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Scuolafilosofica Posts

Il liberalismo di John Rawls

John_Rawls

Abstract

In questo articolo consideriamo la posizione filosofica politica del liberalismo di John Rawls, almeno nella sua versione declinata nel libro di Robert B. Talisse (2009)[1]. Rawls è senza dubbio uno dei più influenti filosofi del XX secolo e la sua posizione in filosofia politica è, giustamente, ritenuta tra le più influenti nel dibattito. Non si tratta di un testo specialistico, sicché il lettore è invitato a continuare la ricerca autonomamente.


John Rawls (1921-2002) è stato uno dei massimi filosofi americani del XX secolo. I suoi interessi si sono focalizzati soprattutto nella filosofia politica e nella filosofia morale. In questo breve articolo cercheremo di enucleare alcuni punti della sua posizione politica, tra quelle ormai considerate canoniche nell’ambito della filosofia politica recente. Questa analisi riprende la posizione rawlsiana soprattutto per come viene declinata da Talisse (2009).

Musica per pianoforte – Una prima fruizione

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Consigliamo L’importanza delle variazioni nella musica classica


La musica classica è un mare magnum in cui è facile perdersi. Inoltre, come spesso accade, essa è un’etichetta che contiene una sottocategorie di grandezza non trascurabile: la musica da camera, la musica lirica, la musica sinfonica etc.. All’interno della musica da camera esiste la musica per più strumenti (sonate per due strumenti, per lo più violino e pianoforte, trii, quartetti, quintetti, sestetti fino ad ottetti) e musica per strumenti singoli (pianoforte, violino, violoncello, organo…). Tra i vari strumenti solisti la musica per gli strumenti a tastiera è sterminata. Sin da quando esistono il clavicembalo e l’organo, i più grandi compositori hanno riservato ad essi grande attenzione, un’attenzione unica. Se l’organo è uno strumento che funziona ad aria, il clavicembalo è il principale e fondamentale strumento a corda pizzicata, la base di partenza per l’evoluzione moderna di tale tipologia di strumenti che arriverà al pianoforte.

Il pianoforte è stata prima di tutto un’impresa tecnico-tecnologica che ha visto l’intervento di grandi compositori, tra cui Johan Sebastian Bach (1685-1750) e Muzio Clementi (1752-1832) su tutti. Oltre all’impresa tecnica, il pianoforte è probabilmente lo strumento più rappresentativo dell’intera musica classica, anche per via del fatto che attraverso opportuni arrangiamenti, quasi tutta la musica può essere ridotta a pezzi per pianoforte (per questo si veda l’articolo: L’importanza delle variazioni nella musica classica). In questo senso, il pianoforte consente quella che in matematica è un’operazione nota nella teoria degli insiemi: parti della teoria possono rappresentare parti di se stessa. E infatti la musica classica è un modello infinitamente reinterpretabile. Questo significa che, in generale, la musica per pianoforte è tra le componenti dominanti, tra le linee fondamentali della storia musicale.

[Segnalazione] Paolo Meneghetti sulla fenomenologia della mano

Locandina per la Conferenza a CuneoSabato 13 FEBBRAIO,

alle ore 21.00

presso la Fondazione “Delfino”,

sita in Corso Nizza n°2

a CUNEO

Il critico d’estetica contemporanea Paolo Meneghetti terrà una conferenza a voce (di 60 minuti), incentrata sulla fenomenologia della mano. In particolare egli citerà il saggista Henri Focillon, allacciandolo alle poesie di Fernando Pessoa e Paul Celan. Durante la sua conferenza, Paolo Meneghetti manderà in videoproiezione le immagini di più opere d’arte (sia moderne sia contemporanee), in cui si rappresenta la mano.

Tristan da Cuhna, ovvero l’elogio all’isolanità

Tristan

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Dedicato ad Andrea Corona primo fra tutti con i quali ho espanso i miei desideri di viaggiare nel mondo, ahi noi, il turista per sempre non l’abbiamo ancora vinto. Ma l’Irlanda ci aspetta.

Dedicato a Matteo e Andrea Mereu, con i quali condivido sogni di viaggio molto importanti; giammai è tardi per sognare, ma anche di credere nel sogno.

Dedicato a Paolo, quando meno ce lo aspetteremo, scriveremo i ricordi alcolici di un nostro viaggio, magari a Tristan da Cunha.

Dedicato a Giangi, ai turchi e al suo video girato da delle studentesse (chissà) in gita verso Anadolu Kavağı, che vaga nell’etere e nella versione “tarocca” turca di youtube.

Capita, nei miei momenti liberi, che non sappia cosa fare: allora fin da ragazzino sbrigavo il tempo a guardare il mappamondo alla ricerca di isole sperdute, di isolette che solo il nome evocassero l’esoticità del viaggio e la lontananza da casa. Oggi più del mappamondo, mi oriento guardando Google Maps o Google Earth, che malgrado ledano qualche diritto alla privacy, sono ottimi strumenti per viaggiare utopicamente. Ed immagino in un futuro distopico, teletrasporti e portali supersonici che ti porteranno in qualche secondo gratuitamente, dove si vorrà. Ma questa è un’altra storia.

Che siano mappamondi, che sia Google Maps, si tratta sempre di un viaggio virtuale, un viaggio onirico, ma che negli anni è diventata una passione: lo studio dei paesi isolani più remoti del mondo, dei quali un giorno, non mi dispiacerebbe poter redigere un libro.

Tolkien e i classici. Arduini, Testi, Barella, Canzonieri..

Tolkien

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La prima volta che ho letto Il signore degli anelli avevo diciassette anni ed è stato per via di una scommessa lanciatami da mio padre, il quale era scettico del fatto che avrei potuto leggerlo in meno di un mese. Non solo vinsi la scommessa con ampio anticipo, ma scoprii almeno un mondo: quello di una parte del Legendarium di John Ronald Reuel Tolkien, di cui il Signore degli anelli è senz’altro una parte importante. Ma in realtà la scoperta, forse più importante, è stato del mondo che conosce Tolkien in molte delle varie sfaccettature della sua vasta produzione. Da quel momento, infatti, iniziai a discutere con diversi miei amici delle interpretazioni dell’opera di Tolkien e dei vari risvolti della sua produzione. Certo, si trattava di analisi parziali, incomplete e frutto soltanto della passione di alcuni amici. Ma questo è il punto: un “classico” è proprio un testo che diventa un luogo comune e che consente, così, di intrattenere argute discussioni ad ogni livello di competenza.