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Categoria: Libri Recensiti

Racconti Matematici

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I commentatori usano questo sistema, i punti più ovvi sono spiegati e discussi ad libitum, i passi oscuri dei quali si amerebbe saper qualcosa, vengono saltati col silenzio della più pura ignoranza.[1]

Huxley

Racconti matematici è una raccolta di racconti il cui massimo comune divisore è l’espressione di un certo “concetto matematico”: ogni singolo racconto opera su un peculiare motivo astratto di origine matematica, motivo analogo ad un tema musicale, orchestrato attraverso una forma letteraria. Per ragioni di spazio, parleremo solo dei racconti più rimarchevoli.

Un anno sull’Altipiano – Emilio Lussu

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Un anno sull’altipiano (1945) tratta delle vicende di un battaglione di fanteria coinvolto nei combattimenti montani nella prima guerra mondiale, da cui trae ragione il titolo. Il libro è, secondo le intenzioni dell’autore, niente più di una raccolta asistematica dei ricordi di guerra. Per tale ragione, non si tratta di un romanzo in senso stretto, con una trama chiara che si dipana nello svolgersi delle azioni dei protagonisti; si tratta di un flusso narrativo imperniato sulle annotazioni di una coscienza.

I banditi – Il banditismo sociale nell’età moderna – Eric Hobsbawn

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Difficile ammettere il fatto che quanto più un bandito si avvicina all’ideale popolare del fuorilegge gentiluomo, e cioè il difensore socialmente consapevole dei diritti dei diseredati, tanto meno l’autorità è disposta ad aprirgli le braccia. Anzi è molto più pronta a trattarlo come un rivoluzionario sociale e a dargli una caccia spietata, fino all’eliminazione.

E’ evidente, comunque, che si tratta di qualcosa di più di un’esplosione di crudeltà manifestatamente gratuita. Si possono dare due spiegazioni possibili, se pure con una certa esitazione, perché la psicologia sociale è una giungla dove solo un insensato può avventurarsi cautamente.

Hobsbawn

I banditi. Il banditismo sociale nell’età moderna è un libro di difficile collocazione di genere. Esso attinge alla storia sociale dell’età moderna per dipingere il quadro di una figura difficile da fissare, così si avvale di riflessioni antropologiche, economiche e sociali.

La grande storia della prima guerra mondiale – Martin Gilbert

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La grande storia della prima guerra mondiale (The firs world war) tratta degli avvenimenti iniziati nel 1914 con l’occupazione della Serbia da parte dell’impero Asburgico a seguito dell’assassinio dell’erede al trono degli Asburgo, per mano dell’anarchico Gavrilo Princip “nel giorno del’anniversario della sconfitta che i turchi avevano inflitto ai servi nel 1349 nella battaglia del Kosovo”[1]. Dalla spedizione punitiva dell’impero segue, per reazione a catena, l’entrata in guerra delle principali potenze europee, Germania, Russia, Impero Britannico e Francia, tutte animate e convinte dalla necessità di una guerra che sarebbe stata rapida e vantaggiosa. La narrazione si conclude alla fine delle trattative di pace che, come viene sottolineato, saranno la base dell’insoddisfazione della Germania e dei popoli sconfitti; la causa dei rivolgimenti politici che approderanno alla seconda e più terribile guerra.

La guerra di Giugurta – Sallustio

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Impegnare se stessi senza costrutto, lavorare per non procurarsi che inimicizie è insensatezza suprema: a meno che uno non sia dominato da quella passione ignobile e perniciosa che consiste nel sacrificare la propria dignità e libertà al potere di pochi.[1]

 

La guerra di Giugurta non è un evento storico centrale nella vicenda imperiale Romana né, in senso lato, della politica estera, giacché i Romani non ampliarono di molto i loro confini né il conflitto fu di lunga durata. Né fu importante per la storia degli effetti, come invece fu la conquista della Macedonia e della Grecia o della Gallia. Fu importante, però, per le ripercussioni e per le conseguenze che la guerra ebbe sulla politica interna e sulla composizione dell’esercito.

Germania – Tacito – Analisi e storia

Scopri la Guerra di Giugurta di Sallustio!

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La Germania è un testo di presentazione degli usi e costumi dei popoli che i romani chiamavano in blocco “germani”. Essi erano dislocati al di là del Reno (a est) e a nord del Danubio, i due fiumi che costituivano il limes dell’impero. Il libro fu scritto, probabilmente, come testo da conferenza nel quale la presentazione della Germania si sviluppa su più livelli: descrizione del territorio, analisi politica, analisi sociologica ed enumerazione delle popolazioni inscritte nell’area geografica descritta. Al principio Tacito presenta la Germania in questi termini:

Bel-Ami – Guy De Maupassant

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George Duroy si era trasferito a Parigi, dopo un soggiorno in Africa in qualità di soldato, soggiorno nel quale si comporta da più da predone che da gentiluomo. La sua ambizione, unita allo scarso attaccamento ai valori della divisa, lo conducono a Parigi, città nella quale sperava di poter arrivare a ben altri lidi. Ma al principio non fu così semplice, la grande città si presentò come un mare nel quale non si riconoscono navigli amici, ma solo neutrali. Il posto di lavoro alle ferrovie non gli garantiva neppure il tanto sufficiente per vivere:

Il negro del Narciso – Joseph Conrad

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Consigliamo – Una vita di Maupassant


James Wait s’imbarca nel Narciso. Wait è un marinaio di colore che si porta dietro un oscuro mistero che, ben presto, coinvolgerà tutto l’equipaggio. Gli uomini del Narciso sono una combinazione di varia umanità, dal capitano Allistoun al vecchio lupo di mare, Singleton. Ma tutti sono indispensabili, tutti concorrono alla vita della nave, compreso il fanatico cuoco, che spesso va in preda di possessioni oracolari sulla fine della nave e sulle fiamme dell’inferno. La traversata del Narciso inizia tranquilla, ma subito James manifesta il suo oscuro mistero: egli ha una malattia terminale ai polmoni che lo rende del tutto incapace di lavorare. Pesanti colpi di tosse e assenza di forze lo costringono ad un riposo forzato e reiterato nella sua cuccetta. Tutti i membri del Narciso gli vogliono bene e nessuno manifesta sentimenti di razzismo o di odio nei suoi confronti, tutti si prendono cura di James Wait. Il mare si volge in tempesta ben presto e per lunghi giorni il Narciso sarà trasportato dalla furia violenta di un mare che non intende concedergli nemmeno un attimo di respiro. Il vento freddo sferza la tolda e i sibili delle sartie risuonano come tristi echi di un terrore antico e gelido. I mariani vengono costretti a turni senza tregua, lavoro incessante, condizionato ulteriormente dalla decisione del comandante Allistoun di non tagliare i pennoni per non rovinare la nave. Più di una volta i marosi invadono il ponte con le loro murate d’acqua che entrano dentro la nave che, nonostante tutto, non può essere interamente impermeabile.

La crocera dello snark – Jack London

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Consigliamo – Zanna Bianca


Dopo quarant’anni Jack London aveva raggiunto grandi livelli di stima in tutta l’America e fu scrittore e giornalista affermato; aveva lavorato inoltre come lavandaio, raccoglitore di ostriche, spalatore di carbone, cercatore d’oro nel Klondhike, lavoratore come operaio e altri piccoli impieghi, che tra l’altro sono quasi tutti rintracciabili nel capolavoro Martin Eden. Dopo aver messo in piedi una fattoria di circa seicento ettari che gli garantì una certa e aggiuntiva tranquillità economica, London decise di coronare un sogno di coppia, insieme a sua moglie Charmian: fare il giro del mondo a bordo di un lussuoso ketch, lo “Snark”.

Zanna bianca- Jack London

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Consigliamo – Marin Eden


Nel 1903 Jack London scrisse il romanzo breve intitolato The call of the wild, per gli italianofili, Il richiamo della foresta. In questo romanzo il protagonista Buck, un cane da pastore, riscopre l’essenza selvaggia e primordiale che c’è in lui; ne godrà fino alla morte e alla più grande eternità con la nascita dei suoi figli. Il romanzo ebbe un gran successo in tutta l’America subito dopo la sua uscita e celebrò London nella piramide dei più grandi scrittori contemporanei americani.
Memore del successo del tema e del personaggio nel 1906 Jack London si concentra nella stesura di un nuovo romanzo White Fang, la cui traduzione è Zanna Bianca, in cui non cambia i temi del precedente romanzo: l’animale selvaggio come metafora dell’uomo, di una sua rieducazione. A differenza che nel precedente, qui “semplicemente” mischia le argomentazioni in un climax ascendente: se nel Richiamo della foresta Buck conoscerà la sua indole primordiale attraverso un viaggio il cui culmine è l’ululato maschio e feroce, in Zanna bianca invece dall’ululato del branco passerà alla comoda vita borghese di una tenuta di campagna.