Gentili lettori, desidero segnalare la recente uscita di un nostro lavoro sulla rivista Cognitive Development. La pubblicazione presenta i dati di una ricerca sullo sviluppo del giudizio di approvazione morale dai quattro agli otto anni, condotta presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Qui segue la copertura giornalistica di Brainfactor.
Stanley Milgram (1933-1984) fu uno psicologo sociale americano, noto al grande pubblico e agli studenti di psicologia per aver ideato e condotto, all’inizio degli anni sessanta del secolo scorso, uno degli esperimenti più influenti e discussi dell’intera disciplina.
Gli anni sessanta e settanta furono anni particolarmente fecondi per la psicologia sociale, interessata a comprendere il pensiero e il comportamento dell’individuo all’interno della dimensione relazionale e di gruppo. La seconda guerra mondiale e i crimini nazisti lasciarono un solco profondo sia nelle nuove costituzioni degli stati europei e nei nuovi assetti geopolitici, sia nell’attività intellettuale di molti.
Da un recente studio pubblicato su Science, apprendiamo che alcuni ricercatori riportano una prima evidenza che anche primati non umani come scimpanzé, bonobo e oranghi sarebbero in grado di interpretare le azioni altrui attribuendo stati mentali quali credenze, eventualmente false, sul mondo.
Gentili lettori, desidero segnalare l’uscita di un articolo d’opinione sul tema giudizio morale e autismo, firmato da Francesco Margoni e Luca Surian. L’articolo è consultabile sul sito della rivista, mentre qui di seguito riporto la copertura giornalistica offerta da Brainfactor.
È in uscita su Chaos and Complexity Letters un lavoro svolto da E. Conte, R. Norman, C. Moderniz, S. Conte, R. Marvulli (School of Advanced International Studies on Applied Theoretical and non Linear Methodologies of Physics di Bari), G. Ianieri, M. Megna (Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione di Bari) e F. Wang (Hunan Agricultural University, Cina). A multifractal analysis of neuron locations and calcium activity in C-elegans presenta un’analisi della struttura geometrica dell’attività neuronale nella testa di un Caenorhabditis elegans lasciato libero di muoversi.
Il professor Elio Conte ha svolto per tanti anni la sua attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di senso dell’Università di Bari, dove ha insegnato in particolare Psicofisiologia e Teoria dei Modelli Cognitivi, attività attualmente conclusa per raggiunti limiti di età. Dirige la School of Advanced International Studies on Applied Theoretical and non Linear Methodologies of Physics di Bari. Dal 1972 si occupa dell’applicazione della meccanica quantistica a livello delle neuroscienze e i risultati da lui ottenuti insieme ai suoi collaboratori a partire dal 2003 hanno concorso in modo determinante all’avvento della nuova disciplina che prende il nome di quantum cognition.
È recentemente uscito su Frontiers in Psychology un contributo teorico che si propone di conciliare due insiemi di risultati empirici, inerenti alla descrizione dell’acquisizione della capacità di ragionamento morale, che portano a conclusioni tra loro in apparente contrasto. La pubblicazione è firmata da Francesco Margoni e Luca Surian, ricercatori al Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, ed è sia una rassegna di lavori sperimentali sia un lavoro di organizzazione concettuale e riflessione interpretativa sulle conclusioni di alcuni studi sperimentali in psicologia dello sviluppo morale.
Desidero segnalare l’uscita di un mio articolo sulla rivista italiana di psicologia dello sviluppo “Infanzia e Adolescenza”. La rivista è diretta da Massimo Ammaniti, Nino…
Un ulteriore e qui conclusivo capitolo della psicologia morale è la naturale tendenza dell’uomo a dividere l’umanità in gruppi. Il che significa dividere il mondo sociale in ‘noi’, da una parte, e ‘loro’, dall’altra. Parenti, fratelli, amici, conoscenti, appartenenti al proprio gruppo, che sia razziale, linguistico, politico, confessionale o sociale, da una parte, estranei, stranieri, appartenenti ad un altro gruppo, o, sarebbe meglio dire, soprattutto non appartenenti al proprio gruppo, dall’altra. Il mondo sociale si tinge in breve e naturalmente dei colori delle parti. Non serve nemmeno ricorrere alla Storia dell’uomo per mostrare la verità di quest’affermazione, tanto la Storia è in sé stessa la storia delle divisioni dell’uomo, del suo coalizzarsi in gruppi che si oppongono a vicenda. Piuttosto, costante della Storia dell’uomo, dovremmo riconoscere un fatto fondamentale di natura psicologica, ovvero la naturale tendenza delle assemblee umane a costituirsi in gruppi spesso mutualmente esclusivi o, comunque, poi, contrapposti.
Un ulteriore fondamentale aspetto del senso morale umano è l’idea o il principio di equità. Giudicare o decidere con equità significa giudicare o decidere con equilibrio e imparzialità. È soprattutto quando pensiamo alla distribuzione delle risorse che possiamo intuitivamente comprendere il significato di cosa voglia dire agire o decidere in maniera equa o iniqua, creare uguaglianza o disuguaglianza. La tematica dell’equità delle procedure di spartizione della ricchezza è stata pensata probabilmente dal momento in cui i nostri antenati nel Pleistocene si sono posti il problema di come dividere il cibo raccolto o cacciato con il resto del gruppo fino ai nostri giorni, nei quali gli uomini ragionano su come dovrebbe funzionare il sistema di tassazione del lavoro oppure i bambini decidono se, come e con chi condividere i loro giochi.