Le origini della parola rivoluzione e il suo iniziale significato sono da ricercare nel sostantivo latino “revolutio” e nel corrispettivo verbo “revolvere”, ritorno e ritornare. Sul piano concettuale questi termini discostano dal significato moderno; infatti si indica con rivoluzione un cambiamento.
Storicamente la parola ha subito un radicale spostamento semantico: i movimenti copernicani, i cosiddetti movimenti di rivoluzione, sono una precisazione del significato antico, e lo stesso ritorno al passato e (restaurazione) era proprio indicate come rivoluzione.
Ascesa e caduta di uno dei più grandi faccendieri della guerra e della storia, abile uomo, svelto di ingegno, rapido nell’agire, duro e irreprensibile nei modi. Wallenstein è una delle figure centrali delle prime due fasi della guerra dei trent’anni, iniziata con la defenestrazione di Praga nel 1618 e terminata nel 1648. Uno degli avvenimenti storici che sconvolse il centro Europa a tal punto che la memoria storica della guerra sarà preservata immutata nel tempo, fino alla prima guerra mondiale. La brutalità degli eventi, come il saccheggio e la distruzione di Magdeburbo, rendono questa guerra uno degli avvenimenti più cruenti dell’intera storia europea, fatta di scontri fratricidi e continue rivalse vicendevoli.
Per una Analisi storico-filosofica sulla nascita della prigione e dei sistemi repressivi
Parte 1. Concetti preliminari e una brevissima storia dei cambiamenti disciplinari
E’ non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio, che gli uomini con la prudenzia loro non possino correggerle, anzi, non abbino rimedio alcuno; (…) iudico esser vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso noi.
La storiografia attuale considera gli eventi storici nella sua purezza fattuale. Si è assistito ad una rapida evoluzione della concezione stessa della Storia, non più come un ausilio alla moralità generale dell’umanità, o come il risultato di una mediazione ideologica per dimostrare una tesi di filosofia o sociologia. La Storia si è “naturalizzata”. Questa tendenza appare manifesta anche in altre branche dello scibile umano.
Che profumi tra i canneti, nella macchia popolata di lepri e di pernici, quando tornava il sole a risuscitare i ceppi morti e abbandonati dei bassi vigneti. Il guaio era che il paradiso in Baronia durava tre mesi: dopo il sole diventava cattivo, si metteva a pentirsi della gioia che aveva portato tra gli uomini, impazziva anche lui, in una settimana portava il deserto.
Salvatore Satta[1]
Preliminare discussione delle fonti
… chiara dimostrazione di come la società abbia bisogno degli storici, i quali assolvono il compito professionale di ricordare ai loro concittadini ciò che questi desiderano dimenticare.
Eric J. Hobsbawm[2]
… sempre che ci sia dato “ricordare”…
Il silenzio è la prima parola che viene in mente pensando alle fonti della storia della Sardegna nel medioevo e non solo. Silenzio delle fonti scritte, silenzio delle tradizioni orali, per quel possono mantenersi nel tempo. E, per quanto riguarda la storia della malaria, silenzio anche degli stessi storici di professione e dilettanti.
Tutti ci ricordiamo del muro di Berlino, della definitiva caduta di un simbolo d’illibertà, oppressione e intolleranza. Senza dubbio un grande evento, forse ingigantito in Occidente dal rumore degli scricchiolii dell’ormai fatiscente Unione Sovietica, nemico storico da sempre dei regimi liberali. L’URSS era destinata a seguire al crollo del suo muro di lì a qualche anno.
A distanza di vent’anni da quel 1989, molti si saranno dimenticati di altri avvenimenti molto importanti. Una certa signora birmana, insignita del premio Nobel per la pace, fu costretta agli arresti domiciliari. Un tizio di nome Tenzin Gyatso si oppose all’invasione cinese della sua terra natale, il Tibet, e fu costretto all’esilio in India. In una piazza di Pechino migliaia di ragazzi manifestavano contro il governo cinese per l’assenza di dialogo democratico, per l’immobilismo istituzionale e per il controllo culturale di regime. Una sonda spaziale, Voyager, inseguiva il grande pianeta blu, Nettuno. La signora era Aung San Suu Kyi, Tenzin Gyatso era il Dalai Lama e la piazza era quella di Tienanmen.
Il nostro discorso si pone come obiettivo primo di risolvere un problema centrale e fondamentale (con ciò intendo che il problema sta al fondamento dell’analisi del tema affrontato) in relazione all’analisi del tema scelto, il problema dell’esistenza del sacro per il barbaro: ‘esiste il sacro per il barbaro?’ sarà la domanda cui cercheremo la risposta. Nello sviluppare il nostro discorso dovremo passare inevitabilmente dall’individuare i tratti caratteristici del sacrum barbarico, dal rilevare come questi tratti siano stati in relazione con la struttura sociale politica e giudiziaria propria del barbaro e come abbiano condizionato la storia dei popoli barbari quando questa storia vide l’incontro con la cultura cristiana. Porremo in verità altre domande, cui però non daremo una risposta, ma che fungeranno piuttosto da stimoli di riflessione, in quanto questioni solo poste e non già risolte. Il nostro discorso prende in considerazione i tratti comuni del barbaro spesso senza entrare nel dettaglio (e distinguo) spaziale e temporale; tratteremo del barbaro europeo vissuto nel medioevo.
e s’animu che lizzu
cussos colores
adornant s’istendarde
boh! boh!
e fortes che nuraghe
a s’attenta pro mantenere
sa paghe[I]
1 INTRODUZIONE
Oggi giorno è difficile riuscire a dialogare di politica. Difficile chiarire a noi stessi di quale schieramento facciamo parte. Difficile capire la politica dei nostri capi di governo sia a livello regionale che nazionale. Ma difficile è un eufemismo, forse la parola giusta è “impossibile”.
Storia della guerra del Vietnam è un libro imprescindibile per tutti coloro che s’interrogano sui fatti e sulle cause di una delle più incredibili vicende del secolo scorso, che gode di una centralità particolare per aver creato una nuova coscienza all’interno dell’esponente politico e culturale occidentale più importante, gli Stati Uniti e, in generale, dell’Occidente intero. Dopo il Vietnam le guerre non sono cessate, né nessun conflitto, per quanto brutale e sanguinoso, sarà mai un sufficiente deterrente per evitarne un altro: dopo la seconda guerra mondiale dovrebbe essere un’assurdità solo il concepirne la parola. Ma dopo il Vietnam non è più possibile pensare alla guerra come qualcosa di divertente, un’attività capace di interessare qualunque genere di ingegno, di riscattare gli inetti e di riabilitare gli incapaci.
Abbiamo perso quasi per intero l’opera di quel grandissimo genio dell’antichità che è stato Petronio. Ma senza dubbio, quel poco che c’è rimasto del Satyricon rimane scolpito nella memoria come le pietre del Colosseo. La storia del Satyricon sarebbe molto lunga Encolpio è un uomo reso impotente dal dio della fertilità, Priapo. Non sappiamo perché, ma è chiaro che egli ha profanato un rito caro al dio. Encolpio è innamorato di Gitone, uno schiavo di continuo conteso da donne e uomini per la sua straordinaria bellezza e intelligenza.