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Categoria: Spiegazioni per una Filosofia più Easy!

I tre generi di conoscenza – oggettivale, competenziale, proposizionale

Credit: www.epictop10.com

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Consigliamo I tre generi dell’etica Introduzione all’epistemologia


La parola “conoscenza” ha diversi significati in relazione a ciò che intendiamo con l’oggetto conosciuto. Per esempio, quando si dice che “C’è una FIAT punto di fronte a me” vogliamo dire che vediamo di fronte a noi un’automobile. Ma se diciamo “Luisa sa andare in bicicletta” non intendiamo dire che c’è un qualche fatto nel mondo tale che “Luisa sa andare in bicicletta” è vera, quanto che essa è vera solo se Luisa sa compiere una serie complessa di azioni in modo tale da riuscire a muoversi sopra una bicicletta. C’è ancora un terzo caso: “Io so che c’è un odioso bambino che gioca a calcio fuori dalla porta di casa”. Questo terzo caso non riguarda la conoscenza percettiva di un certo fenomeno (il bambino che gioca) quanto che penso una determinata proposizione (C’è un bambino odioso che gioca…) ed essa è vera. Se fosse falsa, non diremmo di sapere.

Qualità primarie e qualità secondarie – Una breve storia dell’empirismo

John Locke
Godfrey Kneller, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Consigliamo Thomas Hobbes Percorso di filosofia moderna


Il problema di cosa siano le proprietà delle cose, se esse siano nelle cose o concepite dalla mente umana è un problema antico quanto la Filosofia stessa. Ne parla già Platone, che vedeva le proprietà le idee, indipendenti e immateriali esistenti in un mondo distinto dal nostro. Ma subito il suo discepolo Aristotele critica tale concezione in modo molto preciso sostenendo l’implausibilità del mondo delle idee e la necessaria concezione empirista: le proprietà delle cose sono nelle cose e le conosciamo attraverso la percezione.

Ci sono dei periodi storici in cui l’operazione più importante consiste nel riprendere problemi antichi e rileggerli in chiave più attuale. Oggi viviamo in un periodo simile, in cui i problemi e il linguaggio della filosofia moderna costituiscono la base della nostra concezione filosofica ma sono ormai obsoleti, soprattutto in senso formale. Non è un caso che un linguista attento e geniale come Chomsky si rifaccia direttamente ai capisaldi della filosofia moderna per ritrovare le radici della sua concezione linguistica. In filosofia della mente non ci si può sottrarre dal dialogare con pensatori come Cartesio, Hume e Kant, ma anche con Berkeley, Locke, Spinoza o Hegel. Ma è chiaro che quegli stessi problemi e quelle stesse soluzioni e le stesse loro parole non ci piacciono più. E’ importante, dunque, oggi riuscire a ritrovare nelle radici della modernità i problemi da affrontare per consegnarli al patrimonio dell’umanità che ha da venire. Un compito, questo, non facile e pericoloso, per via del fatto che con l’attualizzazione si finisce spesso per dimenticare pezzi qui e là o per fraintendere.

La libertà – Analisi e storia di un concetto

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Consigliamo Libertà, causalità e legge morale E tu, che complottista sei?


La libertà è un tema tra i più antichi della filosofia. Se essa esista e in cosa consista è un dibattito aperto e non sempre ben definito. Parlare esclusivamente del termine “libertà” è assai insufficiente e vago. Il problema va inserito all’interno di una cornice che preveda due livelli:

  1. La natura della causalità fisica,
  2. Le procedure attraverso cui noi giungiamo alle nostre decisioni.

Il primo livello attiene alla realtà dei fatti e la sua interpretazione. A seconda di come noi concepiamo la relazione tra oggetti, con la conseguente variazione dell’immagine del funzionamento del soggetto, noi escludiamo l’esistenza di una certa concezione della libertà. Per esempio se escludiamo che esista una sostanziale differenza tra il primo e il secondo livello.

La causalità deduttiva di Spinoza – Analisi e storia di un concetto

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Consigliamo Libertà, causalità e legge morale Causalità di David Lewis


Iniziamo la nostra analisi a partire dagli assiomi fondamentali della causalità per Spinoza.

3) Da una data causa determinata segue necessariamente un effetto e , al contrario, se non si dà alcuna causa determinata è impossibile che segua un effetto.

4) La conoscenza dell’effetto dipende dalla conoscenza della causa e la implica.

5) Le cose che non hanno tra loro nulla in comune non possono neppure essere comprese l’una per mezzo dell’altra, ossia il concetto dell’una non implica il concetto dell’altra.

Si tenga conto dell’ultima proposizione della prima parte dell’etica, la proposizione 36:

  1. Nulla esiste dalla cui natura non segua un effetto.

Il terzo assioma stabilisce che dato un qualunque evento, definito come causa, non può non seguire un secondo evento, detto effetto. Per qualunque azione in natura esiste una causa precedente ed un effetto susseguente. La catena di eventi non s’interrompe in un punto qualunque, al contrario non esiste alcun evento che non sia inserito nel mezzo tra le sue cause e i suoi effetti.

Grammatica generativa e senso comune

Gavina S, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Consigliamo – Che cosa è la grammatica generativa di Giorgio Graffi e la scheda su Chomsky


Searl mostra in modo molto intelligente come il punto di vista chomskiano sia controintuivo e, probabilmente, ciò sta alla base della scetticità che ha incontrato in ambito accademico da principio. Non è raro nel mondo della scienza che chi si rivendichi scienziato non accetti tutte poi le conseguenze d’esserlo, come è stato mostrato in modo emblematico da Thomas Kuhn.

La teoria “folk” del linguaggio è riassumibile in questi termini:

  1. Il fine della lingua è la comunicazione.
  2. Gli atti linguistici si possono studiare a partire dall’interazione con gli altri comportamenti manifesti non linguistici concomitanti.
  3. La comprensione dei meccanismi fisici che soggiacciono alla capacità linguistica sono ininfluenti per la descrizione del linguaggio stesso.
  4. L’analisi sintattica segue dall’analisi semantica.

Spieghiamo ciascun punto. Il linguaggio è un mezzo di comunicazione. Esso è definito in basa al fine, cioè all’intenzione associata al parlante. Se considerassimo il linguaggio privo di fine, dovremmo concluderne che esso esiste indipendentemente dall’intenzione del parlare. Ma ciò è contraddittorio nella misura in cui “parlare” implica l’intenzione. Inoltre, si può anche considerare come dato di fatto che il linguaggio sia usato in vista dello scambio di idee, di vedute o di ciò che si vuole.

Dizionario Cartesiano.

 Pili G., www.scuolafilosofica.com

Arbitrarietà Forma della libertà, propriamente è detta “arbitraria” la libertà come indifferenza. L’arbitrarietà è la proprietà della volontà di poter scegliere tra diverse alternative prive di una ragione tale da poter propendere verso una di queste in particolare. In questo senso, l’arbitrarietà è il grado più basso, secondo Cartesio, della libertà, in quanto non produce un’affermazione della nostra natura.

In quanto questo genere di libertà è quella implicata nell’errore, essa è da associare alla libertà di affermare o negare qualcosa che venga dai sensi.

Aristotelismo L’aristotelismo, e la scolastica, è l’impostazione empirista di riferimento della conoscenza dominante all’epoca di Cartesio. I dubbi insinuati nella prima meditazione sono tutti suscitati ai danni della concezione aristotelica che è incapace di risolverli.

Descrizione e norma in etica ed in epistemologia

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Consigliamo I tre generi dell’etica e Introduzione all’epistemologia


Prendiamo due questioni apparentemente diverse ma entrambe accomunate dalla tecnologia filosofica utilizzata per risolverle: cosa è giusto?; cosa è la conoscenza? Per rispondere alla domanda “cosa è giusto” entriamo all’interno del discorso metaetico, vale a dire una disquisizione intorno a ciò che si può considerare giusto oppure no, vale a dire stabilire quale sia il significato, se c’è, di enunciati contenenti termini morali come “giusto”, “sbagliato”, “buono”, “cattivo”, “virtuoso” etc.. Mentre, per rispondere alla domanda “cosa è la conoscenza” ci addentriamo nel discorso epistemologico. Etica ed epistemologia sono due campi della filosofia che, fin dal principio, hanno visto dei tentativi opposti di soluzione. Descrizione e norma, ovvero la differenza tra le due è il nucleo del problema.

Critiche alla linguistica di Chomsky

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png#/media/Fil:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png

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Consigliamo – Che cosa è la grammatica generativa 


Riportiamo alcune critiche rivolte alla grammatica generativa da Searl e da Putnam in particolare. Le critiche a Chomsky sono qui considerate solamente sulla base della ricerca linguistica di Chomsky e non su quelle politiche.

  1. Chomsky non indica le regole di codifica del significato e duplica i livelli di riferimento.
  2. La sintassi non indica il modo di “sciogliere” le ambiguità.
  3. L’apprendimento linguistico consiste nel riconoscimento del contesto d’uso.
  4. L’espressione linguistica è sempre intenzionale.
  5. E’ davvero così breve il periodo necessario ai bambini per imparare a parlare?
  6. Se il linguaggio è innato, allora perché il bambino non impara a parlare da solo?
  7. Se il linguaggio è una facoltà innata della mente, allora perché non esiste uno e un solo linguaggio?

Analisi della critica di Chomsky al comportamentismo

Noam Chomsky
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png#/media/Fil:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png

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Consigliamo – la scheda su Chomsky


L’articolo di Noam Chomsky “A review of B. F. Skinner’s…” (da ora in poi On Skinner’s) rappresenta un intero momento della storia della scienza del comportamento umano: la svolta cognitiva. In quel periodo l’idea dominante, non solo in psicologia, era che il comportamento umano potesse venire spiegato attraverso la conoscenza di dati quantificabili e verificabili, vale a dire nei termini di “stimoli” e “risposte”. Da più parti, attorno alla metà del secolo scorso, arrivarono feroci critiche a questo paradigma a tal punto che si vide necessaria la creazione di una nuova impostazione. Figlie di questa critica sono le attuali scienze cognitive: neuroscienza, neuropsicologica, intelligenza artificiale etc..

In termini spiccioli, dimmi cosa è la filosofia! Ovvero, “la capra sopra la panca campa e sotto la panca la capra crepa”

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Consigliamo Scrivere di Filosofia – Letteratura e Filosofia a Confronto


(1)   Sopra la panca la capra campa,

(2)   sotto la panca la capra crepa.

Una delle domande più gettonate dalla folla silenziosa ma mai troppo addormentata per non essere curiosa, è: dimmi un po’, tu che ne sai, ma cosa è la filosofia? Essendo una materia difficile, la cui asperità nasce da un tecnicismo talvolta ingiustificato e dalle strane domande, lascia disorientati tutti coloro che non penetrano la disciplina in fondo. Inoltre, non si è mai chiarito a cosa la filosofia debba servire: in poche parole, quale è il suo fine. L’obbiettivo finale chiarisce immediatamente, più o meno, i passi necessari per raggiungerlo e, per questo, si giustifica ogni fatica.