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Scuolafilosofica Posts

Giovanni Nacci | OSINT Theory & Intelli|Sfèra | Intelligence & Interview N.16 | Dr Giangiuseppe Pili

Open Source Intelligence (OSINT) is not new anymore. After all, even in Italy, the first Robert Steele’s work translated is almost twenty-year. A great historian such as Christopher Bayly stated that fifty-years is a good parameter to judge the long-term when human history is concerned. Then, OSINT is already old. Sure, the smart reader would say, OSINT is with us since intelligence started. After all, as Giovanni Nacci states in this interview, information is naturally born open, the great majority of the time. Yes, but even considering the OSINT revolution due to the World Wide Web & the ICTs, OSINT is already something mature. It is an intelligence discipline that is taking new ways from the old ones, testifying the livelihood of its evolution through time, as Efren Torres stated in Intelligence & Interview #8. In addition, today, OSINT seems to be the solution for everything, though it looks difficult to be believed looking to the world around us and its ineffable uncertainty and resistance over human capacity to control it. So, today we have an Italian OSINT expert whose passion for the discipline is apparent by all his activities. He is the founder of Intelli|Sfèra, a project entirely devolved to OSINT theory and techniques. This is a fascinating Italian window to an old/new intelligence discipline. Then, it is with my distinct pleasure to publish the interview on Scuola Filosofica – for those who don’t know it yet, is one of the leading cultural blogs in Italy. In the name of Scuola Filosofica Team, our readers, and myself, Dr Giangiuseppe Pili, Giovanni: thank you!


1. How would you like to present yourself to the Italian readers and Philosophical School (Scuola Filosofica)?

I usually introduce myself as a former Italian Navy Officer and enthusiast professional and advisor (since 1998) in theories, methods, and systems for the strategic treatment of information and specialist in Open Source Intelligence applications. I’m a public administration official with about five “lustrum” of administrative proceedings, data protection, Information, and Communication Technology applications. Furthermore, I’m author and co-author of papers, articles, and books about OSINT and creator of the proposal for a “General Theory” for Open Source Intelligence (a summary is available here) and founder of Intelli|sfèra, a cultural project whose aim is the interdisciplinary innovation in the Open Source Intelligence.

Professor Candyce Kelshall e l’Associazione Canadese per la Sicurezza e gli Studi sull’Intelligence | Versione Italiana

Questa è la traduzione dell’originale Intelligence & Interview #11, scritta dalla professoressa Candyce Kelshall sulla Canadian Association for Secrutiy and Intelligence di cui è la presidente. Siamo lieti di pubblicare oggi la traduzione italiana a cura del dott. Giacomo F. Carrus del Team di Scuola Filosofica e coordinatore regionale della Società Italiana di Intelligence (SOCINT). L’intento di Intelligence & Interviews è quello di esplorare temi fondamentali sulla sicurezza, intelligence, tecnologia e filosofia. Essa ha la duplice valenza di portare esperti nazionali all’attenzione internazionale o, viceversa, di dialogare direttamente con professionisti e ricercatori d’eccellenza in campo internazionale. Il progetto si estenderà con la pubblicazione delle interviste in italiano e in inglese in due volumi distinti così da non perdere questa eccezionale esperienza di dialogo internazionale, multilinguistico e disciplinare. Intelligence & Interview è un progetto di ampio respiro sostenuto dall’associazione culturale Azione Filosofica e Scuola Filosofica, con il supporto della Società Italiana di Intelligence e Intelligence Lab. Ideata e realizzata dal Dr Giangiuseppe Pili insieme al Team di Scuola Filosofica. Con questo vi auguriamo una buona lettura!


1. Professoressa Candyce Kelshall, partiamo dalle basi. Come vorrebbe presentarsi ai lettori italiani e a Scuola Filosofica?

Sono istruttrice professionale e accademica nel campo della polizia, delle forze dell’ordine, dell’esercito, dei servizi segreti e del commercio in oltre 17 paesi. Ho insegnato e preparato programmi accademici negli ultimi 14 anni presso l’Università di Buckingham UK, l’Università del Sussex UK, la Rabdan Academy UAE, la Simon Fraser University Canada e il British Columbia Institute of Technology.

Maria Gabriella Pasqualini | The History of the Italian Intelligence Community | Intelligence & Interview N.15 | Dr Giangiuseppe Pili

© Maria Gabriella Pasqualini – Approved by the Author

Professor Maria Gabriella Pasqualini is not only one of the best (if not THE best) Italian intelligence historian. She is also a passionate photographer (the pictures you see are hers). And she is a wonderful person. Her passion for her research can only be known to those who had the pleasure of talking to her. Since I started working on “Intelligence & Interview”, now arrived at its 15th issue, I had the pleasure to meet extraordinary persons. All of them are enthusiastic, deep thinkers, and valuable experts in their fields. However, Professor Pasqualini is really a perfect expression of what lead me to embark on this project in the first place. My curiosity toward topics I love brought me the opportunity to discuss what I work at a new level of understanding. This interview is on Italian intelligence history. Bringing the Italian perspective to the international community is a goal I’m pursuing since I started working with professor Caligiuri and Fabrizio Minniti. That’s why Fabrizio and I published a paper in the International Journal of Intelligence and CounterIntelligence on the Italian reform’s aftermath. Professor Pasqualini is definitely an authority impossible to be matched in her field. Her knowledge comes from years of experience and research directly into the archives. We worked together to be sure that this interview is sufficiently able to give the international readers the flavor of Italian history. So, I’m excited to publish this interview after so many personal exchanges with professor Pasqualini. She really enriched me. I hope you all will be. She published so much in Italian, and beyond that, I can only recommend her work. It is really worthy. Then, it is with my distinct pleasure to publish the interview on Scuola Filosofica – for those who don’t know it yet, is one of the leading cultural blogs in Italy. In the name of Scuola Filosofica Team, our readers, and myself, Dr Giangiuseppe Pili, Maria Gabriella: thank you!

Abbiamo varcato il punto di non ritorno, ma io non ne ho paura


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Il trillo della rivoluzione

“Le vere rivoluzioni, quelle che non si limitano a cambiare la forma politica e il personale del governo, ma che trasformano le istituzioni e dànno luogo ai grandi trasferimenti della proprietà, lavorano a lungo sotterranee prima di scoppiare alla luce del giorno sotto l’impulso di qualche circostanza fortuita. La Rivoluzione francese, che colse alla sprovvista col suo impeto irresistibile non meno gli stessi autori e beneficiari, che quelli che ne furono le vittime, ebbe una lenta preparazione per più di un secolo. Essa nacque dalla sconcordanza, che tendeva a farsi di giorno in giorno più profonda, tra la realtà delle cose e le leggi, tra le istituzioni e i costumi, tra la lettera e lo spirito”, così inizia la monumentale Rivoluzione Francese degli storici Albert Mathiez e Georges Lefebvre. Come ogni cambiamento storico significativo, esso si fonda su una lunga catena di avvenimenti che si pongono alle spalle degli esseri umani i quali decidono infine per una direzione o per un’altra. Come il capitano di una nave senza precisa rotta, ma ispirato dalla ricerca di grandi ricchezze e con la perpetua paura di perdere la nave, gli esseri umani non possono cambiare ciò che sono, non possono decidere di vivere in un altro mondo o con altre persone. Esse però sono pur sempre ancora responsabili di ciò che vivono, nella misura in cui vogliono e dispongono.

E tu, che complottista sei? – Le radici filosofiche del complottismo


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Non sono un grande esperto delle teorie del complotto o complottismo, sia in campo politico che scientifico. Non solo non sono un esperto, ma non mi interessano per niente. Prima di tutto mi annoiano, in secondo non mi affascinano. Eppure hanno generato un impressionante dibattito nel mondo internazionale, giungendo addirittura al Jouranl of Philosophy in tempi non sospetti ma generando un vasto dibattito tra gli ivory towers philosophers, il che è tutto dire.

Sono stato, mio malgrado, coinvolto da questo fenomeno per via di alcuni miei amici, i quali invece sono curiosamente attratti da queste visioni alternative, il primo ne è un grande appassionato per ragioni ideologiche. Pur non credendoci sino in fondo (ma poi vallo a sapere!), egli vorrebbe crederci, ovvero assumerle come interpretazione standard della realtà, principalmente per andare contro la “visione dominante” secondo cui la scienza è l’unica religione possibile. Dove qui, effettivamente, con “scienza” si intende genericamente qualsiasi informazione passata come vera solo perché qualche istituzione statale ha pagato per la “ricerca”. Essendo il mio amico una persona intelligente, non riesce ad accettare questa sorta di narrativa per pseudo-adulti come qualcosa di vero o, perlomeno, di bello da credere. Effettivamente, credere che la verità sia un modulo burocratico difeso dalla polizia obiettivamente non desta molta appetibilità. Pur essendo io agli antipodi di questo modo di pensare, entrambi convergiamo in una visione assai critica di questa riduzione per infanti di quello che è il processo scientifico, che è fatto di esseri umani, soldi, burocrazia e marketing, come tutto il resto. Non perché necessariamente ci sia niente di meglio, ma perché questo non trasforma un’attività umana in una attività divina. Su questo, vorremmo dire, c’è poco margine di disaccordo.

Concerns Arising from Smart City Technology and Ways to Stay Private

Image from unsplash.com -Approved by the Author –

By Brad Smith

Currently, 55 percent of the entire world’s population lives in urban centers, and this proportion is expected to move to 68 percent by 2050. While increased population comes with advantages such as the expansion of the tax base, upsurge in consumer spending at neighborhood businesses, and increased labor force, it causes a big strain on resources and the environment.

With the number of interconnected devices becoming more and more every day, the IoT technology can help us mitigate the negative results of urban migration through smart city technology. Let’s look at some of the worldwide smart city trends and their benefits.

Egisto Mannini | Oil & Geopolitics | Intelligence & Interview N.14 | Dr Giangiuseppe Pili

Approved by the Author

Usually, we use to dislike randomness in life. Predictability and railroad-encapsulation of life look promising, comfortable, and easy. However, life is beautiful because of an unexpected chance. I had the luck to meet Mr Egisto Mannini during a recent flight, coming back to Sardinia (Italy). Everything started because I read he was reading a book on the Soviet economic history (Routledge edition). I’m obsessed with the Soviet Union history, which, I believe, is showing us the future of several countries, and I put Italy inside them – but this is another story (see below). Then I thought “If he is reading such a book, then there are just two possibilities. (a) He is a colleague of mine, but I didn’t know him. Then, starting a chat would be profitable. (b) He is not a colleague of mine. Therefore, he has a similar passion of mine. So, starting chat would be very fun – given the fact that I co-authored a book on the history of the Cold War. However, the reality was even better. Since I started to speak with Egisto, we immediately got in his major expertise: the Oil & Gas industry, the evolution of the hydrocarbon, geopolitical implications, and the (sad) Italian place in the current geopolitical scenario. Egisto showed passion, intelligence, and determination, something definitely unusual. We are both Italians, therefore we are both hard complainers about her. This is our National sport, even more practiced than soccer (which is already an achievement!). This is the 14th “Intelligence and Interview”, which already covered AI, military history and geopolitics, and, of course, intelligence. It was time to cover the Oil & Gas industry! And then, without further ados, I will invite you all to read this extraordinary, dense, and insightful interview! In the name of Scuola Filosofica Team, our readers, and myself, Dr Giangiuseppe Pili, Egisto: thank you!

Raise the Bar – Jon Taffer

Taffer, Jon; (2013), Raise the Bar, New Harvest


The decision to become an enterpreneur is almost irrational

Jon Taffer – Raise the Bar

Jon Taffer è una celebrità americana del mondo della ristorazione e dei nightclub – che in effetti non saprei come definire in italiano, vista la difficoltà tipica di categorizzare luoghi di ritrovo principalmente interessanti per giovani e magari single – specie in vie di estinzione secondo le statistiche ISTAT. Raise the Bar è un testo di eccezionale interesse per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche del mercato – in generale – e della ristorazione – nello specifico.

L’assunto implicito è che la ristorazione fa parte del mondo del business e, come tale, lo scopo è massimizzare il profitto. Infatti, meraviglia delle meraviglie, una qualsiasi attività di questo tipo è un’azienda e, come tale, secondo la costituzione delle normative in tal senso, il suo scopo dichiarato è la produzione di utili. La questione, naturalmente, è il prodotto, ovvero che tipo di servizio si vuole proporre all’utente.

Un dono “fuori portata” per curare il trovarsi gettati

Quando si pensa alla nascita, immediatamente vi percepiamo il venire alla luce. In seguito, si continuerà ad esistere per “intersecazione” sugli orizzonti, dovendo prendere alcune decisioni al “bivio” delle possibilità. Il singolo individuo proverà a “farsi luce” da solo, avendo cura d’una realtà non tanto in contrapposizione, bensì da mediare. Oppure, è qualcosa che si sintetizza in un modellamento. Soprattutto negli affetti, l’Altro diviene una parte di noi. Per quanto proviamo a farci luce nel mondo, quella dovrà riflettersi. La soggettività si sente nella “pienezza” per il suo precedere l’esteriorità. Forse questo è anche un “peso ingombrante” da sopportare. Quando “buttiamo” il primo sguardo nel mondo illuminato, partirà lo “scaricamento” della cura. Se la soggettività si pensa solida, poiché esclusivamente privata, essa non potrà evitare la friabilità innanzi alla sua conservazione (sotto gli istinti del nutrimento, della riproduzione, della socialità ecc…).

La Società Italiana di Intelligence istituisce le sezioni regionali

Carissimi lettori e carissime lettrici di Scuola Filosofica, è con piacere che annunciamo un importante sviluppo nel panorama culturale italiano. La Società Italiana di intelligence, sorta nel 2018 per promuovere il riconoscimento dell’intelligence quale materia di studio nelle università del nostro Paese, ha costituito le sezioni regionali. Le strutture regionali si articolano con una presidenza ricoperta da un docente universitario e una segreteria regionale da uno studioso o competente del settore. Il profilo dei responsabili conferma come l’intelligence rappresenti un originale e innovativo punto di incontro di saperi accademici nonché di competenze e interessi professionali e sociali diversi. I compiti delle sedi regionali riguardano la promozione dell’immagine delle attività della Società, la diffusione dello studio dell’intelligence negli atenei, la cura dei rapporti con i soci, la promozione e l’organizzazione di eventi scientifici e culturali, la presentazione di iniziative e di libri, l’organizzazione di eventi di formazione qualificati come seminari, corsi, master.