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Scuolafilosofica Posts

Abecedario – Francesco Cossiga

Cossiga, Francesco; (2002), Abecedario, Soveria Mannelli: Rubbettino.


Abecedario è un testo di Francesco Cossiga, pubblicato per Rubbettino nel 2002 il cui argomento è l’intelligence, ovvero i così detti “servizi speciali”. Questa opera è probabilmente una delle prime nel panorama italiano (pre-riforma 124/2007) che entra nel merito della natura peculiare delle attività dei servizi di sicurezza e informazione.

Per «servizi speciali», detti altrimenti «servizi di informazione», «servizi di sicurezza», «servizi di informazione e sicurezza», o più comunemente e per così dire ‘volgarmente’ «servizi di segreti», si intendono quegli apparati dello Stato (…) che svolgono, per il raggiungimento dei propri fini, attività informativa ed operativa secondo modalità e con mezzi non convenzionali, nel senso che sono in massima parte loro propri, e non comuni ad altre amministrazioni, e la cui legittimità si fonda su interessi fondamentali dello Stato, la cui difesa e/o la cui realizzazione attengono cioè alla vita stessa dello Stato; per cui la «legittimità dei fini» viene a prevalere sulla «legalità dei mezzi»…[1]

In queste poche righe c’è condensata tutta la visione generale dei servizi da parte di Francesco Cossiga, uno dei primi esperti di intelligence in Italia e che ha dato contributi significativi alla diffusione della cultura dell’intelligence e della sicurezza. L’idea di Cossiga è che «servizi speciali» sono tali proprio perché la “legittimità dei fini” viene a prevalere sulla “legalità dei mezzi”, almeno in condizioni in cui la sicurezza dello Stato è minacciata. Infatti, lo scopo dei “servizi speciali” è proprio la salvaguardia stessa dell’integrità dello Stato e questo comporta talvolta la necessità di soprassedere alla normale prassi indotta dalla legalità.

Forte come la morte – Maupassant

Maupassant, (1889), Forte come la morte, Milano: Garzanti.

Maupassant, Forte come la morte, Garzanti, Milano, 1978.


Forte come la morte è un classico della narrativa francese del sempre grande Maupassant, edito per la prima volta nel 1889. Forte come la morte è un romanzo incentrato sulla storia del single e viveur pittore Olivier Bertin, legato alla moglie di un conte, la signora Any Guilleroy. La relazione extraconiugale dura anni e alla sua storia è dedicata la prima parte ideale del romanzo. La seconda parte dell’opera è incentrata sull’innamoramento di Bertin per la figlia della contessa.

La trama del romanzo è piuttosto semplice. Olivier Bertin è un pittore consolidato nell’alta società parigina. Sebbene abbia notevoli conoscenze, egli non è mai stato interessato a nient’altro che ad una dolce vita, vissuta tra modelle, pranzi e spettacoli e, naturalmente, l’unica donna che ha realmente amato, la contessa. Inizialmente i due si conobbero appunto per ragioni di lavoro. Bertin, autore non certo spregiudicato e quindi ideale pittore di ritratti di dame dell’alta società, doveva ritrarre l’allora giovane contessa Guilleroy. Il marito di quest’ultima è un eminente uomo politico il cui amore per la moglie è semplicemente dato per scontato nell’atto di unione sancita dalla società. La sua fiducia nei confronti della moglie è abbastanza simile a quella che un uomo affida al suo cane, il migliore amico possibile: può anche agire in modo incomprensibile, talvolta, ma alla fine rimarrà sempre quell’animale domestico la cui fiducia non ha alcun ragionevole dubbio. Ma l’amicizia in questo mondo non è tutto e il rapporto dei sessi non è mai possibile da darsi per scontato.

Intelligence Economica – Carlo Jean, Paolo Savona

Jean, Carlo; Savona, Paolo; (2011), Intelligence Economica, Rubbettino, Soveria Mannelli.


Il saggio Intelligence Economica è ormai un classico della recente disciplina che considera l’intelligence rispetto agli aspetti economici sia in senso privato che pubblico. Si tratta di un libro scritto a quattro mani da due esperti delle discipline strategiche (gen. Carlo Jean) ed economiche (prof. Paolo Savona). Il valore del testo è indubbio per chiunque in Italia intenda approfondire questa tematica, sempre più di vasto interesse.

Lo scopo del saggio è chiarito in modo particolarmente chiaro dal sottotitolo “Il ciclo dell’informazione nell’era della globalizzazione”. Si tratta, in generale, di descrivere il complesso scenario globale in cui il nostro Paese è chiamato ad operare. L’intelligence economica, da sempre esistita, oggi trova una nuova ragion d’essere sia all’interno del contesto aziendale privato, sia all’interno della pubblica amministrazione:

Soluzionare is the way, votare pure!

« Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

Le elezioni sono ormai prossime. La data calda del 4 marzo è dietro l’angolo. E come spesso è accaduto negli ultimi anni, nelle precedenti elezioni e/o referendum, il rischio di astensionismo è veramente alto. Gli elettori paiono scontenti e credono che l’andare a votare non comporterà nessuna differenza; credono che il loro voto non sarà importante.

Kim – Rudyard Kipling

Kipling, Rudyard; (1901), Kim, Milano: Garzanti.

Kipling R., Kim, Garzanti, Milano, 1991.


Ottanta… forse cento… forse centocinquanta rupie; ma la paga è di minima importanza nel nostro lavoro. Di tanto in tanto, Dio fa nascere uomini, e tu sei uno di quelli, che bramano andare attorno, arrischiando la pelle, a fare investigazioni (…). Gli uomini di questo stampo sono pochi e tra questi pochi, non più di dieci sono ottimi.

Rudyard Kipling

Kim è un romanzo di Rudyard Kipling, considerato un classico della letteratura, celebre ormai soprattutto tra gli storici per via del ritratto di interesse storico che Kipling traccia del periodo imperiale britannico, ormai impegnato su più fronti, nel “grande gioco”, ovvero il controllo dell’estremo oriente allora conteso con la Russia zarista e, in parte, con l’impero francese.

La trilogia di Christopher Nolan – Ovvero Batman come il Cristo americano

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Interessato alla filosofia del cinema?

Pili G., (2019), Anche Kant amava Arancia Meccanica – La filosofia di Stanley Kubrick, Pistoia: Petite Plasiance

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Batman è l’unico supereroe a non essere un supereroe in senso stretto. Definire un supereroe è una di quelle operazioni linguistiche che solamente certi tipi di nerd potrebbero aver voglia di proporre con cognizione di causa. Noi ci accontenteremo di poco, ovvero un supereroe è un essere umano dotato di una o più caratteristiche essenziali non proprie della razza umana, tale che lo rendono unico in qualche particolare abilità. Infatti, le storie dei supereroi devolvono tempo a spiegarci la natura del superpotere e come esso venga acquisito. Questo è il caso dei film come Spiderman (2002), di Capitan America – Il primo vendicatore (2011) e infiniti altri. Ma per Batman le cose stanno diversamente.

Infatti, il primo Batman cinematografico più o meno recente è quello di Tim Burton (Batman (1989)), in cui non si spiega la storia e l’origine del supereroe, se non a riferimenti più o meno impliciti. D’altra parte, il film di Burton si riallaccia alla sua produzione più canonica di film del regista in cui il protagonista è un freak. Nel caso di Batman, i freak sono principalmente i suoi nemici, come è il caso esplicito del grandioso personaggio, il pinguino di Batman – Il ritorno (1992), il miglior film di Batman prima della trilogia di Nolan. I film di Burton sono ancora abbastanza “pacchiani”, nel senso che il mondo supereroico è prestato come una sorta di circo in cui i pagliacci possono essere buoni o cattivi. Ma sono loro i protagonisti, Batman è solo una scusa.

L’interrogatorio – Vladimir Volkoff

Volkoff, Vladimir, (1988), L’interrogatorio, Napoli: Guida Editori.


L’interrogatorio è un romanzo di Vladimir Volkoff, autore dalla complessa biografia, nato nel 1932 in Francia da genitori Russi. Ambientato subito dopo la seconda guerra mondiale, il romanzo ricostruisce un feroce e drammatico interrogatorio portato avanti da un magistrato americano. La trama, in realtà, è molto semplice da tratteggiare.

Gli alleati hanno invaso la Germania Nazista e istituiscono una serie di tribunali, il più celebre dei quali è quello di Norimberga. Nonostante l’ideologia liberale e la patina democratica che le potenze alleate incarnano, di fatto la “denazificazione” della Germania è portata avanti con estrema determinazione. Il mezzo legale attraverso cui gli Alleati giungono al perfezionamento del loro progetto politico è il tribunale, le cui leggi e le cui procedure non sono quelle adottate in Germania. Quindi già questo pone la domanda sulla legittimità legale del sistema stesso. Il protagonista, un magistrato americano ambizioso ma bruciato a suo tempo in USA, racconta il “processo più importante della sua carriera” al futuro sposo della nipote, Mona.

Cosa è una definizione? Introduzione alla teoria delle definizioni

  1. Introduzione

La sola formulazione in sé della richiesta della definizione dei termini fu una rivoluzione. Essa è considerata una delle svolte concettuali epocali nella storia del pensiero Occidentale. Il primo che è riuscito a imporre il problema all’interno del pensiero filosofico fu Socrate, considerato ancora oggi da alcuni il più grande filosofo della storia. Nonostante il fatto che Socrate non abbia lasciato nessun testo scritto, la sua influenza sulla storia della filosofia e del pensiero non è misurabile.

Come è noto, Socrate andava per le strade di Atene a chiedere la definizione del termine “virtù”. Cosa è la virtù? A noi non interessa perché qui la domanda è “cosa vuol dire fornire una definizione?” Cosa mi stai chiedendo quando mi chiedi la definizione di un termine?

Frederick Taylor e i principi del management scientifico


No system of management, no single expedient – within the control of any man or any set of men can insure continuous prosperity to either workmen or employers. Prosperity depends upon so many factors entirely beyond the control of any one set of men, any state, or even any one country, that certain periods will inevitably come when both sides must suffer more or less. It is claimed, however, that under scientific management the intermediate periods will be far more prosperous, far happier, and more free from discord and dissension. And also, that the periods will be fewer, shorter and the suffering less.

Frederick Taylor – The Principles of Scientific Management

Frederick Taylor (1856-1915) è considerato tra le figure più influenti del XX secolo. Nato alla metà dell’ottocento, Taylor è colui che porta a compimento la riflessione sulla riforma del lavoro che, curiosamente, si associa normalmente allo sviluppo e all’evoluzione della rivoluzione industriale, già avviata nel XVIII secolo e conclusa, nella sua prima fase, nel XIX secolo. Ancora oggi, quando si pensa ai grandi opifici, organizzati secondo la catena di montaggio, si retrodata questa immagine sino agli albori della prima rivoluzioni industriale. Questa operazione è tuttavia impropria giacché la prima fase della rivoluzione industriale vede semplicemente la concentrazione della forza lavoro dispersa e l’impiego di certe tecnologie a uso di energia non animale o umana, le due prime e fondamentali “rivoluzioni”.

E’ solo successivamente, ovvero negli anni subito precedenti alla prima guerra mondiale, che si assiste ad un serio ripensamento dei fondamenti stessi dell’organizzazione del lavoro nelle fabbriche fino ad allora centrate sull’idea di obiettivi a parametri fissi e sulla “rule of thumb” (“regola del pollice” ovvero del buon senso), disgiunti dalle modalità attraverso cui tali parametri dovevano venire realizzati. Ad esempio, ad un lavoratore veniva richiesto che egli raggiungesse una certa quota di lavoro a giornata, come spalare tot chili di carbone in otto ore, senza che gli venisse spiegato come fare o si sapesse dell’esistenza di un metodo ottimale. Ciò che contava era un risultato fissato ex ante e come raggiungerlo era affare del lavoratore. Questo tratto arbitrario nell’impiego della forza lavoro emerge compiutamente proprio in The Principles of Scientific Management, in cui Taylor porta continuamente esempi di cattivo impiego della manodopera la quale dissipa inutilmente e spontaneamente energie senza costrutto.