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Categoria: Libri Recensiti

La casa in collina – Cesare Pavese

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Io non credo possa finire. Ora che ho visto cos’è la guerra, cos’è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: – E dei caduti che facciamo? Perché sono morti? – Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.

Cesare Pavese

La casa in collina è un romanzo breve, o racconto lungo, ambientato durante la seconda guerra mondiale nella campagna torinese. Il racconto non ha una trama particolarmente elaborata e si riassume brevemente: un professore di scuole medie vive l’esperienza della guerra, prima indirettamente e poi in prima persona. Da principio sembra che il rombo della guerra sia solo lontano, ma poi si intensificano i bombardamenti, gli eserciti si avvicinano e quando avviene il crollo del regime fascista anche l’ultima sicurezza viene meno. Incominciano a dominare le paure per prossima guerra civile, il cui incipit è uno stato di attonicità sorda e inquieta, ma ancora calma, che rafforza la percezione della caducità del momento presente. Il protagonista è costretto ad abbandonare la casa di campagna in cui dimora, i suoi amici vengono dispersi ed è presto costretto ad allontanarsi da un fanciullo, che sospetta possa essere suo figlio. Dopo aver soggiornato in un convento, imboscato e fuggiasco, decide di ritornare a casa, tra il terrore della morte per le esplosioni e il rischio di essere trovato dai tedeschi o da qualche banda locale.

L’educazione sentimentale – Gustav Flaubert

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L’educazione sentimentale è un romanzo scritto da Gustave Flaubert. Esso narra le vicende private del signor Frédéric Moreau, giovane della piccola aristocrazia francese. L’educazione sentimentale inizia con il giovane Moreau e con l’amico Deslauries che si rincontrano, dopo anni di separazione. Entrambi lasceranno la provincia per andare a vivere nella capitale, sebbene Moreau e Deslauriers avranno un diverso destino, perché diversi nei desideri. Moreau va alla ricerca del grande amore, mentre Deslauriers va in cerca del potere. Moreau troverà subito l’oggetto dei suoi desideri incarnata nella figura della donna-madre, la signora Arnoux, che fa la sua comparsa sin dalle prime pagine del romanzo e rimarrà avvinghiata alla vita di Moreau (e alla immaginazione del lettore) per tutte le pagine de L’educazione sentimentale.

Religione e neuroscienze, dialogo possibile?

Fede e neuroscienze. Questo il tema del contributo del cardinale Angelo Scola al volume collettaneo “Neuroetica. La nuova sfida delle neuroscienze”. Edito da Laterza e curato da Vittorio Sironi e Michele Di Francesco, il libro fa il punto sullo stato dell’arte della neuroetica, così come è emerso dall’omonimo convegno tenutosi nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca nel giugno del 2009.

I confini logici della matematica. Ragunì G.

I  confini logici della matematica è un libro di logica matematica dai molteplici intenti e con un chiaro metodo analitico. Gli scopi che l’autore si propone sono diversi e tutti variamente ambiziosi: chiarificare la terminologia di una disciplina solo apparentemente trasparente, mediante argomentazioni metamatematiche; mettere in luce i limiti e i pregi di un approccio puramente sintattico alla matematica e, conseguentemente, la necessaria integrazione di un’analisi metamatematica alla logica matematica; precisare i problemi legati alla Teoria formale degli Insiemi, sia in termini epistemologici che di coerenza; mostrare i limiti di alcune impostazioni correnti in logica matematica; chiarire alcuni punti controversi, alla luce dell’analisi, su entrambi i Teoremi di Gödel. Questi scopi sono, più propriamente, i nuclei tematici più salienti ma, ad una attenta lettura, potrebbero risultare una selezione ingiustificabilmente esemplificatrice. In realtà, si tratta di un’opera la cui complessità è lasciata intravedere continuamente in ogni pagina, nonostante possa apparire sfuggevole alla luce della sua compattezza.

Le ragioni di esistenza del libro vengono enunciate nella prefazione dell’autore. Egli era partito dalla curiosità intellettuale verso i teoremi di Gödel e dalla necessità di chiarire a se stesso fino a che punto si può essere certi del fondamento delle proprie deduzioni logiche. Eppure, nonostante la logica matematica sia una disciplina formale (termine qui usato in modo intuitivo), fondata su delle convenzioni condivise, rimane il fatto che spesso non sia così agevole nella comprensione:

Il percorso che mi ha portato alla sua comprensione si è reso particolarmente difficoltoso essenzialmente per tre motivi. Il primo è che il tema, come spesso succede in Matematica, non si presta ad essere isolato: per comprendere bene ogni particolare, bisogna prima aver chiaro cos’è il modello di una Teoria, la metamatematica, il Teorema di completezza semantica, le funzioni ricorsive…; in breve, avere almeno un’idea approssimativa, ma solida dei fondamenti della Logica. Il secondo motivo è dovuto all’ambiguità della terminologia usata; sembra davvero incredibile che in un argomento così delicato, che richiederebbe il massimo della precisione, si continui ad adoperare un linguaggio così propenso alla confusione (…). Il terzo motivo è costituito dagli equivoci, scorrettezze ed errori che abbiamo creduto riscontrare in diversi temi. Per andare avanti, dopo mesi di riflessioni e ricerche di nuove pubblicazioni, non restava che avere la presunzione di correggerli o rassegnarsi a non comprendere; ovviamente esponendosi alla possibilità di trovarci noi stessi in errore. Alcune di tali revisioni e correzioni hanno un carattere marginale, altre più fondamentale. Tutto ciò giustifica le ragioni stesse del libro; che dunque, seppur scritto con l’obbiettivo irrinunciabile di essere pienamente comprensibile al lettore inesperto, introduce anche alcune novità in Logica.[1]

Queste giustificazioni sorreggono gli intenti e mostrano la superficie e il punto più profondo, al contempo, del lavoro. Da un lato, infatti, siamo di fronte ad un’opera che vuole portare un’analisi dal quasi vuoto al pieno e il ‘quasi’ sta per il fatto che alcune basilari convenzioni sul linguaggio naturale devono essere già preconosciute; d’altra parte, la conoscenza almeno sommaria degli argomenti trattati senz’altro agevola la comprensione delle molte sfumature del libro. Da un altro lato, però, l’opera porta avanti diversi intenti concomitanti che fanno sì che la lettura non costituisca solo una guida per il lettore “inesperto”, ma può fornire importanti chiarimenti anche per gli specialisti. Questo secondo fatto, che potrebbe passare inosservato dalla dichiarazione di intenti esplicita dell’autore in Prefazione, non solo non è di secondaria importanza, ma è tra gli scopi principali del lavoro.

Il paradiso non è più qui. Pugliese A..

Non un Georges Simenon, non un Ellery Queen, non un Stanley Gardner, né un S.S. Van Dine. Più semplicemente, senza dover richiamare i grandi “giallisti”, un Andrea Pugliese, scrittore genovese, già pubblicato dalla FBE edizione in Persone smarrite (2005), Mangia! (2006), Neo-Conf ritratto del nuovo conformista (2006) e 100 pizzini di Bernardo P. prima di andare a letto (2007).

Andrea Pugliese sulla scia di diversi scrittori italiani come Sandrone Dazieri, Andrea Camilleri o Massimo Carlotto, scrive un romanzo in stile noir cercando di colpire l’attenzione dei lettori, con una lettura rapida, scorrevole e oserei dire scontata. Le ultime pubblicazioni, non solo della editoria italiana, ma anche di quella estera, ci hanno insegnato che il lettore (e di conseguenza lo scrittore per il perseguire dei propri interessi), preferisce leggere/scrivere un romanzo in cui ci siano le indicazioni base, con una trama non troppo complicata, protagonisti senza una grande identità e possibilmente privi di morale, il tutto condito da tre elementi imprescindibili: il sesso, la droga e la violenza… a quando l’alcol e la pedofilia?

Giùllemani. Farci L. C.

Di recente è uscito il primo libro di Carola Ludita Farci, Giùllemani, edito dal Cenacolo di Ares, una giovane casa editrice che valorizza gli scrittori emergenti.

Una giovane scrittrice emergente è anche Carola L. Farci. Nata a Cagliari nel novembre 1989 è oggi laureata in Lettere e in procinto di specializzarsi in Lingua e letteratura italiana con una tesi su Sergio Atzeni, l’intramontabile scrittore la cui ammirazione e ricordo è conservato in ogni sardo amante della letteratura.

Giùllemani è un romanzo che parla di una ragazza fresca di diploma, che decide di lasciare la sua amata isola, la Sardegna, per andare a studiare a Pisa, luogo che ha da offrirgli maggiori possibilità dal punto di vista culturale e degli stimoli vitali.

Dopoguerra – Com’è cambiata l’Europa – Tony Judt

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Consigliamo La nascita del mondo moderno di Bayly


Il Dopoguerra è un libro monumentale sul periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, un periodo medio-lungo (1945-2005), il cui intento generale è ben chiarito dal sottotitolo dell’opera: Come è cambiata l’Europa dal 1945 a oggi. Lo storico Tony Judt analizza compiutamente la storia europea dal secondo dopoguerra ai giorni prima della nuova grande crisi economica. Nonostante il libro sia stato pubblicato durante l’attuale periodo di crisi (2007), Judt si ferma esattamente al principio di essa, sicché non sarà in grado di considerare i rivolgimenti e stravolgimenti attuali. Infatti, il libro termina sulla traccia di nuove prospettive dell’Europa contemporanea, ma non trae le possibili conseguenze di un Unione Europea rafforzata (o indebolita) in base alle scelte in reazione di quest’ultima crisi.

Commento su: “Un mistero in bianco e nero. La filosofia degli scacchi”

E’ uscito recentemente il libro del filosofo Giangiuseppe Pili: “Un mistero in bianco e in nero. La filosofia degli Scacchi”, Le Due Torri, Bologna, 2012.

Un libro originale e interessante, ma anche difficile. Da una rapida scorsa all’Indice e alla Bibliografia il lettore è subito confrontato con la ricchezza e complessità dell’argomento trattato dall’autore (Pili è filosofo e scacchista), dove oltre all’aspetto più propriamente filosofico chi legge è sollecitato a verificare la propria conoscenza in altri ambiti che vanno dalla logica simbolica, alla teoria del linguaggio, alla matematica, intelligenza artificiale ed anche un po’ di psicologia. Questi argomenti sono in parte accennati, ma vengono approfonditi in alcuni capitoli centrali del libro (Capitoli 5-9), e sono trattati dall’autore con sicurezza e perfino con un’audacia che stupiscono il lettore e che presuppongono in lui un’ampia cultura non dissimile da quella di chi scrive. Questo potrebbe essere un limite del libro oppure una sua virtù in relazione all’approccio del lettore.

Lord Jim- Joseph Conrad

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E tuttavia l’umanità stessa, procedendo nel suo cieco cammino, non è forse spinta da un sogno della propria grandezza e del proprio potere sui bui sentieri dell’eccessiva crudeltà e della dedizione eccessiva? Che altro è, dopo tutto, il perseguimento della verità?[1]

Joseph Conrad

Jim è un ragazzo dotato di caratteristiche fuori dall’ordinario. Tutti glielo riconoscono. In particolare, egli è una di quelle persone a cui si ripone volentieri fiducia. Eppure c’è qualcosa nel suo passato che costituisce un precedente inquietante, macchia sufficiente a costituire il dubbio permanente sulla sua reputazione. Jim era un sognatore, un romantico, convinto di poter vincere ogni avversità, di non aver paura di nessuna possibilità perché già prevista, già vagliata dalla sua mente. In se stesso costruiva mondi, avventure concrete nelle quali egli era il protagonista e grazie alle quali avrebbe dimostrato al mondo il suo valore:

In momenti del genere i suoi pensieri erano colmi di imprese valorose: amava quei sogni e il successo delle sue gesta immaginarie. Erano la parte migliore della vita; ne erano la verità segreta, la realtà nascosta. Avevano una splendida virilità e il fascino delle cose vaghe; gli passavano davanti con passo eroico; si portavano via la sua anima e la ubriacavano con il filtro divino di una fiducia illimitata in se stessa. Non c’era niente che lui non potesse affrontare. Era così soddisfatto dell’idea che sorrideva, pur continuando meccanicamente a guardare davanti a sé; e quando gli accadeva di girarsi indietro vedeva la striscia bianca della scia che la chiglia della nave disegnava in linea retta sul mare, come la matita aveva tracciato quella riga nera sulla carta.[2]