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Categoria: Filosofia

Il controllo indiretto globale

Abstract

Il controllo indiretto globale è una strategia applicabile ad ogni ambito che preveda conflitti di interesse. Già Liddell Hart propone una particolare forma di indirect approach. Come mostreremo, essa è una particolare istanza del più generale controllo indiretto globale. Per definire la nostra impostazione strategica abbiamo dovuto individuare alcuni principi generali della buona strategia, principi già ben conosciuti dagli specialisti del warfare.


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Capitolo 24. Visnu e il Signore supremo nel contesto delle Upanisad

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Visnu, divinità secondaria nei Veda ma di importanza primaria nei testi successivi, in particolare nei Purana, è il dio déi ‘tre magnifici passi’, in definitiva, il Signore supremo.

Una vecchia storia – Uno studio filosofico sull’alcolismo

Una delle principali cause di morte dirette o indirette nell’Occidente è senza dubbio l’assunzione smodata di alcolici. Non solo è impossibile stimare la quantità di persone decedute per malattie correlate all’assunzione di alcol, sia nel tempo (nei secoli) che nello spazio (nei vari continenti), ma è pure impossibile elencare la copiosa quantità di articoli giornalistici, saggistici, moralistici, scientifici e parascientifici dedicati all’argomento. In generale, sembra che in questi ultimi anni l’attenzione sia leggermente cresciuta nella considerazione del problema a livello giovanile, come se il fatto riguardasse esclusivamente i giovani e non tutto il complesso della società. In secondo luogo, sembra sfuggire il fatto che l’origine di questo costume sia difficile da datare. Nella maggior parte dei casi, data la scarsa attenzione generale alla storia dell’uomo, si considera il fenomeno con gli occhi attoniti del presente, senza scrutare in avanti (ragioni) o indietro (motivazioni storiche) in questo fenomeno. Il motivo principale è senza dubbio la scabrosità delle conseguenze che tale problema implica: l’incapacità di fornire una visione positiva della vita da parte di chi accetta o condanna il fenomeno. Questa incapacità è rimarcata dal fatto che, nella storia, l’unico serio tentativo fatto per sradicare il fenomeno sia stato quello di proibire l’assunzione dell’alcol, per ragioni sociali (negli Stati Uniti negli anni ’30 del XX secolo) o per ragioni morali (come prescrive la religione musulmana).

Riflessione sul cosmopolitismo: storia e definizione

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Consigliamo Capire la risposta alla domanda “Che cosa è l’illuminismo”


Il cosmopolitismo è una dottrina filosofica per cui l’uomo si pone al centro di una struttura complessa chiamata ‘mondo’. Essa sostiene l’irrilevanza all’appartenenza ad una determinata nazione e difende l’idea invece che l’essenza, nonché il dovere, dell’uomo è quella di essere cittadino del mondo. È dunque una corrente in forte contrapposizione a tutte le spinte e correnti di stampo nazionalistico e razziste.

Lo spionaggio – Il tredicesimo capitolo de L’arte della guerra


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Ogni singolo scontro armato richiede grandi investimenti in denaro e risorse. Questo comporta che si diano sia problemi interni che esterni. Lo sforzo di guerra impone il distoglimento della manodopera da settori chiave. Il problema principale delle conseguenze dello sforzo consiste nell’imprevedibilità del tempo in cui si consegue la vittoria perché è imprevedibile il momento in cui lo Shih impone di attaccare. La vittoria e i grandi risultati sono conseguiti mediante l’accurata precisione, pur nei limiti nel possibile. Sun Tzu rifugge l’idea che la previsione sia da operarsi sulla base di superstizioni o di credenze religiose. I tipi di spie sono cinque: spia locale, interna, convertita, morta, viva. “Non c’è nessun affare in cui non si possano impiegare spie. Lo spionaggio è essenziale per le operazioni militari”.

Morale, gli insegnamenti dell’Induismo

Uno stimolante articolo apparso recentemente sull’Indian Journal of Psychiatry col titolo “Morality and moral devolopment: Traditional Hindu concepts”, ci fornisce l’occasione di richiamare l’attenzione sui punti centrali della visione indù tradizionale. Gli autori definiscono la morale come un costrutto che permette la differenziazione tra le intenzioni, le decisioni e le azioni buone (o giuste) e cattive (o sbagliate).

Attacco col fuoco – Il dodicesimo capitolo de L’arte della guerra


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I modi di attacco col fuoco sono cinque: il fuoco diretto contro persone, contro le provviste, contro gli equipaggiamenti, contro gli arsenali, contro i magazzini. Bisogna trovare una misura nelle proprie azioni tale che sia commisurata all’evento che sta accadendo.

Il capitolo tratta di ciò che può essere distrutto e, per tanto, che costituisce un vantaggio e uno svantaggio. E’ di vantaggio saper cosa colpire, è di svantaggio essere colpiti dove fa più male. Il fuoco è da intendersi come principio distruttore generale, come arma in grado di determinare la capitolazione di una forza nemica:

In breve, ci sono cinque modi di attaccare col fuoco –

Il primo è detto “dar fuoco alle persone”.

Il secondo è detto “dar fuoco alle provviste”.

Il terzo è detto “dar fuoco agli equipaggiamenti”.

Il quarto è detto “dar fuoco agli arsenali”.

Il quinto è detto “dar fuoco ai magazzini”.[1]

 

Gemino di Rodi e il suo posto nella storia della filosofia della scienza

1. Nota biografica.

Gemino di Rodi visse molto probabilmente nel I secolo a.C., comunque tra il I secolo a.C. e il I d.C.; fu scienziato (in particolare, astronomo) e filosofo greco. Di lui ci rimane una sola opera intera, chiamata “Introduzione ai fenomeni”. Si tratta di una introduzione essoterica all’astronomia. Non ci è pervenuto invece il suo scritto “Sulla teoria delle scienze matematiche”, che, probabilmente, era la sua opera maggiore. Proclo, filosofo neoplatonico del V secolo d.C., ne fece uso nel suo importante commento agli “Elementi” di Euclide. Di Gemino si dice che fosse uno stoico, seguace e discepolo del filosofo, scienziato e storico Posidonio.

2. Pensiero sulla scienza; da Pitagora a Tolomeo

I pitagorici pensavano che la struttura fondamentale dell’universo fosse regolata secondo un’armonia di tipo matematico. Conoscere questa armonia significava, dunque, avere accesso alla comprensione profonda della realtà. Questo orientamento filosofico implica l’idea, valida per la pratica della scienza, che la contemplazione dell’idea astratta è maggiormente centrale rispetto all’indagine e all’osservazione dei fenomeni empirici.