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Categoria: Scienza

In risposta a 0/1 di Mozzoni

Pubblico la mia risposta a Marco Mozzoni, “0/1”, BrainFactor, 27/5/2013 riflessione apparsa su Brainfactor.it

Siamo veramente immersi in una realtà percepita, da noi – tutti (?), secondo categorie dicotomiche? Sicché nel confrontarci, ad esempio, con il disagio mentale saremmo costretti ad intendere i fenomeni solamente come anormali o normali, le persone come malate o sane? Soprattutto, è vero che «non accettiamo più di confrontarci con le sfumature dell’esperienza vitale»?

Emozioni e ragione alleate

La visione che intende ragione ed emozione come forze opposte e antagoniste è, oltre che superficiale, falsa. Ad affermarlo e a fare chiarezza su questo punto di secolare interesse, con un esame della letteratura psicologica, è intervenuto Gerald Clore della University of Virginia. La sua riflessione era stata pubblicata, col titolo “Psychology and the Rationality of Emotion”, su Modern Theology.

Emozioni diverse per giudizi morali diversi?

Emozioni differenti amplificherebbero diversi tipi di giudizio morale. Ad affermare che la ricerca sulle emozioni supporterebbe una conclusione di questo tipo, sono gli psicologi Horberg, Oveis e Keltner, che sviluppano la loro argomentazione in una pubblicazione su Emotion Review titolata “Emotions as Moral Amplifiers: An Appraisal Tendency Approach to the Influences of Distinct Emotions upon Moral Judgment”.

Giudizio morale: quale ruolo per la ragione?

Le recenti scoperte in neuroscienze e psicologia morale hanno dimostrato che il processo di presa di decisione morale è fortemente determinato da processi inconsci, automatici ed emotivi, dalle cosiddette intuizioni. Il ruolo del ragionamento cosciente sembrerebbe, per tanto, fortemente ridimensionato.

Dopo la critica di J. Haidt al modello razionalista in psicologia morale bisogna tuttavia ammettere che il ruolo del ragionamento cosciente nel processo di presa di decisione morale è stato, da parte della psicologia, scarsamente chiarito.

Ossitocina e ipnosi

L’ossitocina è in grado di influire in qualche modo sullo stato ipnotico? Sembra di sì, secondo i dati sperimentali presentati dai ricercatori Bryant e Hung in un recente articolo apparso su Plos One con un titolo estremamente accattivante: “Oxytocin Enhances Social Persuasion during Hypnosis”. Oltre questi dati, tuttavia, è difficile concludere … La relativa riflessione psicologica resta, ancora, puramente speculativa.

Il giudizio morale. Intervista a Luca Surian

Pensiamo che il Prof. Luca Surian, psicologo e ricercatore dell’Università di Trento, abbia saputo, con la sua introduzione sullo stato della ricerca in psicologia morale – pubblicata per il Mulino con il titolo “Il giudizio morale” (2013) – realmente fornire al lettore utili stimoli per avvicinarsi alla materia, o per farsi una prima idea, ma vera (e vera perché chiara), dei temi in argomento.

Umore e morale, via cognizione

L’umore influenzerebbe il giudizio morale. Validando o invalidando il pensiero maggiormente saliente relativo alla situazione da giudicare, piuttosto che agendo sulla risposta emotiva. Perlomeno quando la situazione è un dilemma morale astratto che chiede di scegliere tra sacrificare una persona (gettandola da un ponte) per salvarne cinque oppure non sacrificarla lasciando così morire i restanti.

Amaro calice … sul disgusto e la morale

Hume, nel XVIII secolo, fu una delle maggiori sensibilità filosofiche ad avvertire l’importanza dello studio della natura umana per la comprensione della morale. Opponendosi fermamente all’apparenza per cui la ragione, nella forma della conoscenza della legge morale, determinerebbe l’azione, il filosofo scozzese affermò che la natura umana è fondamentalmente mossa da stimoli di piacere e dolore.

Morale, gli insegnamenti dell’Induismo

Uno stimolante articolo apparso recentemente sull’Indian Journal of Psychiatry col titolo “Morality and moral devolopment: Traditional Hindu concepts”, ci fornisce l’occasione di richiamare l’attenzione sui punti centrali della visione indù tradizionale. Gli autori definiscono la morale come un costrutto che permette la differenziazione tra le intenzioni, le decisioni e le azioni buone (o giuste) e cattive (o sbagliate).

Gemino di Rodi e il suo posto nella storia della filosofia della scienza

1. Nota biografica.

Gemino di Rodi visse molto probabilmente nel I secolo a.C., comunque tra il I secolo a.C. e il I d.C.; fu scienziato (in particolare, astronomo) e filosofo greco. Di lui ci rimane una sola opera intera, chiamata “Introduzione ai fenomeni”. Si tratta di una introduzione essoterica all’astronomia. Non ci è pervenuto invece il suo scritto “Sulla teoria delle scienze matematiche”, che, probabilmente, era la sua opera maggiore. Proclo, filosofo neoplatonico del V secolo d.C., ne fece uso nel suo importante commento agli “Elementi” di Euclide. Di Gemino si dice che fosse uno stoico, seguace e discepolo del filosofo, scienziato e storico Posidonio.

2. Pensiero sulla scienza; da Pitagora a Tolomeo

I pitagorici pensavano che la struttura fondamentale dell’universo fosse regolata secondo un’armonia di tipo matematico. Conoscere questa armonia significava, dunque, avere accesso alla comprensione profonda della realtà. Questo orientamento filosofico implica l’idea, valida per la pratica della scienza, che la contemplazione dell’idea astratta è maggiormente centrale rispetto all’indagine e all’osservazione dei fenomeni empirici.