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Scuolafilosofica Posts

Carlo Goldoni – Poetica e Tematiche

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Consigliamo – Percorso di Letteratura Italiana 


Vita

Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 e muore a Parigi nel 1783. Studia a Perugia e poi a Rimini. Nel 1721 fugge su una barca di teatranti attratto dalla loro vita avventurosa. Nel 1723 si iscrive in giurisprudenza ma viene espulso per aver scritto una satira. Segue il padre in varie città italiane. Alla morte del padre si laurea in legge nel 1731. Si sposa con Nicoletta Connio nel 1736. Inizia la professione di avvocato a Venezia, prima che si trasferisse a Milano, costretto a ripararvi per via di un intrigo amoroso. Lavora come scrittore per una compagnia teatrale a Venezia fino al 1743. Si esercita in composizioni eterogenee ma i lavori più riusciti risultano quelli comici. Per debiti contratti dal fratello è costretto a riparare a Pisa e lì vi rimane per quattro anni, dal 1744 al 1748 e, per sopravvivere, esercita la professione di avvocato. Nel 1748 torna a Venezia e firma un contratto quadriennale per lavorare al teatro sant’Angelo. Dal 1748 al 1753 le commedie di Goldoni impongono la “riforma del teatro”, così chiamata dai libri di testo. Nel 1762 Goldoni si reca a Parigi, stanco delle continue critiche sollevategli dai suoi conterranei.

La nave degli schiavi – Torkild Hansen

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Consigliamo – il capolavoro di Hansen Arabia Felix


Vivere è incontrarsi e tornare a dividersi

Hansen

La nave degli schiavi è il secondo libro della trilogia sulla schiavitù scritto da Thorkild Hansen. Non si tratta di un libro di storia ma di un libro sulla storia, su una delle vicende più inumane di tutta l’umanità. L’opera ha una struttura bipartita, che alterna ai resoconti narrativi storicamente antecedenti alla contemporaneità, il reportage sul viaggio compiuto dall’autore sulla stessa linea che veniva compiuta dalle navi negriere danesi. Come l’autore ripercorre ogni singolo miglio, viene narrato ogni avvenimento di quanto capitava nelle navi-galere danesi, in tutto simili alle altre, che trasportavano il “carico vivo”, come veniva chiamato allora, dalle coste dell’Africa centro-occidentale alle Indie Occidentali, cioè l’America.

Illuminismo nella letteratura italiana

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Consigliamo – L’illuminismo secondo Immanuel Kant


Inquadramento

Periodo: 1688-1789.

Autori: Voltaire, Diderot, Kant, Herder, Lessing, Condillac, Swift, Johnson, Fielding, Gavani, Pagano, Verri, Beccaria.

Opere: Articoli di giornali, saggi, trattati, romanzi filosofici.

Temi: Cosmopolitismo, centrilità della ragione, interesse scientifico, esotismo, fiducia nella forza dell’uomo, gusto per il piacere, estetica relativa al piacere.

Stile: Lineare, amore per la chiarezza e la precisione ed essenzialità stilistica.

Scheda

L’illuminismo è il periodo culturale che investe gran parte dell’Europa dal 1688, data della rivoluzione inglese, al 1789, anno della rivoluzione francese, di cui l’illuminismo fu l’anticipazione culturale, politica e filosofica. Il movimento illuminista fu irradiato in tutta Europa dalla Francia, il Paese europeo nel quale la corrente culturale in questione viene esplicitata e maggiormente promossa dall’elite culturale. Tuttavia, il movimento illuminista è grandemente debitore al pensiero empirista-liberale inglese, i cui massimi esponenti furono John Locke e David Hume. In particolare quest’ultimo fu in contatto con i suoi colleghi d’oltremare.

L’insignificanza normativa della neuroetica

Riporto un interessante articolo (intitolato The Normative Insignificance of Neuroscience) di Selim Berker (professore di filosofia presso l’Università di Harvard) uscito nel 2009 su Philosophy & Public Affairs, nel quale viene esposta una critica alla tesi per cui vi sarebbe un ruolo dei risultati neuroscientifici trovati da Greene et al. nell’argomento di Greene per cui le intuizioni tipicamente deontologiche sono dubbie, sulla base del fatto che sono sottese da processi emotivi e dunque poco affidabili, o comunque sono da lasciar da parte a favore delle intuizioni tipicamente consequenzialiste, invece sottese da processi deliberati e coscienti.

Procediamo con ordine per capire bene di cosa si tratta. Fa parte del clima culturale formatosi attorno alla recente fioritura dello studio neuroscientifico l’idea che gli studi fMRI possano avere profonde implicazioni anche per la filosofia, ovvero per la soluzione di problemi tipicamente filosofici. Un esempio particolare di tale idea è la tesi per cui la ricerca neuroscientifica di Greene sulle basi neuronali delle nostre intuizioni morali dovrebbe e potrebbe portarci a cambiare le nostre opinioni sull’attendibilità di quelle stesse intuizioni. Singer e Greene sostengono che se la teoria empirica di Greene volta a spiegare ciò che causa il giudizio morale è vera, allora ipso facto si è autorizzati a trarre certe conclusioni su quali giudizi morali siano da darsi. In altre parole, la tesi è che una teoria empirica ha implicazioni normative. L’implicazione normativa è che dobbiamo ignorare o comunque sospettare le nostre intuizioni deontologiche (ovvero quelle basate su una reazione emotiva).

Arcadia – Letteratura e Teoria

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Consigliamo – Percorso di Letteratura Italiana


Inquadramento

Periodo: 1690-1700.

Temi: opposizione programmatica al barocco, esigenza di spontaneità e naturalezza, classicismo, riferimento ideale alla Grecia antica e alla poesia di Dante, petrarchismo, moderato realismo.

Scheda

L’arcadia fu la prima accademia di rilievo in tutto il territorio italiano, allora ancora diviso in molti staterelli. Essa venne fondata da un insieme di letterati eterogenei per formazione, tutti, però, accomunati dalla volontà di rottura col gusto barocco. In questa necessità di cesura col recente passato risiede la motivazione della scelta del nome. che si richiama esplicitamente alla classicità. Per le stesse ragioni, l’organizzazione peculiare dell’accademia si riallaccia, indirettamente, all’intento programmatico di rottura col barocco: ogni membro dell’Arcadia aveva un nome di un pastore greco, ogni nome ufficiale, infatti, rimandava alla grecità, patria del pensiero “classico” per antonomasia.

Commedia dell’arte

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Consigliamo – Carlo Goldoni


Inquadramento

Periodo: 1600-1700.

Temi: Gusto dell’avventuroso, improvvisazioni su canovacci, maschere.

Scheda

La commedia dell’arte è il raccordo tra la commedia rinascimentale la cui forma è debitrice della commedia classica plautina. Il nome “commedia dell’arte” è dovuto agli attori che la inscenavano: questi erano attori professionisti e si specializzavano nella rappresentazione di un particolare carattere, strutturato su una “maschera”, la quale era un particolare personaggio dotato di particolari peculiarità caratteriali specifiche. Gli attori, salvo alcuni, recitavano vestiti in modo peculiare, col volto coperto dalla loro maschera. Ogni maschera aveva una serie di qualità morali del tutto specifiche, che lo spettatore era capace di intuire immediatamente vedendola. In questo senso, la commedia dell’arte sarebbe una struttura scenica e scritturale decisamente rigida , se non fosse che ogni attore aveva un certo margine di libertà per improvvisare.

Scacchi e Psicologia – Stefano Vezzani

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Il libro Scacchi e Psicologia di Stefano Vezzani tratta i diversi aspetti che caratterizzano la mente degli scacchisti da un punto di vista psicologico, in particolare, dal punto di vista della psicologia cognitiva, una disciplina che intende investigare sui fondamenti della cognizione dei soggetti umani. Il lavoro in questione non intende essere di genere prescrittivo, ma solo di tipo descrittivo: in altre parole, non compaiono delle analisi volte a mostrarci come gestire la nostra mente durante l’attività agonistica e il nostro sforzo fisico nel momento in cui ci battiamo contro il nostro avversario. D’altra parte, come un buon lavoro scientifico deve essere, Scacchi e psicologia non considera neanche i problemi di tipo normativo, cioè fornire definizioni a priori esaurienti su una particolare sfera del gioco e del giocatore, ma intende analizzare i fenomeni psicologici inerenti agli scacchi attraverso un preciso metodo scientifico, metodo che vienelasciato intravedere da Vezzani dal numero e dalla conoscenza di articoli di psicologia (e non solo), citati sempre in modo molto pertinente, in modo tale che molti problemi importanti del mondo scacchistico in senso lato, vengono, se non risolti, quanto meno ben chiariti e le tesi vengono sempre supportate da dati scientifici non controversi.

Gianbattista Marino – Vita e Opere

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Vita

Marino nasce a Napoli nel 1569 e muore nel 1625. Figlio di un magistrato, viene avviato agli studi in legge, senza grande entusiasmo, preferendo la frequentazione di ambienti in cui dominavano le figure dei mecenati e poeti. Nel 1592 entra a far parte della corte di un principe, Matteo di Capua, realizzando, così, una delle sue principali aspirazioni: vivere all’ombra di una potente figura politica. Nel 1600 fugge da Napoli per avere falsificato delle bolle vescovili e per aver costretto una donna all’aborto. Così è costretto a riparare a Roma e, successivamente, si trasferisce a Ravenna. Dal 1608 al 1611 si stabilisce in Piemonte, alla corte dei Savoia. Infine, su invito di Maria De’ Medici si reca alla sua corte nel 1615, in Francia, prima di tornare alla sua città natale e lì morire nel 1625.

Il barocco in Letteratura Italiana

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Inquadramento

Periodo: 1600 d.C.

Autori: Marino, Basile.

Temi: Sentimento di inquietudine, senso del mistero della vita, sfiducia nei soli mezzi dell’individuo, rinnovata spiritualità, esperienza artistica che vede il proliferarsi di metafore e allegorie; predilezione per uno stile ricercato; nascita della prosa scientifica.

Stile: uso dominante di metafore e sofisticate esperienze linguistiche, realismo estremo, amore per i dettagli, gusto del macabro.

Scheda

Dopo il periodo apollineo rinascimentale, caratterizzato da personaggi illustri e centrali per la storia della letteratura, come Niccolò Machiavelli e Pietro Bembo, periodo incentrato su tematiche che accentuavano la centralità dell’individuo nel mondo, la sua forza e la sua possibilità di cambiare la realtà e dominarla, il barocco fu un periodo che sottolinea la forza dei sentimenti cupi e oscuri, nel segno di un rinnovato senso critico delle certezze rinascimentali. Il senso del mistero dell’esistenza sorpassa la consapevolezza della potenza delle capacità umane, così che si giunge ad una diffusa sensazione di inquietudine, che suscita la percezione di rinnovata solitudine e perdita di fiducia nell’individuo.

Le Baccanti di Euripide

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Che i greci avessero una fantasia a tratti aggressiva è testimoniato dal fatto che furono insuperabili nel concepire la tragedia. Tra i pezzi cult del genere è annoverabile un’opera della vecchiaia del drammaturgo Euripide, le Baccanti. La tesi e morale del testo di Euripide, voluta o non voluta dallo stesso poeta, è circoscritta e chiara: è giusto credere agli dei della tradizione ed osservare il culto normale, ed è sbagliato non farlo. La tragedia consiste nel castigo inflitto ad una famiglia (o, meglio, ad una città) che non volle riconoscere la divinità del dio. Dioniso, Bacco, Ditirambo o Bromio è il dio in questione: egli, giunto al termine di un percorso di evangelizzazione/conquista dell’Asia occidentale finisce nella Tebe greca, città che vuole sottomettere al proprio culto, ma qui viene ostacolato dall’ostinazione del governatore, Penteo.

La tesi di Euripide, alla luce delle vicende narrate nel testo teatrale, potrebbe essere riformulata in questi termini: credi agli dei della tradizione poiché ti conviene, vedi infatti ciò a cui va incontro il miscredente. Per la truce fantasia del greco le conseguenze del mancato riconoscimento del dio da parte di Penteo, l’eroe della miscredenza, ricadono, oltre che su di lui, Penteo, anche su due generazioni indietro e infine su tutta la città di Tebe. Le conseguenze dell’incredulità sono dunque spalmate su tre livelli: