Press "Enter" to skip to content

Mese: Maggio 2020

Assonanze tra Hans Kelsen e David Hume

https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Hans_Kelsen_(Nr._17)_-_Bust_in_the_Arkadenhof,_University_of_Vienna_-_0291.jpg

Hans Kelsen fu uno dei più grandi giuristi del novecento e fonda la sua “teoria pura del diritto” su un fine piuttosto preciso: chiarificare il ruolo del diritto, riportarlo alla luce al di fuori di filtri di scienze al diritto estranee. Questo fine può essere raggiunto solo specificando quale è l’ambito d’indagine della giurisprudenza e quali siano i limiti del diritto stesso. Il problema maggiore della scienza del diritto è quello di riuscire a separarsi da tutte le altre scienze a cui, spesso, i giuristi fanno appello. Il diritto deve essere analizzato di fronte a se stesso e null’altro. La questione si presenta secondo diverse angolature, a seconda del rapporto di dipendenza del diritto con altre concezioni a sé estrinseche: la scienza della natura, la morale e la religione.

Vegetius and the principles of war – 2

Vegetius’ analysis is grounded on three main assumptions. They are the conditions to define a good army:

(EB) An army is good if and only if

(a) is organized rationally,

(b) each unit is efficient in relation to its role,

(c) is able to have sufficient means to act.

Points (a) and (b) are poorly formulated because they already imply and require a quality assessment, which makes the Vegetius’ definition slightly circular – it implies already an account of what a good army is even though he is explaining exactly that point. However, at least in the first glance, these principles immediately able to be grasped by anyone who is not a philosopher who naturally needs more rigor. In any case, let’s eliminate the problematic terms (“rational” and “efficient”) to obtain greater clarity regarding our topic: