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Categoria: Storia

Introduzione alla storiografia greca: Erodoto, Tucidide, Polibio e le figure minori

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Introduzione

Lo studio della storia greca come vedremo, è uno studio complesso perché spesso ci sono giunte voci contraddittorie sia dalle fonti scritte che dalle fonti archeologiche, attraverso le quali si è fondata la ricostruzione storica. Il ruolo di uno storico “grecista” è difficile: esso deve cercare di ricondurre in una cornice coerente tutta la serie di avvenimenti che si sono succeduti nei secoli, senza cadere nell’errore, operazione non semplice vista la mole di studi non privi di controversie. Ma, soprattutto, è l’enorme quantità di frammenti di autori greci e romani e di tantissimi ritrovamenti archeologici a complicare enormemente il lavoro del grecista: se questa mole di studi rendono a volte misterioso e complicato lo studio di questa epoca fondamentale e primordiale della nostra storia, restituiscono quello che è stato il meraviglioso mondo greco, con la sua complessità e grandiosità politica: la Grecia è stata la culla della democrazia e forse è anche per questo che la crisi odierna all’interno del paese ellenico, è ancora più dolorosa, se si pensa al prestigio e alla magnificenza che si ha avuto nel contesto geografico greco nei secoli passati. Qui fortunate generazioni di donne e di uomini hanno visto la nascita della civiltà minoica vale a dire la civiltà dei portentosi palazzi, passando per quella micenea “la Grecia del Bronzo” e infine quella propriamente greca sviluppatasi a partire da quello ribattezzato dagli storici “medioevo ellenico” (1100-800 a.C.) composta da tante etnie diverse (eubei, dorici, ecc.) e soprattutto basata sulla fondazione delle polis, le città-stato. Parte da questa introduzione il nostro studio di questa materia affascinate.

Storia della Sardegna contemporanea: cronologia dall’unità d’Italia fino al 1922

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La storia della Sardegna contemporanea è caratterizzata da particolari ed importanti avvenimenti. La bibliografia e la documentaristica che possiamo trovare su questi centocinquanta anni “sardi” è tuttavia frammentaria e soprattutto disorganica e male organizzata: con quest’articolo, noi di scuolafilosofica, pur senza la pretesa di definitività, cercheremo di scrivere una cronologia che possa toccare il più possibile le tematiche fondamentali della Sardegna contemporanea, dall’annessione del Regno Sardo-Piemontese all’Italia fino alla ricezione dello Statuto speciale di autonomia, parlando del fascismo e anche dei primi scioperi minerari. Senza dimenticare gli ultimi decenni, passati all’insegna di amministrazioni spesso non troppo incisive, come fu per esempio quella di Renato Soru, sebbene riformiste con proposte importanti come la legge “salva coste”, un unicum, come vedremo, nella storia italiana e nella storia della salvaguardia dei beni culturali (l’ambiente è uno di questi).

Dalla rivoluzione russa del 1917-1918 alla guerra civile del 1919-1920

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Introduzione

Lo scenario negli anni successivi alla prima guerra mondiale vedeva la Russia zarista ridotta in miseria, alla fame e in uno stato di impoverimento generale, causato dagli imponenti sforzi bellici che gli Stati avevano dovuto compiere per Grande Guerra. Per quanto concerne la Russia, nel 1917, anno in cui si ritirò dalla guerra, le perdite ammontavano fra morti, feriti e prigionieri a più di sei milioni di persone. Inoltre, con il trattato di pace firmato a Brest-Litovsk, cittadina della Bielorussia, nel 1918 si sancì che Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia e Polonia potessero avviare un processo di indipendenza statale, cercando la forma migliore di autogoverno senza dipendere più dalla monarchia centrale zarista, punto che verrà ratificato anche nel trattato di Versailles nel 1919. È Rispetto a tutti gli avvenimenti causati dalla rivoluzione, quest’incipit è del tutto modesto[i] se paragonato a tutti gli eventi successivi che scossero la Russia. Questa fu la più importante rivoluzione verificatasi in uno stato fin dai tempi della rivoluzione francese, non solo per la quantità di vittime, ma proprio per il totale sconvolgimento degli apparati di governo che essa comportò. Analizziamo adesso qui di seguito i sanguinosi anni della rivolta dalla caduta della monarchia zarista all’insediamento di un governo bolscevico.

Una vecchia storia – Uno studio filosofico sull’alcolismo

Una delle principali cause di morte dirette o indirette nell’Occidente è senza dubbio l’assunzione smodata di alcolici. Non solo è impossibile stimare la quantità di persone decedute per malattie correlate all’assunzione di alcol, sia nel tempo (nei secoli) che nello spazio (nei vari continenti), ma è pure impossibile elencare la copiosa quantità di articoli giornalistici, saggistici, moralistici, scientifici e parascientifici dedicati all’argomento. In generale, sembra che in questi ultimi anni l’attenzione sia leggermente cresciuta nella considerazione del problema a livello giovanile, come se il fatto riguardasse esclusivamente i giovani e non tutto il complesso della società. In secondo luogo, sembra sfuggire il fatto che l’origine di questo costume sia difficile da datare. Nella maggior parte dei casi, data la scarsa attenzione generale alla storia dell’uomo, si considera il fenomeno con gli occhi attoniti del presente, senza scrutare in avanti (ragioni) o indietro (motivazioni storiche) in questo fenomeno. Il motivo principale è senza dubbio la scabrosità delle conseguenze che tale problema implica: l’incapacità di fornire una visione positiva della vita da parte di chi accetta o condanna il fenomeno. Questa incapacità è rimarcata dal fatto che, nella storia, l’unico serio tentativo fatto per sradicare il fenomeno sia stato quello di proibire l’assunzione dell’alcol, per ragioni sociali (negli Stati Uniti negli anni ’30 del XX secolo) o per ragioni morali (come prescrive la religione musulmana).

La politica italiana fra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del novecento: Giolitti e la guerra in Libia

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Alla fine del diciannovesimo secolo ci fu una crisi che segnò profondamente la politica e l’economia italiana. L’obiettivo era l’evoluzione del sistema liberale, che da lì fino all’avvento del fascismo avrebbe dato vita ad ampi dibattiti politici nella penisola italiana. La fine di questo secolo è segnata senz’altro dagli sforzi economici e bellici portati avanti da una infruttuosa campagna militare coloniale decisa da Crispi, finanziata fra gli altri, dalla compagnia Rubattino.

Fu proprio questo insuccesso coloniale a determinare la caduta dello stesso Francesco Crispi nel 1896. Tuttavia la crisi politica non fu scongiurata dal solo cambiamento ai vertici e il governo successivo presieduto da Antonio di Rudinì dovette affrontare gravi crisi e tensioni: egli propose una politica conservatrice, il cui obiettivo consisteva nel reprimere con la forza tutte le proteste popolari, senza riconoscerne la legittimità e discriminava ogni forma di protesta sociale, anche perché l’ascesa del socialismo e del comunismo marxista aveva determinato una preoccupazione crescente nella destra storica.

Piccolo dizionario geografico dalla A alla Z. Parte I

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Storia della geografia

Correnti di pensiero geografico

Evoluzionismo: il precursore dell’evoluzionismo geografico è stato senza dubbio Jean Baptiste Lamarck, mentre il suo teorizzatore fu il celebre Charles Darwin che scrisse un’opera fondamentale che trattava esaustivamente del tema dell’E. intitolato On the Origin of Species (1859). Questo libro ebbe un successo planetario e in esso veniva introdotta la teoria evoluzionista: era infatti quella corrente sulla natura biologica, la cui concezione permetteva di prescindere da ogni principio sovrannaturale per spiegare i fatti osservati. Il nuovo campo di ricerca era l’ambiente e le sue interazioni nei confronti delle specie animali che lo abitavano. Il principio di adattamento all’ambiente, come massima virtù delle forme biologiche vincenti, viene così ad essere uno dei cardini delle teorie scientifiche evoluzionistiche.

I grandi geografi che hanno fatto storia dall’anno zero ad oggi

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La geografia è stata, assieme alla filosofia, una delle materie verso cui è stato riposto grande interesse fin dai tempi antichi. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire un’ampia visione della geografia e tracciarne una storia molto generale attraverso le figure degli studiosi più eminenti che ne hanno reso possibile la concettualizzazione. Dall’anno 0 ad oggi, la geografia si è evoluta nel tempo, dal mondo piatto o a forma di botte fino alle immagini satellitari, dalla navigazione con la bussola ad ago magnetico fino all’uso del gps. La geografia è senz’altro una delle materie più importanti che oggi si possa studiare visto il degrado ambientale a cui spesso si è sottoposto il territorio mondiale e con lo studio di essa possiamo percepire e analizzare i problemi antropologici ed ecologici: la geografia è un’immensa fonte di informazioni e problematizzazioni, e possiede al suo interno centinaia di sottogeneri, che in breve considereremo.

Geografie a confronto – Determinismo e possibilismo geografico

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Consigliamo Geopolitica e Geografia antica


Karl Ritter (Quendlinburg 1779 – Berlino 1859) è il primo dei geografi moderni il cui pensiero è inquadrabile in un’ottica di stampo determinista. Nelle sue opere (ricordiamo l’Erdekunde) cerca di analizzare spazi anche lontani rilevandone le caratteristiche fisiche presenti e quelle dei popoli che li abitano, cercando principi di causalità (A avviene perché B) e di estensione dei fenomeni osservati. Ma cosa fa di Ritter un geografo determinista?

Egli ritiene che i popoli sono condizionati dalla conformazione degli spazi che abitano, che poi sarebbero le regioni, i cui caratteri distintivi e peculiari sono quindi frutto di un’influenza ambientale. Il determinismo di Ritter, però, non ha i caratteri di un determinismo meccanicista, in quanto esso è espressione di una teleologia, che vorrebbe gli ambienti capaci di determinare gli aspetti dell’uomo che li abita; guidata da un intento divino e volta al perfezionamento dell’uomo. Inoltre, secondo il tedesco, questa fase di “formazione”, volta alla forgiatura dell’uomo perfetto, sia attestabile solo nelle popolazioni il cui sviluppo sia ancora a uno stadio primitivo, non permettendo quindi, a contrario di quanto avviene nelle società dell’Europa moderna, di liberarsi dal gioco costrittivo della Natura.

Riflessione sul cosmopolitismo: storia e definizione

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Consigliamo Capire la risposta alla domanda “Che cosa è l’illuminismo”


Il cosmopolitismo è una dottrina filosofica per cui l’uomo si pone al centro di una struttura complessa chiamata ‘mondo’. Essa sostiene l’irrilevanza all’appartenenza ad una determinata nazione e difende l’idea invece che l’essenza, nonché il dovere, dell’uomo è quella di essere cittadino del mondo. È dunque una corrente in forte contrapposizione a tutte le spinte e correnti di stampo nazionalistico e razziste.

La nascita dello Stato di Israele e la guerra in Palestina

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Un conflitto territoriale nasce quando due o più stati rivendicano una determinata area geografica sia essa intesa superficie terrestre, regione acquatica o spazio dell’etere. Se fino all’inizio delle seconda guerra mondiale si pensava che i conflitti riguardassero solo limitate porzioni di terra, con la Grande guerra e la Guerra fredda si è realmente compresa la nuova portata distruttiva delle armi contemporanee: la visione del mondo cambiò definitivamente dopo Hiroshima e Nagasaki. Era il 6 Agosto 1945 quando venne sganciata una bomba nucleare su Hiroshima, momento unico nella storia delle distruzioni di massa.