie, non sulla struttura e sulla logica di costruzione di senso e significato del mondo. A parte questo fatto, per così dire strutturale, La metamorfosi è un racconto dallo stile misurato, controllato e privo delle tipiche digressioni oniriche che rendono allucinante non l’oggetto ma la forma della prosa di Kafka (si pensi a Il castello, che è quasi interamente costruito su lunghe digressioni allucinanti, o si pensi al racconto La descrizione di una battaglia). Si diceva, dunque, che La metamorfosi è un lavoro relativamente atipico nel panorama di Kafka. E infatti, oltre al suddetto controllo, sussiste anche un’altra differenza con altri lavori: esso è compiuto ed è pensato per la lettura e non per la declamazione orale. Infatti, Kafka era solito leggere i suoi lavori ai suoi amici, sicché essi assumono una forma più adatta alla lettura orale, piuttosto che alla lettura silenziosa, tipica del modo di leggere moderno.

Embodied Cognition – L’essenziale

Embodied Cognition

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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

In questo articolo si considerano le linee generali della Embodied Cognition, un nuovo fertile campo di ricerca sulla mente e sulla cognizione. Il rifiuto dell’impostazione classica alla filosofia della mente, la riconsiderazione del ruolo del corpo all’interno della cognizione fanno di questa relativamente nuova disciplina un campo di analisi per il presente e per il futuro.


L’Embodied Cognition è l’ultima Revolution in Academic Affairs ed è un settore di ricerca che si situa all’interno della filosofia della mente, dell’intelligenza artificiale e della fenomenologia. Il suo primario campo di indagine risulta essere la relazione mente/corpo e, soprattutto, come questa relazione influenzi la cognizione. L’idea principale, riportata in modo generico e vago ma fa capire, è che il corpo influenzi la cognizione in quanto il corpo stesso è parte attiva del processo cognitivo. Da questo principio, da cui l’Embodied Cognition prende avvio, si evince immediatamente: (a) il rifiuto dell’impostazione classica alla mente e (b) l’interesse dell’Embodied Cognition per tutti quei settori di ricerca che studiano la natura della relazione mente/corpo soprattutto dal punto di vista del corpo.

La pelle – Curzio Malaparte

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Consigliamo Il giorno del giudizio di Salvatore Satta


E unitici al corto dei becchini, ci avviammo dietro la bandiera. Era una bandiera di pelle umana, la bandiera della nostra patria, era la nostra stessa patria. E così andammo a vedere buttare la bandiera della nostra patria, la bandiera della patria di tutti i popoli, di tutti gli uomini, nell’immondezzaio della fossa comune.

  La pelle – Curzio Malaparte

La pelle è un romanzo con caratteri autobiografici di Curzio Malaparte, un romanzo da uno stile denso, preciso, univoco e perfetto. Si tratta di un romanzo privo di una trama sistematica, se con questo si intende una sequenza di fatti riportati in un ordine che scandisce la sequenza temporale degli eventi. Uno dei motivi è dovuto non solo alla rapsodicità degli eventi presentati, ma pure alla principale caratteristica degli avvenimenti stessi: il significato del susseguirsi degli stati di cose non è limitato agli anni della guerra in Italia, della campagna americana e della liberazione del paese. Il significato di quegli eventi parla a tutti coloro che sono immersi in questo mondo, tutti coloro i quali si chiedono, giorno dopo giorno, se vivano in Terra o all’inferno.

3.1 Colonia penale agricola di Castiadas

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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“Storica terra di deportazione sin dai tempi di Augusto”[1] la Sardegna ebbe fra l’Ottocento e il Novecento la maggiore quantità e estensione di colonie agricole in Italia. Questo ‘primato’ è senz’altro da attribuire all’inospitalità di alcune zone dell’isola. D’altronde la malaria in Sardegna era un male che attanagliava i nativi già dai tempi di Augusto per l’appunto.

“La malaria si colloca come causa e come effetto della debolezza economica, isolatezza politica e marginalità culturale. La miseria è causa della malaria e la malaria è causa della miseria. Un terribile circolo vizioso rimasto intatto sino a ieri (ancora nel 1947 esistevano casi di malaria in Sardegna per quanto, ormai, paragonabili al triste ricordo che un vecchio poteva avere di un suo male patito in gioventù).”[2][3] La prima colonia penale agricola che seguì le tracce e i fasti “penitenziari” della colonia toscana di Pianosa, fu quella posta nel territorio del Sarrabus, a Castiadas.

Cosa ne pensava davvero Kurt Gödel?

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Logica da Zero a Gödel di Francesco Berto e Fallacie di ragionamento


Abstract

Questo saggio non vuole riportare l’intera ricerca di Kurt Gödel (1906-1978). Quanto mi propongo di fare è soltanto presentare i risultati di mie recenti letture di alcuni testi filosofici del maggiore logico del XX secolo. Infatti, il risultato principale consiste sostanzialmente nella contemplazione di una posizione filosofica estremamente precisa e delineata. Dato il fatto che il pensiero di Gödel è espresso in modo chiaro e distinto, mediante uno stile argomentativo rigoroso, denso ma pienamente comprensibile, il mio invito è quello di dedicarsi alla lettura diretta dei testi del logico, ancor prima di andare a guardare nel grande mare di una letteratura piuttosto tecnica e non sempre soddisfacente.


Kurt Gödel (1906-1978) è stato uno dei più grandi matematici del XX secolo. Si può dire, parafrasando Churchill, mai così tanti presero così tanto ad uno soltanto. Infatti, Kurt Gödel è ancora oggi una delle celebrità intellettuali più citate e probabilmente più ignorate allo stesso tempo. Questo paradosso, invero assai diffuso in certi ambienti, è dovuto al fatto che le sue dimostrazioni (soprattutto i due celebri teoremi di incompletezza) hanno oscurato totalmente ciò che viene prima e dopo, cioè il suo pensiero filosofico. Per tale ragione, dunque, Gödel risulta tra i più citati in senso lato ma più ignorati in senso stretto.

Matematica e fede religiosa: il pensiero di Ennio De Giorgi (con uno sguardo sul nostro tempo)

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All’inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo. (Ennio De Giorgi)

Ennio De Giorgi

Il 25 ottobre 1996 moriva, a Pisa, Ennio De Giorgi. Era nato a Lecce l’8 febbraio 1928. È stato un grande matematico del XX secolo.

In questa sede, prendo in considerazione alcune sue idee inerenti al rapporto fra matematica e fede religiosa espresse in Riflessioni su Matematica e Sapienza (a cura di Antonio Marino e Carlo Sbordone, Quaderni dell’Accademia Pontaniana, vol. 18, Napoli, 1996) [faccio riferimento a ENNIO DE GIORGI. Hanno detto di lui …, a cura di Giuseppe De Cecco e Maria Letizia Rosato, Quaderno 5/2004, Università degli Studi di Lecce, Dipartimento di Matematica “Ennio De Giorgi”, Edizioni del Grifo (i tre brani riportati subito dopo si trovano nell’Appendice A: Valore Sapienziale della Matematica)].