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Scuolafilosofica Posts

Madame de Staël | Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau – Riflessioni sul suicidio | a cura e con introduzione di Livio Ghersi

Nel 1766 nasceva a Parigi Germaine Necker, più nota come Madame de Staël. Nel 250° anniversario della sua nascita Bibliosofica Editrice pubblica un volume costituito da due saggi, di cui il secondo inedito in italiano, che donano nuova luce alla complessa e affascinante figura dell’autrice.Cover_Madame_de_Stäel

L’introduzione, a cura di Livio Ghersi, ci offre le coordinate storiche fondamentali. Anne-Louise Germaine Necker, è stata una scrittrice francese di origini svizzere vissuta tra la seconda metà del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Figlia di Jacques Necker, Controllore generale delle finanze sotto il regno di Luigi XVI, acquisisce il cognome de Staël in seguito al matrimonio con il barone de Staël-Holstein, ambasciatore svedese presso il governo francese.

“Cronaca della guerra del Vietnam 1961-1975” Introduzione dell’Autore

Prima di copertina Cronaca VietnamLe motivazioni alla base di quest’opera [Cronaca della guerra del Vietnam 1961-1975 ndr.] sono sostanzialmente tre:

la mia generazione (quelli nati negli anni Sessanta e appena prima) è stata segnata dalla guerra nel Vietnam in modo almeno altrettanto profondo di quanto le generazioni giovani siano state segnate dall’11 settembre 2001 e la successiva guerra al terrorismo in tutte le sue diramazioni. Anzi, penso sicuramente di più. Ogni sera c’era al telegiornale una specie di bollettino di guerra aggiornato che proveniva dagli Stati Uniti, a volte direttamente dal Presidente in persona, che spiegava, con bastoncino e cartina del sud-est asiatico in evidenza, lo sviluppo delle operazioni.

Gli Stati Uniti d’America ne sono stati segnati in maniera addirittura straziante. Anche dopo la fine del conflitto, per almeno trent’anni la filmografia americana (e non solo quella americana) e addirittura la produzione di serial televisivi è stata quasi inevitabilmente scandita da storie i cui personaggi, principali o secondari, avevano almeno un “passato” in Vietnam che ne spiegava certe ruvidezze o certe ossessioni o follie. Questo malgrado la guerra vera, quella combattuta, fosse stata vissuta, rispetto ad altre avventure militari americane, da un’esigua minoranza della popolazione, percentualmente parlando. Pensate, solo per fare qualche esempio noto al pubblico italiano, all’”Anno del Dragone” di Michael Cimino (qui era Mickey Rourke il “reduce”) o alle serie TV poliziesche “Miami Vice” (qui era il detective Crockett, interpretato da Don Johnson, che aveva all’attivo 2 turni in Vietnam con la 101a divisione e con le Special Forces), o “Magnum P.I.” (qui era tutta la combriccola dei tre amici), da film come “Un mercoledì da leoni” di John Milius o “Fandango” con Kevin Costner (l’ultima “zingarata” con gli amici prima della partenza per il Vietnam), all’ovvia serie di film di Rambo, o i film d’azione con Steven Seagal, o film d’autore, da “Non è un paese per vecchi” a “Tra cielo e terra” a “Regole d’onore”, o ancora i film comico-polizieschi della serie “Arma letale” in cui il personaggio interpretato da Mel Gibson era addirittura un ex-membro della famosa (almeno agli addetti ai lavori) “Operazione Phoenix” della CIA in Vietnam.

La lunga notte: cronaca del golpe in Turchia

La seguente analisi del tentato golpe in Turchia si propone di trattare l’accaduto in modo scientifico, senza alcuna finalità ideologica.

hqdefault (1)15 luglio 2016, ore 22:00 (ora italiana), Turchia.

Ad Istanbul i ponti sul Bosforo vengono chiusi da cordoni di sicurezza della Jandarma (polizia militare turca) isolando così la capitale dal continente asiatico. In pochi minuti ad Istanbul e ad Ankara, i due cuori della Repubblica Turca, colonne di militari si muovono verso i centri nevralgici del potere con l’appoggio di mezzi blindati e mezzi aerei. Carri armati sfilano per le strade e Istanbul è sorvolata da elicotteri d’assalto. Sembrerebbe anche che alcuni F-16 sorvolino la capitale.

Alle 22:16 il governo turco annuncia che è in atto un tentativo di colpo di stato da parte di alcuni reparti delle FF.AA. turche.

Sembra il tentativo possa andare a buon fine. I golpisti puntano verso il parlamento ad Ankara. Nella stessa città viene occupata la sede della rete televisiva turca TRT ed interrotte le trasmissioni. Si annuncia che un non meglio definito “Consiglio di Pace” formato da militari sta prendendo il controllo del paese. L’obiettivo dichiarato è formare un nuovo governo per fermare la deriva autoritaria portata avanti dal presidente turco Erdogan.

Il piccolo Cavaliere del Re degli Scacchi – Carlo Alberto Cavazzoni

il-piccolo-cavaliere-scacchi-cavazzoni 

Considerando la mia esperienza, ti consiglio di non smettere di sognare, perché i sogni indicano la strada da percorrere, ma di accettare pur sempre la realtà.

Carlo Alberto Cavazzoni

Il piccolo cavaliere del Re degli scacchi è un libro di Carlo Alberto Cavazzoni, edito nel 2016. Si potrebbe dire che si tratti di un libro per ragazzi o, anche per più giovani. In fondo, la storia è quella di un bambino, Dario, che sogna di diventare un cavaliere. Egli è orfano di entrambi i genitori e vive con la nonna, Pina, semplice, arguta e cuoca. Tuttavia, la nonna è molto preoccupata per il futuro del piccolo, perché sogna sin troppo. Soprattutto sembra avere i sogni sbagliati: essere cavalieri costa e i soldi non ci sono. Inoltre, il cavaliere è pur sempre un uomo d’arme, cioè segue gli eserciti, asseconda i regnanti e deve sacrificare anche la vita per questo. E oltre a sacrificare la sua, estrema ratio non desiderata, la toglie agli altri.

Ma Dario non demorde. Non demorde neppure quando alla casa della nonna Pina giunge un viaggiatore stremato, uno scultore importante che andava verso Firenze. Costui sarebbe morto di freddo, se nonna Pina non l’avesse ospitato. Giorgio, così si chiamava, in cambio dell’ospitalità impartisce importanti lezioni a Dario, gli insegna a scrivere e, soprattutto, gli mostra il gioco degli scacchi.

Un sito ovvero come l’abbiamo fatto noi! La storia di Scuola Filosofica

Struttura dell’articolo

1 Introduzione

2 I prodromi e la nascita di SF1.0 (2007-2009)

3 Ascesa e caduta di SF1.0 (2010-2011)

4 Il decollo e l’assestamento (2012-2013)

5 La grande razionalizzazione: tra studi, modifiche e revisioni, l’ascesa di SF (2014-2015)

6 Uno sguardo al futuro

7 Disamina delle fonti


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Introduzione

20160708_095329“I have a dream” o per meglio dire “I have two, three or four dreams”: uno sarebbe quello di pubblicare qualcosa, ma è un “trip” più che un “dream”, almeno per il momento. Però un altro sogno potrebbe essere molto meno “sogno” di quanto non sia: fare un bel sito di filosofia.

Giangiuseppe Pili, da Lettera a Stefano Sabatini – 25.01.2008 –

Scrivere la storia di un sito internet è qualcosa di estremamente difficile, se non addirittura impossibile. Un sito internet non è solamente un fatto disincarnato, che vive di vita propria, in una sorta di mondo platonico delle idee. Un sito internet è il risultato dell’utilizzo di software che agiscono sul web e che hanno una natura materiale, come tutte le altre cose. Inoltre, un sito internet ha moltissime proprietà distinte che non attengono esclusivamente al web. Esso è come una mano: può essere usata per toccare, per provare piacere, per scrivere etc.. Non c’è scritto nel manuale di istruzioni cosa un sito è perché un sito internet è una cosa con infinite possibilità di interpretazione, lettura ed utilizzo. Inoltre, proprio per questo, come insegnano tutti i manuali di cyber security, ogni piattaforma sul web prevede e richiede una equivalente trasposizione nel mondo: un insieme di persone organizzate per produrre uno scopo comune.

In difesa del senso comune di George E. Moore [Traduzione]

NOTA DEL TRADUTTORE

La traduzione in italiano del testo di George E. Moore, A Defence of Common Sense, è nata dall’esigenza di riflettere sui fondamenti della filosofia. I cosiddetti filosofi del senso comune sono considerati in genere come gli esponenti di un capitolo minore della storia della filosofia. Eppure un implicito “senso comune” sembra essere un sottotesto presente nella riflessione anche dei maggiori filosofi. Prendiamo per esempio un qualsiasi filosofo idealista, che esprime nelle sue opere l’idea che il mondo sia una creazione dell’Io pensante. Se questo filosofo si rivolge ad altri filosofi, o semplicemente include nelle sue frasi, anche non filosofiche, l’idea di un “Noi”, sta in un certo senso tradendo la propria filosofia. Sta esprimendo, infatti, un concetto del senso comune, una sorta di assioma indimostrabile filosoficamente o logicamente, ovvero che è certo che esiste una moltitudine di esseri coscienti e che ognuno di essi può essere in qualche modo in contatto con gli altri. Il testo di Moore che ho tradotto esplora in modo approfondito questa contraddizione nonché l’universalità di alcuni concetti che definiamo appunto come “senso comune”.

– Si segnalano:

Breve biografia di George E. Moore.

Il testo originale del testo tradotto.

Alcuni materiali integrativi.


In difesa del senso comune

In ciò che segue ho cercato semplicemente di chiarire, uno per uno, alcuni dei punti più importanti in cui la mia posizione filosofica differisce dalle posizioni assunte da alcuni altri filosofi. È possibile che i punti che ho ritenuto di menzionare non siano realmente i più importanti, e forse riguardo ad alcuni di essi nessun filosofo ha mai pensato davvero cose diverse dalle mie. Tuttavia, per quanto mi è dato sapere, su ognuno di questi punti molti sono stati effettivamente in disaccordo; anche se (nella maggior parte dei casi, se non altro) su ciascuno di essi molti si sono trovati d’accordo con me.

Tripadvisor: un bel portale, istruzioni per l’uso!

snapshot (3)Sono un grande amante dei social network e dei network in generale. Uso scientemente Facebook, soprattutto negli ultimi tempi sto operando restrizioni sugli accessi, uso saltuariamente Twitter, mi piace molto Instagram (ma solo per sbirciare e/o condividere foto di vedute urbane e naturalistiche), in passato ho utilizzato Flickr, ormai fuori moda, e da tempi in cui non era ancora molto noto, frequento Tripadvisor, una via di mezzo fra portale di condivisione di viaggi ed esperienze enogastronomiche e portale O.T.A. (Online Travel Agency), dunque di prenotazioni.

Mi piace molto perché amo viaggiare e mi piace viaggiare bene, senza trascurare se possibile il low budget e la possibilità di visitare luoghi che magari sono al di fuori dagli itinerari turistici canonici. Inoltre mi piace perché sono del settore, nello specifico quello alberghiero, e trovo molto interessante leggere le recensioni di chi soggiorna nel mio posto di lavoro, o recensioni che comunque criticano o elogiano il lavoro dei miei colleghi. Tripadvisor non è solo questo: infatti, oltre le recensioni, al suo interno si trova un forum, che di solito andrebbe usato per consigli di viaggio, dove ci sono moderatori che regolano le discussioni. Ma si sa, anche i forum (come Flickr) ormai sono demodé. Inoltre c’è la pagina dedicata al “meglio dell’anno in corso”, dove il portale ti seleziona le mete più gettonate e con più punti racimolati durante l’anno. Tutto questo è molto bello, soprattutto per chi non ha voglia di sfogliare a volte noiose e pompose guide turistiche, o chi per ragioni smart preferisce avere tutto sotto controllo di dito, piuttosto che di visione cartacea. Ribadisco che Tripadvisor è un ottimo strumento per redare recensioni e cogliere utili suggerimenti e suggestioni di viaggio o di buona ristorazione, una Scuola Filosofica per i viaggiatori!

[Segnalazione] Pace e guerra giusta nella riflessione di Erasmo da Rotterdam

bsu14rSono felice di segnalare l’uscita del nuovo libro di Giuseppe Gagliano: Pace e guerra giusta nella riflessione di Erasmo da Rotterdam.

Autore: Giuseppe Gagliano

ISBN 978-88-6542-496-4

Pagine: 96

 


Un’Europa divisa da lotte e guerre interne, lontana dalla pace e dalla fratellanza tra i popoli, è il contesto storico che ispirò la Querela pacis di Erasmo da Rotterdam. Il saggio di Giuseppe Gagliano, attraverso un’analisi storica delle strategie politiche ed economiche che hanno portato a un’apparente stabilità dei Paesi europei, liberi dalle frontiere e lontani dalla violenza, vuol essere una riflessione e un confronto sul concetto di pace e di guerra giusta. Leggendo le pagine di Erasmo, il Gagliano cerca una risposta alla profonda crisi che sta attraversando oggi l’Europa.