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Categoria: Storia della Letteratura

Se pareba boves – Una prospettiva moderna dell’Indovinello Veronese

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3985584q

Se pareba boves – Una prospettiva moderna dell’Indovinello Veronese

Chiunque abbia il piacere di approcciarsi alla filologia romanza ed italiana, andando dunque ad analizzare, per diletto o per maggior intento, le prime testimonianze scritte del volgare italiano, andrà sicuramente ad imbattersi nel celebre indovinello veronese. Il documento, scoperto da Luigi Schiapparelli nel 1924 in circostanze che sarà nostra premura approfondire, ha una datazione incerta, da collocarsi nella prima metà del IX secolo. È stato ampiamente considerato come il primo vero documento in lingua volgare italiana, una dicitura a dir poco coraggiosa se si considera l’assetto delle letterature romanze generali, il cui avvio consapevole, e che si discosti dall’uso formulario e burocratico per abbracciare l’intento puramente letterario, non vede significativi sviluppi prima del secolo XI. Il presente lavoro, che si colloca su un livello di ricerca puramente teorico ed esplicativo, tramite anche l’impiego di un codice linguistico di livello pressoché accademico, si premura di portare a compimento una puntuale analisi linguistica del documento, con l’adozione di una prospettiva diacronica e orientata sull’intero panorama romanzo, per ricostruirne la storia, le implicazioni e le influenze, e determinare se sia effettivamente un documento volgare a tutti gli effetti o meno. L’interesse da me riversato sul presente argomento di studio si basa principalmente sul carattere ampio di dibattitto attorno al presente frammento, volendo dunque chiarire la realtà filologica di questo documento in forza degli studi sin ora presentati sul campo filologico.

La Basilicata esiste – Sulla meravigliosa storia linguistica e letteraria lucana

Copyright: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Basilicata_Matera2_tango7174.jpg; 30 settembre 2010, autore: Tango7174.

Introduzione

Il presente articolo, nato sulla base di un sentimento di appartenenza ad una terra stupenda e sconosciuta quale la Basilicata, si propone di presentare rapidamente i maggiori esponenti della poesia lucana, analizzando alcuni versi che esaltano il carattere poetico di questa regione. Sarà dunque mia premura con questo lavoro, in prima istanza, porre in risalto il valore di una letteratura che mai ha goduto di grande fama, ma il cui potenziale è tale da annoverarla tra i massimi esponenti poetici italiani e successivamente fornire un breve e tecnico excursus sugli aspetti linguistici fono-morfologici della parlata dialettale di questa regione.

Italo Svevo tra Darwin e Schopenhauer

Ovvero: Quando la Letteratura incontra la Scienza e la Filosofia

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Svevo.jpg

Il marxismo e la psicanalisi hanno avuto un ruolo importante nell’analisi e interpretazione dei romanzi da parte dei critici letterari nel ventesimo secolo. La critica letteraria di impostazione marxista assume che il testo letterario e l’autore che lo produce sono il frutto delle condizioni economiche e sociali in cui l’autore viveva al momento in cui il testo è stato scritto, mentre la critica letteraria di impostazione psicoanalitica utilizza i principi della psicanalisi per analizzare gli scopi dell’autore di un testo letterario e come questi scopi sono realizzati nel testo. A partire dagli anni 90 è stato sviluppato un nuovo approccio all’analisi ed interpretazione dei testi letterari, noto come Darwinismo Letterario[1]. Il Darwinismo Letterario riconosce che uno degli scopi fondamentali della letteratura è quello di esplorare e rappresentare la condizione umana, ed in particolare i processi della mente, quelli del comportamento, e le dinamiche delle relazioni sociali. Il Darwinismo Letterario fa riferimento ad una disciplina scientifica, la psicologia evoluzionistica, nell’analizzare ed interpretare i processi psicologici e comportamentali rappresentati nella letteratura.

Il giorno del giudizio – Salvatore Satta

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Satta, Salvatore; (1979), Il giorno del giudizio, Ilisso: Nuoro


Il giorno del giudizio è una possibile prova della resistenza e della grandezza dell’italiano come lingua. Essa può ancora avere un senso e potrà ancora averlo. Questa resilienza della lingua italiana non è un caso. Essa viene da autori che italiani lo sono stati per adozione linguistica o per scelta volontaria. Salvatore Satta è incidentalmente un sardo e, come tale, egli ha imparato l’italiano dopo o, al massimo contemporaneamente, la lingua del luogo. Come Joseph Conrad, Satta ha una lingua italiana di seconda pelle, indipendentemente dal momento in cui la deve aver imparata come egli stesso dice, tra letture, scuola e ricopiatura di atti notarili ovvero: in modo del tutto artificiale. Egli infatti è un vero italiano, ovvero un acquisito, un traslitterato dalla regione alla penisola.

Utopia andata e ritorno – Philip K.Dick (1964)

Introduzione

The subinfo computers owned by Lies, Incorporated had been caught in an unnatural act by a service mechanic. Subinfo computer Five had transmitted information which was not a lie. […] but the computer, being programmed to lie, would of course lie – even to Lies, Incorporated itself.

Philip Dick

“Lies, Inc.” (Utopia andata e ritorno in italiano) è una delle opere più complesse di Philip K. Dick (PKD), sicuramente non una delle più leggibili (per i motivi che vedremo), e non è mai stata pubblicata durante la vita dell’autore, probabilmente per buoni motivi.

Alice nel Paese delle meraviglie spiegato con i metaloghi di Gregory Bateson

Illustrazione 1: I tre giardinieri e le rose bianche piantate per “errore” del giardino della Regina di Cuori del racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Illustrazione di John Teniel

Il nonsense del racconto di Alice nel Paese delle meraviglie

Il racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol, da un certo tempo dopo la sua felice pubblicazione diffusa in gran parte del mondo, da che era destinato ai bambini, poi è diventato il banco di studio del mondo della cultura.

Forte come la morte – Maupassant

Maupassant, (1889), Forte come la morte, Milano: Garzanti.

Maupassant, Forte come la morte, Garzanti, Milano, 1978.


Forte come la morte è un classico della narrativa francese del sempre grande Maupassant, edito per la prima volta nel 1889. Forte come la morte è un romanzo incentrato sulla storia del single e viveur pittore Olivier Bertin, legato alla moglie di un conte, la signora Any Guilleroy. La relazione extraconiugale dura anni e alla sua storia è dedicata la prima parte ideale del romanzo. La seconda parte dell’opera è incentrata sull’innamoramento di Bertin per la figlia della contessa.

La trama del romanzo è piuttosto semplice. Olivier Bertin è un pittore consolidato nell’alta società parigina. Sebbene abbia notevoli conoscenze, egli non è mai stato interessato a nient’altro che ad una dolce vita, vissuta tra modelle, pranzi e spettacoli e, naturalmente, l’unica donna che ha realmente amato, la contessa. Inizialmente i due si conobbero appunto per ragioni di lavoro. Bertin, autore non certo spregiudicato e quindi ideale pittore di ritratti di dame dell’alta società, doveva ritrarre l’allora giovane contessa Guilleroy. Il marito di quest’ultima è un eminente uomo politico il cui amore per la moglie è semplicemente dato per scontato nell’atto di unione sancita dalla società. La sua fiducia nei confronti della moglie è abbastanza simile a quella che un uomo affida al suo cane, il migliore amico possibile: può anche agire in modo incomprensibile, talvolta, ma alla fine rimarrà sempre quell’animale domestico la cui fiducia non ha alcun ragionevole dubbio. Ma l’amicizia in questo mondo non è tutto e il rapporto dei sessi non è mai possibile da darsi per scontato.

Kim – Rudyard Kipling

Kipling, Rudyard; (1901), Kim, Milano: Garzanti.

Kipling R., Kim, Garzanti, Milano, 1991.


Ottanta… forse cento… forse centocinquanta rupie; ma la paga è di minima importanza nel nostro lavoro. Di tanto in tanto, Dio fa nascere uomini, e tu sei uno di quelli, che bramano andare attorno, arrischiando la pelle, a fare investigazioni (…). Gli uomini di questo stampo sono pochi e tra questi pochi, non più di dieci sono ottimi.

Rudyard Kipling

Kim è un romanzo di Rudyard Kipling, considerato un classico della letteratura, celebre ormai soprattutto tra gli storici per via del ritratto di interesse storico che Kipling traccia del periodo imperiale britannico, ormai impegnato su più fronti, nel “grande gioco”, ovvero il controllo dell’estremo oriente allora conteso con la Russia zarista e, in parte, con l’impero francese.