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Categoria: Venere in Cornice

Rubrica di moda gestita da Paolo Meneghetti e aggiornata serialmente.

VENERE IN CORNICE – La zattera della mente ha i suoi remi sul cuore / A raft of the mind has its oars on the heart

Per Brodskij, forse non è necessario che il nobile cavaliere infili il piede nelle staffe della storia, se basta la generica impronta d’un quadrupede, lasciata per gli abitanti d’una città. Alla fine, per stratificare un intero popolo servirà la mitologia. Ma quanto il quadrupede d’una società si svilupperà dal quadrato d’una casa? Ludovica ha posato al mezzobusto, e di ¾. Lei indossa la coppola, mentre con le mani regge le bretelle dei pantaloni. Lo sguardo si percepisce abbastanza “intrigante”. Sullo sfondo, c’è una pavimentazione urbana a larghi quadrilateri. La camicia ha una tonalità quasi “vaporosa”. Le dita potrebbero incidere una storia privata, se costruite sulla forma tipografica. Magari a qualcuno lo sguardo di Ludovica parrà altero, ma più “fantasticamente” in quanto a “cullarsi” nei propri sentimenti, ed attraverso il glamour “vaporoso” della camicia.

VENERE IN CORNICE – Un astro a pinna d’intesa / A star as fin of understanding

Per Nabokov, Lolita è il fuoco del lombo. Anche la robustezza dovrà cedere… Il passo del lombo sarebbe scandito come per la lingua sul palato, sillabando il < Lo-li-ta >. Monika ha posato al mezzobusto, e per uno scatto del genere fashion. Lei porta una giacchetta a quadri in bianconero. Il colletto è lungamente aperto. Immaginiamo che la percezione d’una grande lingua possa codificare la giusta taglia della giacca. I quadri sarebbero stati intervallati dal piano cartesiano. Soprattutto, Monika ha il classico look di Lolita, mentre abbassa sul naso gli occhiali, stretti ed allungati, da sole. Il lembo del vestito che s’apre “accende” la nudità della pelle. Qualcosa che allenterà l’irrigidimento della posa, complici i quadri incerti al loro coordinamento. Lo sguardo di Monika è molto serio. Gli orecchini proveranno a “sgommare”, grazie alla loro preziosità, contro ogni pesantezza del caricamento.

According to Nabokov, Lolita is the fire of the loin. Also the robustness will have to cede… The step of the loin would be scanned like the tongue on the palate, syllabicating the < Lo-li-ta >. Monika posed through the head and shoulders, and for a shot of the fashion style. She wears a short checked jacket in black and white. The collar is opened at length. We imagine that the perception of a big tongue can codify the right size of the jacket. The squares would be interrupted by a Cartesian plane. Principally, Monika has the typical look of Lolita, while she lowers the sunglasses, tight and lengthened, on the nose. The hem of the dress that is opened “turns on” the nudity of the skin. Something that will slacken the stiffening of the pose, with the complicity of the squares uncertain in their coordination. The gaze of Monika is very serious. The earrings will try to “screech”, through their preciousness, against every heaviness of a loading.

(Courtesy of Anastasiia Knis)

Introduzione alla Rubrica “Venere in Cornice”

Venere in Cornice – Copyright e riferimenti per l’uso dell’immagine sono relativi all’Autore

Venere in cornice è la nuova rubrica che raccoglie le mie recensioni d’estetica al glamour & fashion fotografico. Così, io continuo idealmente il progetto che già svolsi per “Discorsivo” Giornale, dal 2012 al 2022.

A posare, è sempre il soggetto femminile. Gli scatti hanno un taglio esteticamente variegato. Si passa dalla sessione in studio alla panoramica in esterna, dal bianconero al retouching colorato, dall’outfit fashion al semplice selfie, ecc…

Naturalmente, non esiste un canone preciso in merito alla bellezza femminile. Tuttavia, io preferisco selezionare le modelle da cui sono attratto in prima persona. Non vale solo una pre-comprensione per così dire “istintuale”. Nelle mie recensioni d’estetica (funzionali per l’arte contemporanea a 360°) io ho sempre seguito il metodo fenomenologico di scrittura. Grazie a questo, è necessario un allenamento ad “entrare”, con la propria immaginazione, nelle strutture che regolano gli enti immediatamente percepiti. Si partirà dal senso più potente fra tutti: la vista.