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Un libro sulla filosofia della guerra? Filosofia pura della guerra!
Abstract
A philosophy of war del filosofo inglese Alexander Moseley, autore di alcuni articoli sulla influente Internet Encyclopedia of Philosophy, è una delle poche opere filosofiche dedicate esclusivamente alla guerra. L’opera è edita nel 2002 e rimane ancora uno dei pochi esemplari di filosofia applicata alla guerra. Nonostante Moseley cerchi di rimanere fedele al suo proprio imperativo di non tratteggiare la guerra da un punto di vista morale, egli, come vedremo, in realtà è profondamente impegnato nella difesa di una peculiare prospettiva antropologica, capace di fondare una forma radicale di pacifismo. Tale visione antropologica difende l’idea che l’uomo sia libero di scegliere in base alle sue proprie idee, le quali sono determinate dal contesto storico-ambientale, ma non sono tali da annullare la sua volontà, il cui libero arbitrio è il baluardo che garantisce la libertà stessa. Moseley, poi, cerca di portare argomenti economici e sociali a favore della pace, la cui razionalità si impernia attorno al riconoscimento della superiorità della cooperazione, collaborazione e integrazione sia tra singoli esseri umani che tra gruppi sociali.
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Struttura dell’articolo
- Considerazioni metodologiche
- Premesse individuali e premesse sociali: enunciazione e disamina
- Definire la guerra: un obiettivo chiaro
- La guerra non è inevitabile e argomenti a favore di un pluralismo metafisico, descrittivo ed esplicativo
- Alternative alla guerra: cooperazione individuale e internazionale sulla base della ragione, delle idee e della cultura
- Conclusioni
Bibliografia citata
Il vecchio e il mare – Ernest Heminway
2 Novembre, 2014
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Il vecchio e il mare è un romanzo breve di Ernest Heminway apparso per la prima volta nel 1952 e vincitore del premio Pulitzer. La trama è piuttosto semplice: un vecchio pescatore ormai perseguitato dalla sfortuna (non pescava un pesce da ottanta giorni) è assistito da un giovane allievo, il quale imparò a pescare dall’anziano. Al principio, il giovane non solo sfama e aiuta il vecchio, ma gli procura delle buone esche. Il vecchio rifiuta l’aiuto del giovane, il quale deve continuare la sua strada da solo: dotato di una sua peculiare fortuna, il giovane viene sconsigliato dalla famiglia di seguire ancora il vecchio, ormai improduttivo per il benessere economico del giovane e del suo nucleo familiare.
Il vecchio così parte in solitario in una barca a remi ma dotata di una vela. Egli sa che la fortuna va e viene. Infatti dopo poco tempo abbocca un pesce le cui dimensioni sono importanti. Inizia così una sfida in cui preda e predatore saranno legate indissolubilmente e il cui termine non potrà lasciare identiche entrambe le parti.