Press "Enter" to skip to content

Categoria: Libri Recensiti

Amleto – William Shakespeare

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Amleto è una tragedia di William Shakespeare, considerata tra i suoi massimi capolavori insieme a Macbeth, Re Lear, Otello e Enrico IV. E’ indubbiamente un master pièce del grande bardo di Avon ed è anche una delle tragedie sue più cupe, sia per il tema, sia per lo stile e per il personaggio dominante. In quest’opera Shakespeare indaga i risvolti di un uomo di genio (Amleto) che vive ossessionato dalla morte.

La tragedia si svolge alla corte del re di Danimarca, zio di Amleto (era il fratello del padre) e sposo della madre dello stesso. Il re di Danimarca aveva assassinato il padre di Amleto e ad esso si sostituisce. Per tale ragione, la tragedia non è soltanto l’inscenamento di una complessa relazione tra padre defunto e il figlio, ma anche tra il figlio e una madre presto risposatasi: Amleto è ossessionato tanto dalla morte del padre, quanto dal ritorno della madre ad essere donna indipendente, cioè sessualmente attiva (non più madre-donna ma amante-donna) Infatti, la madre di Amleto si risposa molto presto, giusto due mesi dopo la morte del marito e questa è una delle due principali ragioni della disperazione del figlio. Infatti, da un lato Amleto è distrutto dalla morte del padre ma, allo stesso tempo, dall’incapacità di accettare il recupero del lutto della madre, la quale è “colpevole” di aver subito accettato di risposarsi con il fratello del marito.

[Segnalazione] Frammenti di filosofia contemporanea Vol. 9

Desidero segnalare l’uscita del volume, augurando il meglio agli autori (indicati nella quarta di copertina visionabile sotto). Inserisco sotto la descrizione del volume, la copertina e la quarta di copertina.


Aldilà dell’intento solidaristico e socialista di ogni iniziativa Limina mentis, ciascuna serie di volumi collettivi dedicati alla ricostruzione storiografica della cultura moderna o antica, sostenuta dalla collana Esprit (Voci, Frammenti di filosofia contemporanea e Schegge di filosofia antica), sottende un’originale metodologia, organizzativa ed ideologica, fondata sulla a] varietà delle “voci interpretative”, sulla b] contestualizzazione esistenzialistica di ciascun soggetto/ oggetto di studio (irripetibilità delle narrazioni culturali), sulla c] “rappresentazione polifonica”, sulla d] instaurazione di un dialegesthai tra “voci”, vive e morte, nella consapevolezza che ogni racconto storico, oltre a derivare da momenti culturali determinati e unici, concorra a creare nuovi e originali orizzonti di ricerca e su una e] nuova concezione dinamica della nozione di “manuale” inteso come infinito work in progress di una comunità solidale di ricercatori.Copertina per il manuale FRAMMENTI DI FILOSOFIA CONTEMPORANEA IX

La grande strategia dell’impero bizantino – Edward Luttwak

Grand Strategy

Iscriviti alla Newsletter!

Un articolo sull’arte della guerra romana? Publio Flavio Vegezio Renato


Dopo La grande strategia dell’impero romano Edward Luttwak, noto analista ed esperto di strategia, ritorna a riflettere sulla storia romana. Questa volta, in La grande strategia dell’impero bizantino, l’obiettivo consiste nell’indagare la storia dell’impero bizantino, sotto l’angolatura strategica. Si tratta di un testo di analisi storico-strategica di grande respiro e di grande rilevanza, sia per gli studi strategici, sia per gli studi storico-politici: un’opera la cui lettura arricchisce chiunque sia disponibile a dedicarci il tempo dovuto, nella misura in cui si tratta pur sempre dell’analisi di una delle più sottovalutate civiltà della storia occidentale. E in questo il libro di Luttwak riesce pienamente nell’intento: nel mostrare la profondità del pensiero politico, diplomatico e strategico dell’impero bizantino, almeno nel periodo precedente alla crociata del 1204, data unanime della fine dell’impero, che si trasforma in grossa città stato (Bisanzio).

L’impero bizantino trae il suo nome dalla sua capitale, Bisanzio, precedentemente nota come Costantinopoli (oggi Istanbul). Bisanzio è la sede del potere imperiale, centro della chiesa che diverrà poi ortodossa, città fortificata sia rispetto alla penetrazione da terra che da mare, porto di importanti dimensioni, sede dell’arsenale imperiale e luogo di elaborazione di dottrine militari fondamentali, come quelle dell’imperatore Maurizio, lungamente analizzata da Luttwak. Non si può sottostimare l’importanza e la centralità di Bisanzio sia in relazione all’elaborazione di una diplomazia fondata sul prestigio, sulla religione e su una potenza militare da utilizzare principalmente come forma di deterrenza e solo se necessario come arma vera e propria. Infatti, uno dei punti più importanti dell’analisi di Luttwak verte proprio su questo: la perenne minaccia dell’impero bizantino a potenze esterne più potenti o, perlomeno, potenti abbastanza da non poter mai potersi sentire del tutto sicuri.

La storia di re Enrico IV – William Shakespeare

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Falstaff: Ma dire anche io conosca in lui maggior danno che in me stesso, sarebbe dire più che quel che so. Ch’egli sia vecchio – purtroppo! – ci sono i suoi capelli ad attestarlo, ma ch’egli – con rispetto parlando – sia un puttaniere, lo nego assolutamente. Se il vin di Spagna e lo zucchero costituiscono una colpa,Iddio aiuti i peccatori! Se esser vecchio ed essere allegro costituisce una colpa, allora io conosco più di un vecchio oste che per questo è dannato; se basta esser grassi, per esser odiati, allora vuol dire che bisogna amare le vacche magre di Faraone. O, mio buon signore [rivolto al principe Harry]: bandisci da te Peto, bandisci Bardolph, bandisci Poins [tutti i compari di Falstaff]: ma il leale John Falstaff, il valoroso John Falstaff, e tanto più valoroso in quanto egli è anche il vecchio Jack Falstaff, non lo bandire dalla compagnia del tuo Harry: bandire il ritondo Jack sarebbe come bandire il mondo intero.

Harry: Eppure puoi star sicuro che lo farò![1]

La storia di re Enrico IV è una tragicommedia di William Shakespeare ed è, giustamente, considerata un supremo capolavoro del grande bardo inglese. Si tratta sicuramente di una delle opere più godibili e più affascinanti della produzione di Shakespeare, quasi incapace di scrivere lavori privi di una loro peculiare forza e interesse. La storia è ambientata alla corte inglese, il cui re, Enrico IV, è messo in discussione da alcuni nobili, per via della modalità di conquista del trono: per quanto fu designato dal predecessore, Riccardo II, Enrico IV non era il discendente in linea diretta del vecchio re. Inoltre, i nobili rivoltosi non hanno soltanto rivendicazioni politiche, ma anche personali, avocando contro il re offese ricevute a livello personale. Enrico IV, d’altra parte, è principalmente angosciato dal figlio, erede al trono (il futuro Enrico V), il principe Harry. Harry ama intrattenersi con personaggi di dubbio valore umano e sociale, tra cui svetta il ‘principe dei bricconi’, John Falstaff.

Prima muovi poi pensa! Willy Hendriks

PrimaM

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Un mistero in bianco e nero – La filosofia degli scacchi!


Prima muovi e poi pensa! (2015) è un libro di difficile catalogazione all’interno della immensa e variegata letteratura scacchistica. Si tratta di un testo non privo di controversie e questo aumenta la potenziale confusione sulla sua stessa categorizzazione. Categorizzare qualcosa non è di per sé essenziale all’oggetto, però in questo caso ci aiuterebbe a fornire un’idea grossolana, ma almeno parziale dell’opera. Nel caso di Prima muovi poi pensa! questa operazione risulta obiettivamente impossibile. I motivi sono diversi. Non si tratta di un manuale di tattica, pur essendoci una buona quantità di esercizi tattici da risolvere. Di per sé non si tratta neppure di un manuale sulla strategia, anche perché Willy Hendriks (Maestro Internazionale e istruttore) è sostanzialmente scettico a quello che normalmente si intende con “strategia”, cioè una pianificazione razionale di una successione di mosse non forzate da eseguire in sede pratica nel giusto ordine. Possiamo senz’altro dire che non si tratta di un manuale di apertura né di finali, di cui Hendriks pure è parzialmente sospettoso: per i finali, in particolare, sostiene che non siano essenziali per migliorare il proprio livello di gioco almeno sino ad alte categorie (da Maestro in su). In fine, per quanto sia un testo tecnico sugli scacchi, si tratta prima di tutto di un testo godibile: questo significa pochissime varianti, autosufficienza della lettura (non sono richiesti supporti di varia natura), scorrevolezza del testo.

La metamorfosi – Franz Kafka

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Il castello di Franz Kafka


Il racconto La metamorfosi (1912) è probabilmente tra le opere più importanti del XX secolo, per quanto riguarda la letteratura mondiale. Si tratta di un racconto di un certo respiro, per quanto la sua estensione rimanga, comunque, piuttosto contenuta. La metamorfosi è senza dubbio l’opera più nota di Franz Kafka ed è anche tra quelle poche edite in vita, motivo per il quale il racconto assume una importanza peculiare, anche per via del suo stato rifinito. Inoltre, si tratta indubbiamente del racconto che ha dato vita ad una letteratura sconfinata anche se, per alcuni aspetti, non si può dire l’opera più rappresentativa di Kafka. Probabilmente è tra i risultati migliori della sua prosa, forse anche il migliore (ammesso che abbia senso doverne sempre e comunque trovare uno) ma non può essere considerato il più rappresentativo.

Infatti, esso è sostanzialmente concepito come un racconto di fantascienza, ovvero quei racconti di fantasia al cui avvio potrebbe stare la domanda ipotetica: come sarebbe il mondo se questo dettaglio fosse diverso? Nel caso de La metamorfosi la domanda potrebbe essere: come sarebbe il mondo se diventassi di punto in bianco un insetto? E la risposta di Kafka è la seguente: sarebbe diverso, ma non molto. E la differenza tra questo e quel mondo si gioca sulle inezie, non sulla struttura e sulla logica di costruzione di senso e significato del mondo. A parte questo fatto, per così dire strutturale, La metamorfosi è un racconto dallo stile misurato, controllato e privo delle tipiche digressioni oniriche che rendono allucinante non l’oggetto ma la forma della prosa di Kafka (si pensi a Il castello, che è quasi interamente costruito su lunghe digressioni allucinanti, o si pensi al racconto La descrizione di una battaglia). Si diceva, dunque, che La metamorfosi è un lavoro relativamente atipico nel panorama di Kafka. E infatti, oltre al suddetto controllo, sussiste anche un’altra differenza con altri lavori: esso è compiuto ed è pensato per la lettura e non per la declamazione orale. Infatti, Kafka era solito leggere i suoi lavori ai suoi amici, sicché essi assumono una forma più adatta alla lettura orale, piuttosto che alla lettura silenziosa, tipica del modo di leggere moderno.

La pelle – Curzio Malaparte

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Il giorno del giudizio di Salvatore Satta


E unitici al corto dei becchini, ci avviammo dietro la bandiera. Era una bandiera di pelle umana, la bandiera della nostra patria, era la nostra stessa patria. E così andammo a vedere buttare la bandiera della nostra patria, la bandiera della patria di tutti i popoli, di tutti gli uomini, nell’immondezzaio della fossa comune.

  La pelle – Curzio Malaparte

La pelle è un romanzo con caratteri autobiografici di Curzio Malaparte, un romanzo da uno stile denso, preciso, univoco e perfetto. Si tratta di un romanzo privo di una trama sistematica, se con questo si intende una sequenza di fatti riportati in un ordine che scandisce la sequenza temporale degli eventi. Uno dei motivi è dovuto non solo alla rapsodicità degli eventi presentati, ma pure alla principale caratteristica degli avvenimenti stessi: il significato del susseguirsi degli stati di cose non è limitato agli anni della guerra in Italia, della campagna americana e della liberazione del paese. Il significato di quegli eventi parla a tutti coloro che sono immersi in questo mondo, tutti coloro i quali si chiedono, giorno dopo giorno, se vivano in Terra o all’inferno.

L’età degli imperi – Eric J. Hobsbawm

Iscriviti alla Newsletter!

Imperialismi di Erik J. Hobsbawm


L’età degli imperi dello storico inglese Eric J. Hobsbawm è un trattato di storia che considera il periodo 1875-1914, cioè il momento di ascesa prima della caduta degli imperi. Questo è il periodo storico che vede l’ascesa degli Stati Uniti come potenza regionale ma già proiettata verso il Pacifico e l’Europa simultaneamente, ma anche del Giappone imperiale e delle altre potenze europee, in particolare dell’Inghilterra e della Germania ma anche dell’Italia giolittiana. E’ invece il periodo infausto per altre superpotenze come la Russia zarista e la Cina dei Qing ed è infatti il prologo della loro caduta e resurrezione su altre basi. Questo è il periodo di suprema ascesa della borghesia e del capitalismo di stampo ottocentesco e la proiezione del dominio della tecnologia e del capitale europeo sul resto del mondo colonizzato, sempre più organizzato in funzione del fabbisogno di materie prime delle potenze europee. Come si evince, dunque, a volo di uccello, si tratta di uno dei periodi di massimo splendore e decadenza della potenza europea, laddove Eric J. Hobsbawm mostra in modo esemplare le luci e le ombre di un periodo storico che ha nella sua stessa brillantezza le basi dell’autodistruzione avvenuta compiutamente nella prima guerra mondiale (1914-1918), scelta come momento di cesura dell’età considerata.

La computabilità: Algoritmi, Logica, Calcolatori – Palladino & Frixione

Algoritmi

Iscriviti alla Newsletter!

Logica da Zero a Gödel di Francesco BertoFallacie di ragionamento


La computabilità: Algoritmi, Logica, Calcolatori è un’introduzione alla teoria della computabilità. Non si tratta di un testo particolarmente tecnico e può essere compreso anche da chi non ha quasi nessuna cognizione pregressa sull’argomento. In particolare non sono richieste particolari competenze matematiche o logico-formali. Anche se probabilmente il libro può suscitare approvazione e interesse soprattutto per gli interessati alla logica filosofica, esso può essere di utilità anche a studenti di matematica del triennio piuttosto che a studenti del liceo particolarmente agguerriti.

Il testo è diviso in sette capitoli. Il primo capitolo, Algoritmi introduce la nozione centrale di algoritmo, la loro possibile rappresentazione grafica mediante i diagrammi di flusso e i loro possibili risultati, tra cui anche la possibilità che essi non ne producano affatto. Il secondo capitolo, Funzioni matematiche e algoritmi è il primo passo verso la costruzione della teoria della computabilità in matematica. Infatti, gli algoritmi sono concettualmente vicini ai sistemi di logica, grazie ai quali possiamo effettuare dimostrazioni rigorose. Sono a tal punto vicini che i due campi si intersecano. Per mostrare in che modo questo avvenga, gli autori forniscono una serie di utili spiegazioni circa la natura delle funzioni, alla loro calcolabilità effettiva (o non calcolabilità) e nell’ultimo paragrafo anticipano alcuni risultati sull’indecidibilità (cioè problemi matematici che non ammettono una risposta positiva da parte di alcun algoritmo). Il capitolo terzo, Le macchine di Turing, è una trattazione di un certo dettaglio delle macchine di Turing, una macchina astratta che, appositamente programmata, è in grado di svolgere algoritmi. In particolare la macchina di Turing può essere utilizzata per spiegare in che consista la computabilità effettiva. Esse, dunque, possono essere impiegate per il calcolo di funzioni aritmetiche. Nella parte finale del capitolo si considera anche il problema della fermata. Il capitolo quarto, Funzioni ricorsive, è dedicato alla spiegazione di un tipo particolare di funzioni, le funzioni ricorsive. Si scoprirà che di esse ci sono diversi tipi. Per cui nel capitolo quinto Tesi di Church e problemi indecidibili si considera la tesi di Church, la sua disamina e la sua analisi circa la connessione con le macchine di Turing. Il penultimo capitolo, il sesto, La computabilità e i fondamenti della matematica, considera il versante puramente logico e considera i teoremi di indecidibilità di Gödel e la loro connessione con i risultati di Church. In fine, Computabilità informatica e studio della mente fornisce una panoramica generalissima sull’informatica, come disciplina applicativa della teoria della computabilità. Inoltre, sempre in questo ultimo capitolo, si considera stringatamente, il legame tra alcune discipline della scienza cognitiva, in particolare tra la filosofia della mente, l’intelligenza artificiale e la neuroscienza.